Sci

Freestyle, per Marco Tadé è ora di tornare a sognare

Dopo due anni di stop e una lunga riabilitazione, il 24enne di Tenero è pronto a riprendersi ciò che il destino voleva togliergli

Il 24enne di Tenero, medaglia di bronzo mondiale nel 2017 (Keystone)
15 gennaio 2020
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“È con un nodo alla gola che comunico la notizia che non potrò partecipare ai Giochi olimpici di Pyeongchang”.

È rimasto questo l’ultimo post su Facebook di Marco Tadè, un doloroso ricordo datato 31 gennaio 2018, quando a pochi giorni dalle tanto agognate Olimpiadi di Pyeongchang il ragazzo di Tenero specialista delle gobbe aveva dovuto alzare bandiera bianca a causa del peggioramento delle condizioni del suo ginocchio destro, quello infortunato ad agosto (rottura del crociato) che aveva deciso di non operare proprio per partecipare ai Giochi (appuntamento che già 4 anni prima gli era sfuggito all’ultimo). Una mazzata tale da far vacillare le certezze e la voglia di lottare di un 22enne dal talento purissimo, ma non sufficiente a farle crollare.

«Cosa mi ha fatto andare avanti – chiediamo alla medaglia di bronzo nel dual moguls ai Mondiali del 2017, stagione nella quale pure rientrava da un problema al menisco del ginocchio sinistro, già martoriato dalla rottura del legamento crociato nel 2015 –? L’amore per questo sport e il fatto che mi sarebbe dispiaciuto dover smettere a causa degli infortuni e non per una mia scelta. Quando dirò basta sarò io a deciderlo e non il mio corpo. Ammetto che non è stato facile, la riabilitazione stavolta è durata più del previsto anche perché dopo il terzo o quarto infortunio le cose cominciano a farsi più delicate e complicate, sia fisicamente sia dal punto di vista psicologico. Però ho lavorato molto anche con il preparatore mentale e adesso finalmente sto bene, il ginocchio non mi dà più fastidio e posso allenarmi con regolarità».

Ritorno alle competizioni dopo due anni

Così domani, a quasi due anni di distanza dalla sua ultima apparizione ufficiale (la tappa di Coppa del mondo di Mont-Tremblant il 20 gennaio 2018), Marco effettuerà il suo ritorno alle competizioni e lo farà in Coppa Europa sulle nevi di Airolo, dove ha imparato a destreggiarsi tra gobbe e salti... «Avrei dovuto tornare in Coppa del mondo già a Ruka a inizio dicembre, tanto che con la squadra avevamo effettuato la trasferta, ma all’ultimo momento abbiamo deciso (i suoi allenatori sono il tecnico Giacomo Matiz e Juan Domeniconi per la parte acrobatica, ndr) che non avrei gareggiato. Non avrebbe avuto senso farlo in quanto non mi sentivo ancora al cento per cento, per cui ho preferito prendermi ancora un po’ di tempo. Adesso però il momento è arrivato e sono contento di farlo qui, è sempre un piacere tornare a casa».

Con le prove di Airolo il 24enne ticinese spera di riuscire a rompere il ghiaccio, perché poi «quando mi lancio sulla pista gli infortuni e tutto il resto scompaiono, nella testa ho solo la discesa e quello che devo fare dal punto di vista tecnico. Queste due gare mi serviranno per riprendere le misure e ritrovare i meccanismi dopo il lungo stop, considerando anche che saranno le prime con questo staff».

Poi, la sua storia con il freestyle che conta riprenderà da dove si era interrotta, con la tappa di Coppa del mondo in programma proprio nella stazione canadese di Mont-Tremblant il 25 gennaio... «Non vedo l’ora, perché due anni senza mai sciare, a fare solo palestra e a prepararsi sono lunghi e noiosi. Ho lavorato tanto per tornare a gareggiare e finalmente vedo all’orizzonte i frutti di questo lavoro. Non sono nervoso, solo impaziente di tornare a fare quello che mi piace, sulle piste che ho già conosciuto e sulle quali so che mi divertirò. Questo non vuol dire che sarà facile, anzi sono conscio che sarà una stagione complicata e che dovrò fare parecchi chilometri prima di ritrovare le migliori sensazioni, però sono anche fiducioso, perché in fondo anche nel 2016/2017 rientravo da un infortunio e all’inizio era stato molto difficile, ma poi la stagione era andata in crescendo ed era arrivato anche il bronzo mondiale». Quello di domani per Marco sarà anche il primo passo per tornare a sognare di poterle finalmente disputare, queste maledette Olimpiadi (nel caso specifico quelle del 2022 in Cina)... «Nello sport si va avanti a progetti e obiettivi e Pechino è il prossimo sulla lista. Senza mettermi ansia, ma è per arrivare lì che ho lavorato tanto e che domani sarò in pista ad Airolo».