Il direttore amministrativo dell'Hc Lugano Jean-Jacques Aeschlimann torna sui disordini post-partita che hanno sporcato il derby
Buona a metà la prima. Perché se da un lato il primo derby stagionale tra Lugano e Ambrì Piotta e Lugano di ieri sera, venerdì 29 settembre, si è confermato l'evento sportivo più atteso e sentito dagli appassionati di sport ticinesi, dall'altro a guastare il tutto ci ha pensato il deplorevole sipario dei disordini che ha guastato il post-partita.
Scene poco edificanti, amplificate anche dalle immagini della diretta televisiva ‘in chiaro’ che hanno fatto il giro del Ticino e di tutta la svizzera, con le due tifoserie, o, almeno, le frange più turbolente di esse, a cercare di trovare il modo per uno scontro diretto sotto le volte della Cornèr Arena, per l'occasione traboccante di spettatori (6'733: tutto esaurito).
‘Il derby è e deve restare una festa dello sport. Peccato che quello di ieri sia stata guastata dai disordini di fine partita’
A innescare la miccia, secondo quanto riferito alcune persone presenti al momento dei fatti, sarebbe stata la scelta di un tifoso ospite di guadagnare la via del ghiaccio sventolando la sciarpa della sua squadra del cuore. E a quel punto gli animi, già surriscaldati per il finale da thrilling del derby numero 250 della storia, si sono incendiati, su entrambi i fronti, costringendo agli straordinari il personale della sicurezza per riportare la situazione alla calma. Non senza fatica, vista l'escalation degli eventi, con tanto di tentativo di sfondare le barriere protettive tra un settore e l'altro della pista (superficie di gioco compresa) facendo ricorso anche a improvvisate ‘armi’ (fra cui una porta di hockey) per raggiungere il proprio intento.
«È un vero peccato che sia finita così: una vera e propria festa sportiva – perché i derby tra Lugano e Ambrì Piotta sono e devono restare una festa dello sport declinato ai colori rossoblù – guastata per il gesto di un singolo o pochi altri; è davvero un peccato...». Dopo averci dormito su una notte, o almeno qualche ora, il direttore amministrativo (Coo) dell'Hc Lugano Jean-Jacques Aeschlimann torna sui fatti che hanno ‘sporcato’ il primo derby stagionale. E conferma la cronologia dei disordini. «Malgrado il problema nel ticketing, con il conseguente annullamento dei biglietti già venduti per il settore ospiti, che ha logicamente creato un po‘ di tensione nel pre-derby, fino all'appendice dei rigori la situazione tra le due tifoserie in pista era sotto controllo. La conferma l'avevamo del resto avuta ancora nella valutazione che avevamo fatto con i responsabili della sicurezza all'inizio dell'ultimo tempo di gioco». Poi però il quadro della situazione è cambiato, in modo assai repentino... «È successo tutto in modo fulmineo e del tutto imprevedibile: siamo stati presi di sorpresa anche noi. Al termine della partita dalla tribuna un tifoso, individuato come sostenitore ospite, si è reso protagonista di un'invasione di pista. Ciò ha ’logicamente‘ scatenato tutta una serie di eventi che poi hanno preso la piega che tutti, purtroppo, hanno visto. Dapprima c’è stata la reazione dei tifosi del Lugano, in particolare dei tifosi in tribuna, che se la sono presa con il tifoso sceso in pista. A quel punto altri supporter della squadra ospite hanno cercato, riuscendoci in parte, di scavalcare la recinzione tra il loro settore e la curva ovest per cercare di venire in sua difesa, scatenando l'ira degli spettatori della curva nord. In poche parole, è stata una serie di conseguenze dell'infelice iniziativa di un singolo. Ma fin lì, ci tengo a ribadirlo, la situazione era davvero sotto controllo, come confermato pure da tutte le persone presenti sul posto per garantire e vigilare sulla sicurezza all'interno della pista».
E ora, che provvedimenti sono da prevedere? «Siamo ancora in fase di valutazione dei fatti, basandoci in particolare sulle riprese video di quei momenti. L'intento è quello di identificare tutte le persone coinvolte nei disordini, a cominciare dal responsabile primo, per poi decidere eventuali provvedimenti nei loro confronti. Va però detto che la nuova legge sulla protezione dei dati, paradossalmente, ci complica un po‘ la procedura in questo senso. Ci vorrà dunque una collaborazione di tutti per dare un volto e soprattutto un nome ai responsabili. A ogni modo la nostra volontà come club è quella di fare tutto il necessario per riuscire nei nostri intenti, perché non possiamo certo permetterci di lasciar correre fatti simili».
Sono da prevedere sanzioni per la società da parte della Lega? «Sul posto, come da prassi, c'erano anche i rappresentanti del Consiglio d'ordine e sicurezza della Lega, che, come da protocollo, ci hanno dato una mano nella gestione della situazione. Così a caldo, da quello che è emerso nel briefing finale con loro, è che in ogni caso abbiamo fatto quanto si poteva fare in una situazione simile».
Il bilancio dei disordini? «Non mi risulta che ci siano stati ferimenti, almeno all'interno dello stadio: fuori dal perimetro di nostra competenza è la Polizia che gestisce l'ordine. A ogni modo, per quanto ne sappia io, anche lì non vi sono stati ferimenti o fermi. Anzi, mi risulta che il deflusso sia stato tranquillo».
Alla luce di quanto capitato venerdì, sono da prevedere cambiamenti sul fronte della sicurezza per il secondo derby stagionale che si disputerà alla Cornèr Arena? «A prescindere dal livello di rischio della partita, il protocollo prevede che per ogni match venga fatto un debriefing, per capire cosa è andato bene e cosa invece deve essere rivisto e rivalutato. Un esame della situazione che prevede anche di prendere in considerazione quanto avvenuto in altre piste, per tastare un po’ il polso alle varie tifoserie: ciò vale tanto per il prossimo derby che si giocherà qui a Lugano quanto per le prossime partite di regular season. Se a quel punto dovesse emergere la necessità di potenziare il servizio di sicurezza, agiremo di conseguenza. Del resto, come da prassi, per il derby di ieri (venerdì 29 settembre, ndr), oltre ai 45 steward (a cui in ogni caso compete unicamente il compito di accompagnare i tifosi ma non quello di vigilare sull'ordine in pista) avevamo impiegata una squadra composta da un'abbondante trentina di addetti alla sicurezza».
Da aggiungere infine che il primo derby stagionale, come evidenziano i numerosi filmati circolati sui social, è stato segnato anche da diversi danni alle infrastrutture, in particolare ai servizi igienici e alle pareti della Cornèr Arena, imbrattate con lo spray.