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Il derby della paura fa bene al Lugano

Sotto 1-0 dopo 8 minuti, i bianconeri ribaltano una sfida caotica ed equilibrata. Gianinazzi: ‘Fisicamente c’eravamo’. Cereda: ‘Bene, ma non abbastanza’

(Ti-Press/Golay)

Lugano – C’è chi l’aveva definito il derby della paura il 257esimo della serie, anche perché la situazione di classifica di Ambrì e Lugano era lì da vedere. E se alla fine Thürkauf e compagni riescono a mettersi in tasca tre punti indubbiamente pesanti, non si può invece dire che l’apprensione sia del tutto svanita dalle parti della Cornèr Arena. Al termine di sessanta minuti a tratti caotici ma pure equilibrati, aperti prima dal dominio sterile dei padroni di casa e poi definitivamente lanciati dal vantaggio ospite, a firma Tommaso De Luca, all’ottavo. Quando il canadese Philippe Maillet si è spinto fin nel terzo avversario in mezzo a tre bianconeri senza venir minimamente attaccato, prima di servire alla diciannovenne ala valdostana il disco dell’1-0. E già che si parla di errori, ieri sera il campionario è stato piuttosto ricco. Fra i tanti, val la pena citare il clamoroso malinteso tra Virtanen e un DiDomenico anche più nervoso del solito – tanto da beccarsi una disciplinare di partita a sfida ultimata per averne dette quattro all’arbitro, dopo che era già volata qualche parola grossa all’indirizzo di Thürkauf a fine secondo periodo, all’imbocco del corridoio che porta agli spogliatoi –, con il canadese che invece di rimanere in posizione a coprire il finlandese decide inspiegabilmente di sganciarsi a sua volta, regalando agli increduli Carr e Joly uno dei contropiede più ghiotti della loro carriera, e il topscorer arrivato dal Québec un’opportunità simile per il pareggio non la poteva sbagliare.

Se l’1-1 al termine del primo periodo stava forse un po’ stretto alla squadra di Cereda, che ha pattinato di più, mostrando maggior determinazione nei contrasti, con il passare del tempo è stato il Lugano a mettere un’opzione sul secondo derby stagionale. La svolta è stata probabilmente la rete di Arcobello sul finire del periodo centrale, quando la difesa biancoblù si è fatta trovare fuori posizione sul servizio di Zohorna, dopo un duello nell’angolo tra Curran e Sekac vinto da quest’ultimo. L’Ambrì ha cercato di reagire, e qualche buona occasione se l’è anche creata, ma sorretto dall’ottimo Schlegel tra i pali e da un boxplay che ha creato molti grattacapi agli avversari, nei quattro minuti con l’uomo in meno a cavallo della seconda pausa il Lugano non ha praticamente corso pericoli. «Alla fine a decidere la partita sono stati un paio di episodi – dice l’ala biancoblù Dario Bürgler –. Penso all’opportunità di giocare con l’uomo in più quando il Lugano era già in vantaggio 2-1: non soltanto non siamo riusciti a segnare, ma abbiamo pure vanificato tutto con la penalità di Maillet, incassando pure il 3-1».

Quella rete, al 46’11’’, frutto di una bella combinazione tra Thürkauf e Joly, conclusa con l’intelligente servizio sotto porta per il liberissimo Fazzini, ha avuto l’effetto di un colpo di grazia per l’Ambrì Piotta. «A conti fatti, credo sia stato determinante lo spirito di sacrificio che ci ha permesso di vincere tanti duelli – dice l’attaccante bianconero Lorenzo Canonica –. Abbiamo capito qual è la strada da percorrere e dobbiamo continuare sullo stesso piano, portando l’energia positiva a Zurigo. Sicuramente, però, dobbiamo migliorare a livello difensivo: ogni tanto li abbiamo lasciati entrare nel nostro terzo senza attaccarli. Sapevamo che l’Ambrì si concentra molto sull’aggressività e sul pressing alto, e parzialmente ne abbiamo sofferto. Ma sapevamo anche come e dove colpirli, e le occasioni che abbiamo creato sono finite in rete».

Luca Gianinazzi, dal canto suo, si aspetta che il suo Lugano cresca anche sotto altri punti di vista. «Questa non è stata sicuramente la nostra miglior partita, non siamo stati perfetti, ma abbiamo fatto le cose giuste per poterla vincere – spiega il coach del Lugano –. Dobbiamo crescere come squadra e dare continuità a quello che abbiamo fatto nel derby. A livello caratteriale, il ghiaccio mi ha dato le risposte che mi attendevo. Abbiamo lavorato bene sul piano della fisicità: sappiamo che il derby è ricco di emozioni, ma siamo stati bravi a tenere quelle positive dalla nostra parte».

Quanto invece a Luca Cereda, il coach dell’Ambrì si rammarica soprattutto per le occasioni non sfruttate. «Avevamo iniziato bene, e in particolare dopo il primo gol avevamo la situazione abbastanza sotto controllo. Poi, con un nostro errore, abbiamo concesso un contropiede che il nostro avversario ha sfruttato molto bene. In generale, abbiamo creato abbastanza per segnare più di un gol, ma non siamo stati abbastanza bravi per riuscirci. Abbiamo sicuramente fatto un passo avanti rispetto a Porrentruy, ma insufficiente per riuscire a vincere. Ora ci attendono due settimane con tante partite e pochi allenamenti: i giocatori ne saranno contenti, e vedremo di farci trovare pronti per questo periodo intenso».