Scatta sabato la nuova avventura delle biancoblù nel massimo campionato femminile. Rogger: ‘Vogliamo dare fastidioalle squadre più quotate’
Da sabato si fa sul serio. Scatta infatti ufficialmente la Women’s League. E a tenere a battesimo la nuova stagione del massimo campionato femminile di hockey saranno le Girls dell’Ambrì Piotta, che alla BiascArena, in un anticipo di campionato, dalle 20.30 affronteranno il Davos. «E sarà subito un test molto interessante, perché di fronte avremo una delle squadre che durante la pausa estiva è stata tra le più attive sul fronte del mercato: da una stagione all’altra il roster gialloblù si è notevolmente rinforzato e dunque rischia di essere un cliente assai ostico per chiunque», premette il tecnico delle biancoblù Benjamin Rogger, al suo secondo anno alla transenna delle leventinesi.
E l’Ambrì Piotta con che premesse si presenta al via di questo nuovo campionato? «Ci presentiamo sullo slancio dell’ottimo terzo posto conquistato al termine della passata stagione (un piazzamento che, a essere onesti, è andato anche oltre le nostre aspettative iniziali), e dunque ripartiamo con una bella carica». Sul piano tecnico, rispetto alla passata stagione le biancoblù si presentano con diversi volti nuovi, in particolare al capitolo straniere: accanto alla finlandese Jenna Kaila e alla svedese Fanny Rask, entrambe confermate, quest’anno ci saranno Julia Liikala, finlandese pure lei, e la ceca Michaela Pejzlova, che formeranno così un quartetto di attaccanti tutto d’importazione. «Julia, che figura nei quadri della Nazionale finlandese, e Michaela, centro della rappresentativa del suo Paese, unitamente alle due conferme, dovrebbero garantirci una buona ‘trazione anteriore’. Comunque non a scapito della difesa, anche se, giocoforza, lì saranno le giocatrici ‘indigene’ a dover fare la loro parte. Per serrare i ranghi nelle retrovie punteremo in particolare sulle nostre giovani, con l’obiettivo di farle crescere sull’arco della stagione». Una conferma e un ritorno invece a difesa della porta delle Girls, «dove avremo... un tandem di Sofie: accanto alla confermatissima Sofia Decristophoris, reduce da un’ottima stagione in biancoblù, potremo infatti contare anche su Sofia Bernardasci, di ritorno in Ticino dopo una stagione trascorsa nelle file del Neuchâtel».
Accennato alle premesse, veniamo agli obiettivi della stagione entrante: cosa c’è nel mirino delle Girls? «Come la passata stagione, puntiamo a chiudere la regular season nelle top-4, in modo da qualificarci per i playoff, cercando di dar fastidio alle ‘teste di serie’». Che sarebbero quali? «Guardando a come si sono mossi i diversi club durante l’estate, quest’anno quelle più attrezzate, almeno sulla carta, dovrebbero essere Berna e Zugo, oltre che al solito Zurigo. Ma, come detto poc’anzi, attenzione anche al Davos, che si presenta al via con ambizioni decisamente maggiori rispetto all’anno scorso. E un occhio di riguardo lo merita pure il Friborgo, reduce da un’importante campagna acquisti. Con noi, fanno così sei le squadre che possono vantare un potenziale competitivo, per cui prevedo un campionato interessante e combattuto. Anche perché nemmeno le altre del gruppo, Neuchâtel e Langenthal, partono battute in partenza. Non si dimentichi che quasi nessuno all’inizio dello scorso campionato pronosticava le neocastellane tra le top-4, e invece al termine della regular season erano riuscite a qualificarsi per i playoff».
Per Benjamin Rogger, quella entrante sarà la seconda stagione alla guida delle Girls, ma la sua quarta nella realtà del massimo campionato dell’hockey femminile, avendo in precedenza allenato per due campionati le Ladies bianconere: come è cambiato il mondo dell’hockey femminile in questi anni? «Sul piano del gioco in questi anni il nostro campionato ha fatto passi da gigante, e non fatico a credere che la stagione entrante il torneo sia ancora più avvincente ed equilibrato: tutti si sono mossi sul mercato e tutti hanno cercato di apportare qualità al proprio roster, ingaggiando giocatrici di spessore, cosa che contribuirà sicuramente ad alzare il livello della competizione». Il fatto di avere in squadra diverse giocatrici che già allenavi in riva al Ceresio ti ha agevolato il lavoro in Leventina? «Sicuramente è stato un vantaggio conoscere già le caratteristiche di alcune. Ma, e mi preme sottolinearlo, ciò che facciamo è prima di tutto portare avanti un gruppo di giocatrici ticinesi, dando loro la possibilità di giocare ai massimi livelli possibili in Svizzera senza dover ‘emigrare’ oltre San Gottardo per poterlo fare. Lo stesso avveniva anche a Lugano dove, prima che le Girls raggiungessero la massima divisione, parecchie giocatrici del Sopraceneri andavano a rinfoltire i ranghi delle Ladies bianconere. Ora che però sono sparite dal panorama hockeistico femminile, la ‘geometria’ dell’hockey femminile si è ribaltata». Già, quest’anno la Women’s League non vivrà più i derby ticinesi: cosa cambia per voi? «In realtà, la rivalità tra Ambrì e Lugano nell’hockey femminile non era così sentita come fra i colleghi uomini, anche perché le ‘parabole’ delle due società per certi versi si sono quasi incrociate. C’è meno campanilismo, e, a dirla tutta, nello spogliatoio sono decisamente più sentite altre partite. Come contro lo Zurigo, che era l’avversario per eccellenza delle luganesi ai tempi e ora lo è anche delle leventinesi».