Nonostante la sconfitta a Bienne i leventinesi rimangono pienamente in corsa per i playin. Cereda: ‘La strada è tracciata, si tratta di insistere’
Bienne – Sabato sera. La terza sirena, che ha messo fine alle ostilità fra Bienne e Ambrì Piotta, è appena risuonata. I giocatori si allineano sulle rispettive linee blu per la premiazione del migliore in pista e poi scambiarsi le strette di mano di rito. I seeländer hanno appena vinto anche la seconda delle due sfide consecutive contro i leventinesi, ma il loro linguaggio del corpo non indica calma e consapevolezza, bensì una certa inquietudine che può finalmente andarsene per fare spazio al sollievo. Anche il pubblico aveva intuito la tensione sul ghiaccio, lasciando partire, al 60’, un boato che di solito si sente alla fine di una serie di playoff e non per una partita di stagione regolare.
È questa immagine che tutto l’Ambrì deve utilizzare per superare un weekend sicuramente amaro in termini di punti e classifica (0 sono i punti raccolti e lo stesso Bienne è passato in 24 ore da -2 a +4 nella graduatoria lasciando proprio ai biancoblù il decimo posto) ma positivo per quanto riguarda l’attitudine, la mole di gioco e la capacità di rimanere in partita fino alla fine. Anche Luca Cereda, che al momento delle interviste post partita dimostra una grande consapevolezza e determinazione, cerca di guardare oltre il dato contabile e prendere quanto di positivo. Un’Ambrì, insomma, che è stato mal ripagato degli sforzi profusi. «Sì – afferma il tecnico di Sementina –, su sei tempi affrontati contro il Bienne, cinque sono stati giocati molto bene. Quindi è un grande passo avanti della squadra rispetto alle ultime settimane. Siamo stati mal ripagati, sì, ma la strada è quella giusta e dunque si tratta di insistere».
Se venerdì alla Gottardo Arena il secondo periodo aveva visto il dominio dei padroni di casa, pur senza dilagare nel punteggio, sabato a Bienne la frazione di mezzo è stata caratterizzata da diverse penalità che gli ospiti hanno concesso e i biennesi hanno sfruttato. La mancanza di disciplina è quindi forse l’unico vero appunto da fare all’Ambrì. «Sì e no. Diciamo che quando vengono fischiate delle penalità del genere – commenta Cereda, lasciando trasparire una leggera ironia – poi ci si aspetta che queste vengano chiamate anche in proprio favore, cosa che stasera (sabato per chi legge, ndr) non è successa».
Occorre poi parlare anche della sfortuna. Se è vero che non si può sempre chiamare in causa la dea bendata, specie quando questa non aiuta, è altrettanto vero che alcuni episodi sono stati veramente sfortunati per i leventinesi. Su tutti quel palo interno clamoroso colpito da Bürgler a una trentina di secondi dalla fine, quando si giostrava in 6 contro 5, se il disco fosse entrato avrebbe mandato probabilmente tutti all’overtime (e di riflesso avrebbe fruttato almeno un punto). Ma nel primo tempo Benjamin Conz ha dovuto alzare bandiera bianca, obbligando la panchina biancoblù a mandare nella mischia Davide Fadani, all’esordio stagionale in National League. «Per quanto riguarda l’entità dell’infortunio a Conz non abbiamo ancora una risposta precisa. Sappiamo che Benjamin si è fatto male alla zona dell’anca, ne sapremo di più nei prossimi giorni, anche se non mi aspetto sia già a disposizione al primo allenamento. Sono contento per Fadani. Non è mai facile entrare a freddo, ma lui si è dato da fare con grande coraggio e grinta. Mi spiace di non aver portato a casa niente anche per lui».
Interrogato su alcune situazioni specifiche, leggasi il powerplay, che nel weekend ha prodotto 3 reti su 8 occasioni avute, il tecnico ticinese preferisce mantenere una visione più globale. «Abbiamo fatto un passo avanti in tutte le situazioni, non solamente in superiorità. Se togliamo il primo tempo di venerdì ecco che la via è sicuramente tracciata. I ragazzi hanno lavorato molto bene in settimana, sia martedì che giovedì. Siamo in crescita, di forma fisica, mentale e anche a livello di gioco. Se si insiste i risultati saranno solo una conseguenza».
Un’altra delle note positive del weekend in salsa bernese è rappresentata dal rientro, anticipato, di Tommaso De Luca. L’attaccante italiano, infortunatosi alla schiena in dicembre proprio con la maglia azzurra ai Mondiali U20 di Division 1B, ha infatti bruciato le tappe della riabilitazione e ha ritrovato un posto in formazione, venerdì come tredicesimo attaccante mentre sabato direttamente in linea con Bürgler e Heim.
Il numero 88 ha giocato due partite incoraggianti, tanto che da fuori non si è praticamente notato lo stop di circa un mese. E le buone sensazioni ci vengono confermate dal diretto interessato: «Posso essere soddisfatto dalle prestazioni. Avrei forse potuto portare un’intensità maggiore sia in zona offensiva che difensiva, ma in generale sono contento di quanto fatto».
Nella sua analisi, il diciannovenne aostano punta il dito contro la sfortuna: «La fortuna non è stata dalla nostra parte. Ora è comunque importante non mollare a livello mentale e dal prossimo weekend dare ancora di più. Dovremo essere aggressivi in entrambe e fasi del gioco e penso che tirare maggiormente in porta ci aiuterebbe. Nel terzo tempo avremmo potuto ottenere qualcosa in più, ma ci rifaremo dalla prossima settimana. Il palo è stato proprio un episodio sfortunato, poteva andare fuori ma anche andare dentro. È da questo che dobbiamo partire: dato che la fortuna non ci ha sorriso dobbiamo lavorare maggiormente».