I biancoblù in versione sprint mettono sotto anche gli Orsi, a cui scippano il quarto posto in classifica. ‘Nel terzo tempo non abbiamo concesso nulla‘
Ambrì – Ventuno partite, trentacinque punti. Alzi la mano chi immaginava davvero di vedere i biancoblù al quarto posto di una classifica pur ancora tutta da definire chiaramente a cinque giornate dal giro di boa della regular season. Poi, se si pensa che André Heim e Alex Formenton, tornati in Leventina solo un mese fa, probabilmente non hanno ancora raggiunto entrambi completamente il loro pieno potenziale, si può ben intuire che di questi tempi Luca Cereda dorma sonni tranquilli. A maggior ragione stavolta, dopo un venerdì straripante, in cui i leventinesi travolgono un Berna diminuito nei numeri e colpevolmente pure nelle ambizioni, vista la collezione di svarioni un po’ di tutti i tipi. E non solo nei primissimi minuti di partita, il cui prezzo viene pagato dall’insicuro Adam Reideborn, richiamato ben presto in panchina. «Sul primo gol siamo stati fortunati, ma il risultato a fine partita è senz’altro meritato – ammette il coach biancoblù, che ha ripreso il suo posto in panchina dopo la parentesi con la Nazionale a Tampere, dove ha fatto da assistente a Patrick Fischer –. I ragazzi hanno lavorato bene durante la mia assenza, e mi è piaciuto soprattutto il fatto che nel terzo tempo non abbiamo concesso davvero nulla al Berna. Inoltre, nelle fasi decisive del match ho visto davvero uno spirito positivo da parte di tutti».
Del resto, a parte un piccolo calo nel periodo centrale, l’Ambrì è padrone autorevole del ghiaccio dall’inizio alla fine. E in simili circostanze non deve sorprendere se un Alex Formenton riesca a sfruttare appieno le proprie caratteristiche: una prestazione, quella offerta dal fulmine di Barrie, nell’Ontario, che è senz’altro la migliore da quando ha aperto la sua seconda parentesi in biancoblù. E questo al di là della doppietta, siccome il canadese ci sguazza, quando gli si concede qualche centimetro, figuriamoci quando si parla di metri come nella circostanza. Metri che l’Ambrì si guadagna grazie all’enorme lavoro portato in pista sin dalle prime battute dello scontro diretto tra la quarta e la quinta forza del campionato, che si scambieranno poi di posizione a fine serata: velocità, intensità, pressione sul portatore del disco avversario e tante buone idee, quelle biancoblù. A cui, naturalmente, vanno aggiunti i gol: ben tre con appena cinque tiri nei primi sette minuti scarsi di partita, con lo scatenato Pestoni – doppietta anche per lui – e i suoi compagni che non potrebbero cominciare meglio la serata. «Non ho mai visto l’Ambrì avanti 3-0 dopo sette minuti – dice Tobias Fohrler –. I due gol del Berna nel secondo tempo? Diciamo che loro hanno sfruttato i nostri errori, ma poi ci siamo ripresi molto bene, e nel terzo tempo abbiamo giocato come dobbiamo, portando a casa la vittoria. E stasera andiamo a Porrentruy per sfidare l’unico avversario che non abbiamo ancora affrontato: dovremo essere pronti al 100%, perché l’Ajoie farà di tutto per vincere».
E pensare che volevano scaricarlo, quando pure a Berna si sono decisi a seguire la moda del portiere straniero. Così, oltre al fiato sul collo del talentuoso Philip Wüthrich, il cui futuro non si discute, Daniel Manzato improvvisamente s’è visto costretto a fare i conti con lo svedese Adam Reideborn, trentunenne di Stoccolma reduce da quattro stagioni nella Khl russa. Ancora sotto contratto fino in primavera, il buon vecchio Manzato piuttosto che cambiare aria accetta di buon grado di restare a Berna pur nello scomodo ruolo di terzo, in attesa che prima o poi possa arrivare un’occasione. E quell’occasione capita stavolta, quando Tapola decide di cominciare il match schierando Reideborn tra i pali, con Manzato riserva visto l’infortunio capitato a Wüthrich, ma dopo appena sei minuti il trentanovenne friborghese è già in pista, visto che in avvio di partita lo svedese ne combina di tutti i colori: dapprima, con un intervento a dir poco goffo confeziona da solo l’1-0 biancoblù (pur se il tocco decisivo è di Formenton) sull’innocuo appoggio di Heim, poi due minuti dopo devia col gambale direttamente sul bastone di Eggenberger l’assist di Douay. Ma quando, al 6’17’’, Pestoni trova il modo per segnare il 3-0 a un Berna allo sbando, a Tapola non resta altro da fare se non cambiare il portiere: paradossalmente, è l’unico gol su cui Reideborn non può nulla, visto che il pasticcio nell’occasione è di Füllemann, ma purtroppo per lui, il coach finlandese degli Orsi può sostituire solo il portiere, non tutti e venti gli altri giocatori.