Il Lugano ritrova il capitano in un lineup rimesso a nuovo. ‘Pronto per aiutare i compagni’. Il coach: ‘È sbagliato pensare che possa risolvere tutto lui’
Lugano – La notizia che tutti i tifosi del Lugano si aspettavano in questi giorni è infine arrivata. Tornato ad allenarsi regolarmente sul ghiaccio con i compagni di squadra martedì, Calvin Türkauf con tutta probabilità stasera sarà in pista per il secondo derby stagionale, il primo alla Cornèr Arena. Costretto da due mesi a restare lontano dalle piste per un infortunio al ginocchio, il capitano si è ripreso più velocemente del previsto. Un rientro importante non solo sul piano qualitativo il suo, ma anche su quello psicologico, perché il ventisettenne attaccante è una pedina importante sullo scacchiere di Luca Gianinazzi. Scacchiere che, oltretutto, dovrebbe presentarsi assai cambiato rispetto alle ultime partite: infatti il nazionale in allenamento ha ritrovato il posto al centro della ‘sua’ linea, completata dai fidi Joly e Carr, ciò che ha portato a diversi spostamenti negli altri blocchi. Uno in special modo, per effetto del rientro di Sekac, che andrà ad affiancare Zohorna e Arcobello, mentre in retrovia lo svedese Dahlström verrà invece relegato in tribuna, anche perché Guerra, dopo l’infortunio al piede causato da una discata, oggi si è allenato in coppia con il canadese Schultz, che ovviamente verrà confermato. Hanno invece lavorato in maglia gialla Patry, Cormier e Aleksi Peltonen, e due di loro non dovrebbero trovare spazio sul foglio partita. Una mezza rivoluzione, insomma, quella voluta dal tecnico ticinese: darà gli effetti sperati?
«Io sto bene, e mi sono allenato tantissimo – sono le prime parole di un motivatissimo Thürkauf –. Nelle ultime settimane ho lavorato tanto tra ghiaccio e palestra. Non è stato tanto facile rimanere fuori per un periodo così lungo, ma adesso sono pronto per giocare. Io e i miei compagni vogliamo risalire la china: ci vorranno tanta energia e più emozioni, e sicuramente questo derby viene nel momento migliore per trovare i giusti stimoli. In queste settimane, osservando la situazione dal di fuori posso confermare che abbiamo una buona squadra, ma non dobbiamo perdere la testa, e in partita dobbiamo portare avanti il nostro sistema, alzando il nostro livello, e io spero col mio contributo di aiutare i compagni».
Ma sarà indubbiamente così, anche perché tutti sanno quanto la figura di Thürkauf sia importante per questo Lugano. «In verità per me è difficile rispondere a una simile domanda – aggiunge –. In pista ci vanno oltre venti giocatori, non solo uno, e se non ci sono io gli altri devono fare un ulteriore passo avanti. Non dimentichiamo che in questo momento il roster è al completo, un motivo in più per fare meglio. Quanto al mio corpo mi ha dato segnali positivi, di conseguenza stasera potrò scendere sul ghiaccio e ne sono davvero felice. Mi aspetto una sfida difficile, infatti entrambe le squadre si trovano in una sorta di buco nero: mi attendo un derby molto pesante, con tante emozioni in pista e l’energia che ci verrà trasmessa dai nostri tifosi, che ci daranno un grande aiuto. Detto ciò, non dimentichiamo che stiamo parlando di una semplice partita, sicuramente importantissima, ma la stagione è lunghissima: non siamo certo alla settima partita di una serie playoff, dove ci si gioca il tutto per tutto. Però dobbiamo vincere, per iniziare una striscia positiva».
Infatti siamo a metà novembre, e il Lugano vuol dare una svolta alla sua stagione. «Ho molta fiducia in questa squadra – conclude Thürkauf –. Avevamo iniziato bene, poi siamo entrati in una fase negativa, e non vogliamo continuare a giocare in questo modo, anche perché alcune sconfitte sono state inaccettabili. Non vedo l’ora di rimettere piede in pista, e so bene qual è il valore che c’è in questo spogliatoio, dobbiamo solo ritrovarci. I playoff sono ancora lontani, ma stasera abbiamo davanti a noi un bel challenge, e non ci tireremo indietro».
Capitano o no, Luca Gianinazzi sa benissimo che Calvin Thürkauf non può essere considerato la soluzione a tutti i mali. «Se pensassimo che il suo rientro sia la risposta a tutti i nostri problemi, ci sbagliamo di grosso – dice il trentunenne coach bianconero –. Non possiamo pensare che con lui in pista tutto andrà bene e tutto sarà bello come vorremmo: non è questo il modo giusto di vedere le cose. Calvin è un uomo importante, per noi e per la Nazionale, ma dobbiamo ragionare come un squadra, non prendere la sua assenza come alibi per questo periodo negativo. Sarebbe una cosa completamente sbagliata, e anche controproducente».
Poi ‘Giana’ fa autocritica. «Chiaramente siamo delusi dei risultati finora ottenuti, ma quando i risultati non arrivano, come in questo periodo, il responsabile sono io. Quindi, se c’è una persona che deve essere migliore, che deve trovare soluzioni migliori, quello sono io. È questo il mio punto di vista. Quando diciamo che ci aspettiamo di più dai giocatori, certo, è vero, ci attendiamo un rendimento maggiore da parte loro, ma se c’è uno che è responsabile affinché loro possano dare quel qualcosa in più, sono ancora io. Quando si perde si cercano sempre degli alibi, e stasera – aggiunge, usando il condizionale – dovrebbe rientrare Calvin, questo ci darà sicuramente un’energia nuova che ho già potuto vedere durante gli allenamenti. È come se si percepisce che una scintilla s’è accesa. Ma la cosa più importante è che si accenda durante la partita».
Anche se in una sfida come il derby, spesso il problema è quello di tenerle sotto controllo le emozioni. «Infatti sarà fondamentale. Bisognerà avere la capacità di giocare in un modo intelligente attraverso le emozioni, sarà quella una parte fondamentale della serata. Ciò che è successo nelle ultime settimane non ci piace, ma a questo punto non possiamo cambiarlo: la realtà è questa, il passato dobbiamo lasciarcelo alle nostre spalle e il nostro focus dev’essere interamente rivolto a domani sera».
Quando, tra l’altro, il trentaquattrenne Justin Schultz, l’ultimo arrivato nello spogliatoio bianconero, potrà vivere l’emozione del primo derby. «Lui è ragazzo molto umile, se pensiamo a ciò che ha fatto in carriera (oltre 800 partite in Nhl, con i colori di Pittsburgh, Edmonton e Seattle, ndr). Non è arrivato qui con la supponenza di chi sa tutto a meraviglia, ma si è messo a disposizione della squadra, nella sua umiltà, nel suo essere normale come gli altri, e ha portato un grande messaggio nello spogliatoio. Il suo palmarès parla per lui, e il suo inizio è stato buono, e siamo contenti del contributo che ci ha dato nel powerplay».