Laurent Dauphin annichilisce il Servette con quattro gol (e un palo, a porta vuota) e per i biancoblù tutto è possibile. Finisse così, sarebbe derby
I segnali c’erano, e da tempo pure. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare che un Laurent Dauphin in evidente stato di crescita potesse persino rubare la scena a Michael Spacek, dopo avergli già scippato il casco da topscorer una settimana prima, ma solo perché a Losanna il ventiseienne centro cresciuto nel Pardubice era assente per malattia. Stavolta invece Spacek c’è – e si vede –, ma i riflettori sono puntati lo stesso soprattutto su Dauphin, Flipper per gli amici, che letteralmente si esalta alle Vernets in un giovedì che va di traverso al povero Jussi Olkinuora, uno che non è abituato a lasciare il ghiaccio con solo l’80% di parate. Invece stavolta deve tornare sotto la doccia con ben quattro gol sul groppone con appena venti tiri.
Ci sono serate in cui tutto va come uno vorrebbe, e quella serata per l’Ambrì arriva al momento giusto. Contro un Ginevra che fino a qualche ora prima gli stava davanti in classifica, ma che alle ventidue passate gli finisce dietro, pur se solo per una questione di differenza reti. Con Flipper – o Dauphin, se preferite – che riesce a infilarsi in ogni azione che abbia il peso del gol. Anzi, verrebbe da dire che stavolta l’Ambrì è lui, visto che il numero 9 lo si ritrova un po’ dappertutto, in un match che in verità comincia male per non dire malissimo, siccome dopo quattro minuti scarsi il Servette è già sul 2-0. La reazione ticinese, però, è veemente, con Dauphin che inaugura lo show personale riportando i biancoblù a galla nel giro di appena diciassette secondi, tra l’11’11” e l’11’28”. Una fulminea doppietta che cambia il ‘mood’, con il Servette che inizia a farsi delle prime domande. Prima della mazzata finale, sempre a opera del ventottenne di Repentigny (e di chi, sennò?), che nel secondo tempo risponderà poi al nuovo allungo granata con altre due reti, una più pesante dell’altra, tra il 35’13” e il 38’42”, colpendo oltretutto anche un palo nel finale, a porta vuota. «Sì, è vero, ho giocato davvero una gran partita – dice, ai microfoni di Rsi, lo scatenato Laurent Dauphin –. Il Ginevra è una bella squadra, che vuole imporre il suo gioco: l’importante era essere pazienti e dare prova di opportunismo al momento giusto, e poi siamo stati bravi a reggere fino al termine. Ci restano ancora due partite e il nostro obiettivo è quello di riuscire a chiudere nella miglior posizione possibile, e daremo tutto ciò che abbiamo per lanciare nel migliore dei modi la postseason».
Determinazione, disciplina e grandi giocate che sembrano decise a tavolino, e non c’è Ginevra che tenga: trascinato in attacco soprattutto dal citato terzetto di Dauphin, Spacek e De Luca e sorretto in retrovia dalle prodigiose parate di uno Juvonen davvero scintillante (per esempio, è tutto da rivedere il ‘big save’ con cui il finlandese nega a Filppula un gol già fatto sul finire del primo periodo), una volta arrivato sul 4-3 l’Ambrì non sbaglia più un colpo. E quando squilla l’ultima sirena, tra i mugugni del pubblico delle Vernets si mette in tasca una vittoria meritata quanto fondamentale, pensando alla qualificazione ai ‘play-in’, ma non solo: a questo punto, infatti, i biancoblù sono ottavi con cinque punti di margine sull’undicesimo posto, ma soprattutto possono ambire a chiudere la regular-season a uno dei due posti più ambiti appena fuori dalla zona playoff. Con i biancoblù che hanno più che mai il destino tra le mani, in una classifica davvero cortissima, e se il campionato finisse oggi, in cartellone fra una settimana ci sarebbe nientemeno che il derby. C.S.