Gli Sharks sono reduci dalla loro prima stagione in Terza Lega, grazie all’impegno pure di Patrick Ferreira: ‘Abbiamo già richieste per l’anno prossimo’
Due sconfitte nei quarti di finale contro il Cramosina (25-0 e 21-2) hanno segnato la fine della stagione di Terza Lega, la loro prima in un campionato ufficiale, degli Sharks. Quella vissuta da Patrick Ferreira, cofondatore della squadra, e dai suoi compagni è stata dunque una stagione storica: «La squadra Shark esisteva già a livello amatoriale, ma il Club The Sharks è una cosa diversa e nuova. Degli amici mi hanno chiesto di aiutare a creare una squadra, visto che già un paio d’anni fa ci avevo provato, ma la possibilità non si era mai concretizzata a causa della mancanza di giocatori. Avendo già delle persone al mio fianco mi sono lanciato. Il nome c’era già , abbiamo valutato se iscriverci a un torneo amatoriale, ma poi abbiamo deciso di guardare più avanti e abbiamo deciso di passare direttamente in Terza Lega, per contribuire ad aumentare il numero delle squadre partecipanti, visto che l’hockey amatoriale sta prendendo sempre più piede. Nella nostra compagine diamo spazio a giocatori provenienti dai tornei amatoriali o che vogliono avere più ghiaccio che nelle altre squadre di Terza Lega».
Osservando la vostra rosa emergono due dati, uno è la giovane età media, l’altro è il numero relativamente esiguo di giocatori presenti alle partite… «Abbiamo tanti giovani, a parte un paio, siamo tutti sotto i trent’anni. In particolare abbiamo accolto diversi ragazzi usciti dalle giovanili dei Gdt Bellinzona. Alcuni dei nostri vengono pure dal Luganese. A inizio stagione eravamo sempre pochi, poi con il passare delle settimane abbiamo trovato gente che è venuta a darci una mano, in modo da essere in dieci alle partite e abbiamo già ricevuto richieste in vista della prossima stagione».
Il vostro campionato si è così concluso con sedici sconfitte in altrettanti incontri, per un totale di quattordici gol segnati e trecentosedici subiti. I risultati sono in linea con le aspettative? «No, nel senso che non avevamo aspettative. Ovviamente ci attendevamo di subire molte reti, il nostro obiettivo era di segnare sempre almeno un gol. Ciò che guardo è invece la crescita della squadra, a inizio stagione sul ghiaccio eravamo spesso spaesati, poi piano piano siamo migliorati, speriamo che prima o poi arrivino anche i risultati. Sarebbe bello avere almeno un rinforzo in attacco, qualcuno che ci aiuti sottoporta e che guidi i nostri sedicenni e diciassettenni con la sua esperienza».
È quindi in questo senso che volete migliorarvi in vista della prossima stagione: «Esatto, non cerchiamo fenomeni, ma gente che creda nel nostro progetto e che abbia voglia di divertirsi. Le sconfitte inoltre vanno prese con filosofia».
Che atteggiamento avete percepito da parte delle altre squadre, sono contente della vostra presenza? In partita hanno ‘pietà ’ di voi o danno il massimo? «Inizialmente c’era curiosità , ma è arrivata anche qualche critica, i nostri miglioramenti sono comunque stati apprezzati. Inoltre avere una squadra in più fa piacere, per cui direi che i feedback sono positivi, speriamo che vada avanti così. Sul ghiaccio ci hanno sempre rispettato tutti, soprattutto le squadre più forti, come Cramosina, Pregassona-Ceresio e Valle Verzasca. Hanno sempre giocato il loro hockey, non hanno fatto i ‘finti deboli’, poi chiaramente per loro era un allenamento in vista dei playoff. Ci sono anche state partite in cui gli avversari hanno provato a vincere con più reti di scarto possibile, costringendoci a difenderci fino alla fine con i denti. Nessuno comunque ha rinunciato a dare il massimo contro di noi e lo abbiamo apprezzato parecchio, piuttosto avremmo preferito prenderne cinquanta».
Torniamo invece un attimo a bordo pista, quali sono le principali difficoltà che hai riscontrato nel costruire da zero una squadra? «Indubbiamente il reperimento dei giocatori, perché all’inizio tante persone volevano venire con noi, ma poi hanno disdetto e a inizio campionato avevo il timore di ritrovarmi con solo otto giocatori e un portiere. Poi lavorando duramente e svolgendo un battage pubblicitario su Instagram, su Facebook, siamo riusciti a trovare un secondo portiere e altri giocatori».
Il lavoro dietro le quinte come viene ripartito? «Oltre a giocatore sono pure il presidente, Mattia Ortelli funge da allenatore, anche se risulto io sul foglio partita. Sul fronte dirigenziale possiamo contare anche su Heidi Biasca, per l’amministrazione, e Luca Bosshard, come direttore sportivo, in particolare l’inizio è stato impegnativo, bisognava occuparsi dei tesseramenti, delle discussioni con la lega, c’erano i regolamenti da imparare, mentre adesso stiamo organizzando una tendina al carnevale Lingera di Roveredo. Che funzione preferisco? Sicuramente quello di giocatore».
Sul fronte finanziamenti, invece, siete riusciti a reperirne a sufficienza? «Abbiamo trovato alcuni sponsor che ci hanno aiutato per l’acquisto delle maglie e per la prossima stagione stiamo pensando a delle idee con l’aiuto di tutti i giocatori, grazie anche alle tassi sociali riusciamo a coprire tutte le spese. A tutti loro, sponsor e giocatori, va un grosso ringraziamento per aver reso possibile il progetto».
Se vi trovaste su una pista di Terza Lega in compagnia di Ferreira non è però detto che siate a un incontro degli Sharks… «Già , sono anche arbitro, pure in Terza Lega. Alla settimana ho dunque un allenamento e una partita con gli Sharks e una o due partite da arbitrare».
Le prime ‘nuotate’ sono state fatte, ora gli squali dell’hockey ticinese vogliono iniziare ad azzannare qualche preda.