A Ginevra un altro gol annullato nel finale, per i bianconeri che perdono per strada anche Andersson. ‘Possiamo soltanto rinsaldarci ancor di più’
Piove sul bagnato, dicono. Ma il men che si possa dire, in questo caso, è che si tratta di un vero e proprio diluvio per Luca Gianinazzi e i suoi ragazzi. I quali già si presentano a Ginevra a ranghi contati, siccome anche LaLeggia, all’ultimo, deve dare forfait a causa dell’influenza, e nonostante il coach bianconero possa finalmente far conto su Arttu Ruotsalainen nell’occasione non riesce neppure a completare il lineup, vedendosi costretto a iniziare la partita con dodici attaccanti e sette difensori. E neanche a farlo apposta, quei sette difensori nel finale di secondo tempo diventano sei. Quando, a tre minuti e rotti dal termine, mentre i ticinesi sono costretti a soffrire sul serio, in un’inferiorità numerica che – a conti fatti – costerà loro il gol partita di Tanner Richard, al 37’04’’, nel tentativo di opporsi a una bordata del solito Vatanen, Calle Andersson si getta sulla linea di tiro e poi si accascia al suolo. Prima di rialzarsi un attimo dopo come se nulla fosse, portando a termine il cambio, come fanno i giocatori di hockey, pur continuando a scuotere la mano e collezionando una smorfia dopo l’altra. Naturalmente è presto per le diagnosi, ma i primi spifferi dalle Vernets parlano di qualcosa di serio, tanto che qualcuno pronuncia la parola frattura. In attesa degli accertamenti medici, i bianconeri possono soltanto incrociare le dita. «Come si fa ad accettare che ci siano così tanti infortunati? È vero, sono veramente tanti, ma in uno sport come il nostro c’è sempre qualcuno che si fa male – dice Samuel Guerra ai microfoni della Rsi –. L’unica cosa che possiamo fare è rinsaldarsi ancora di più, diventare ancor più forti e lottare per ogni centimetro che l’avversario ci concede o che siamo noi a strappargli».
Dopo un secondo tempo difficile, nel terzo i bianconeri avrebbero senz’altro meritato qualcosa in più, al cospetto di un Ginevra che ha dato l’impressione di essere un po’ troppo sicuro di sé. «Non dico che l’abbiamo dominato, ma di sicuro gli abbiamo tenuto testa, lottando su ogni disco, e almeno il pareggio l’avremmo meritato – aggiunge Guerra –. Fa male, è davvero frustrante, guardiamo avanti e cerchiamo di costruire su ciò che abbiamo fatto di positivo: ci abbiamo provato fino alla fine, e ancora una volta siamo arrivati a un niente dal riuscirci».
Il possibile infortunio alla mano di Andersson, tuttavia, non è il solo motivo di disperazione per i bianconeri. Infatti, per la seconda volta in pochi giorni Thürkauf e compagni si vedono negare la gioia del pareggio a qualche istante dalla fine: l’altra sera a Davos era stato lo stesso capitano a recriminare per quel gol annullato a un minuto dal termine, stavolta ad affliggersi tocca invece ad Alatalo. Una rete, quella del 2-2 al 57’36’’, che tra l’altro sarebbe regolarissima: il problema è che immediatamente dopo il gol lo staff ginevrino ha chiesto il coach’s challenge per una presunta infrazione di fuorigioco in partenza dell’azione, cosa che – puntualmente – i due linesmen hanno appurato, siccome le immagini dimostrano che quando il disco era appena arrivato sulla blu (che in quel caso fa ancora parte del terzo centrale della pista) Michael Joly già si trovava in zona offensiva col piede allungato all’indietro per sfiorare in extremis la linea con il pattino. Lo stesso Joly che – visibilmente meno esplosivo del solito al di là dell’episodio, poiché non ancora del tutto ripresosi dall’influenza intestinale – a quattro secondi dalla fine si ritrova improvvisamente solo soletto davanti a Jussi Olkinuora, ma non riesce a superarlo. Quando si dice che non è serata. C.S.