Le speranze del nuotatore elvetico, che vive una stagione complicata, alla vigilia dei Mondiali di Fukuoka
Doppiamente medagliato lo scorso anno a Roma, il ventenne Antonio Djakovic sta vivendo un 2023 piuttosto complicato. «Spero di essere pronto», ha dichiarato all'Ats poco prima di imbarcarsi per il Giappone, dove a Fukuoka dal 14 al 30 luglio si disputeranno i Mondiali in vasca olimpica. «Da alcuni mesi ormai mi porto appresso un infortunio», ha spiegato lo zurighese, alle prese con problemi muscolari al collo che lo affliggono da gennaio e che lo hanno costretto a fine marzo a saltare i Campionati svizzeri. «Ancora dopo i Campionati nazionali ho avuto un paio di settimane complicate, ma ora tutto pare essersi risolto. Ho potuto riprendere a nuotare normalmente solo all'inizio di aprile. In seguito, ho avuto bisogno di molto tempo per ritrovare la forma, avevo molti km da recuperare. Spero di giungere a Fukuoka nelle migliori condizioni: la salute c’è, mi sento molto bene, darò il meglio di me stesso e vedremo cosa riuscirò a fare».
Nel corso di questo difficoltoso 2023, durante il quale ha effettuato anche la scuola reclute per sportivi d’élite, Dakovic non ha ancora potuto spingere al massimo. I suoi migliori tempi stagionali, tutti colti a Roma a fine giugno, lo piazzano ben oltre la 70a posizione mondiale (1'48”41 nei 200 m stile libero, 3'50”43 nei 400 m e 8'02”38 sugli 800 m). «Sono stati mesi duri», ha detto il vincitore di 2 argenti agli Europei 2022, «e, tenuto conto di tutto, sono contento dei tempi fatti segnare a Roma». Per fare un confronto, l'anno scorso – sempre nella Città eterna – aveva fermato il cronometro a 1'45”32 e 3'43”93. Dove invece è riuscito a migliorare rispetto allo scorso anno è stato sugli 800 metri, misura in cui è stato capace di battere di ben 4 secondi il record svizzero fin lì detenuto dal ticinese Noè Ponti. «Non sono troppo sorpreso del mio tempo negli 800 m», ha detto Djakovic felice di avere avuto una buona conferma per quanto riguarda la tenuta. «Sono contento di possedere un nuovo limite nazionale», ha aggiunto. Negli ultimi giorni, Antonio ha ridotto notevolmente il numero di km percorsi giornalmente in allenamento. «Ora bisogna ritrovare le forze, abituarsi al clima giapponese e alle sette ore di fuso orario», ha spiegato lo zurighese, precisando che: «Devo migliorare pure qualche dettaglio a livello tecnico, ma tutto pare che vada per il meglio».
Questi Mondiali nipponici saranno soltanto una tappa d'avvicinamento ai Giochi di Parigi del 2024 o potranno rappresentare qualcosa di più per Djakovic? «La mia annata, fin qui, non si è certo svolta come avevo previsto e sperato, quindi prendo questi Mondiali soprattutto come un trampolino verso le Olimpiadi dell'anno venturo. In pratica, sto già sperando nella prossima stagione agonistica, che spero sarà per me ricca di soddisfazioni». La prudenza, dunque, in questi Mondiali è d'obbligo: «Prima di entrare in competizione in Giappone, sui 400 stile libero, avrò ancora quasi due settimane di tempo a mia disposizione. Il mio obiettivo è disputare una finale, preferibilmente nei 200 o nei 400 stile libero. Se poi dovessero arrivarne due, sarò ancora più soddisfatto. E poi, naturalmente, voglio avvicinarmi più possibile ai miei migliori tempi. L'importante, ad ogni modo, è essere in buona salute e potersi allenare normalmente. Sono felice e fiero di poter rappresentare il mio Paese. Abbiamo una bella squadra, anche in vista della 4 x 200 stile libero, gara in cui spero di fare bene insieme a Roman Mityukov, Noè Ponti e Nils Liess. Sono felice di poter disputare questi Mondiali».