Conz e Pestoni trascinano i biancoblù nella rimonta con il Losanna, dall'1-4 al 5-4. Terraneo: ‘Portiamo le emozioni positive a venerdì’
Ambrì – Non bisogna fare l’errore di dimenticare la prima metà di gara, ma l’Ambrì può veramente godersi questi tre punti. Fino al 28’ l’incontro sembra infatti saldamente nelle mani del Losanna capolista, che in quel momento conduce per 4-1 (Bozon apre lo score in powerplay, di Rochette il raddoppio, Spacek riduce poi lo scarto in superiorità numerica, mentre in entrata di periodo centrale vanno in rete Holdener e Suomela), forse aiutato da un avversario poco brillante, ma anche perché ogni giocata gli riesce praticamente alla perfezione. Poi Pezzullo lancia De Luca, il quale tocca all’indietro per Lilja che buca Punnenovs sul primo palo. E da lì la partita cambia, i biancoblù si svegliano, mentre i vodesi paiono incapaci di entrare in modalità da battaglia e troppo sicuri dei loro mezzi. I locali invece ci mettono maggiore grinta e prendono in mano il pallino del gioco. Così su un nuovo spunto dello svedese va a segno anche Dauphin e nel terzo tempo Pestoni ribalta la situazione prima con un tiro al volo in powerplay (bell’assist di Spacek) e poi con un’azione individuale coronata dalla finta sul malcapitato Marti. A quel punto il Losanna ricomincia a spingere, ma non riesce a pareggiare la sfida.
Un’importante fetta di merito va anche a Benjamin Conz, subentrato a un Juvonen senza particolari colpe, ma certamente non sui suoi soliti standard, dopo la quarta rete romanda, autore di una prova solida, corroborata da due bei interventi nei minuti finali su Pilut e Suomela (che ha pure colpito un palo) e ricompensata dall’ufficioso shutout. Chissà se ciò gli basterà per partire titolare nel derby di venerdì, o se Cereda preferirà non concedere uno straniero al Lugano. «Alla fine le mie parate non erano così difficili, perché i difensori mi hanno protetto bene – commenta il numero uno biancoblù –. Quando sono entrato non ho pensato a nulla in particolare e ho fatto vedere il mio meglio, la squadra ha comunque avuto la testa giusta e siamo rientrati in partita lottando». Una nota di merito anche a Pezzullo, molto propositivo e solido, e a un Douay onnipresente, mentre Brüschweiler ha sicuramente offerto la sua migliore prestazione da quando è giunto alla Gottardo Arena, trovando molto spazio a scapito di De Luca dopo il rimescolamento delle linee. Sintomo del fatto che Cereda è pur sempre ancora alla ricerca della miglior formazione. Molto bene anche Virtanen, mentre Dauphin ha vissuto una serata complicata, salvata dal 63% di ingaggi vinti, esercizio nel quale è stato fondamentale nel finale di gara, mentre il mattatore Pestoni si è acceso negli ultimi 20’ dopo due tempi di anonimato. «Non è stata la nostra partita migliore – continua Conz –, quella è stata contro lo Zugo, quando siamo stati costanti per 60’, come negli ultimi 35’ di ieri. È però stata la nostra miglior reazione. Cereda doveva fare qualcosa (il timeout era già stato utilizzato dopo lo 0-2, ndr), non stavamo sicuramente giocando bene, e il cambio portiere ha dato alla squadra la scossa giusta».
Anche Simone Terraneo ha messo il bastone nella vittoria, lanciando Pestoni verso il gol-vittoria: «Ma forse Lilja ha toccato quel disco – dice il giovane difensore –. Adesso festeggiamo questa vittoria, dobbiamo portare le emozioni positive a venerdì. Nel primo tempo però abbiamo fatto fatica, eravamo sempre in ritardo, mentre i losannesi erano più determinati».
Uno dei temi ricorrenti nell’estate ambripiottese era capire quale impatto avrebbe avuto Michael Spacek senza il connazionale e amico Filip Chlapik. Ebbene il numero 43 ha già dato una prima risposta con i numeri: nelle cinque partite giocate finora ha realizzato quattro reti con venti conclusioni a rete, per una percentuale di riuscita del 15%. Spacek viaggia inoltre alla media di 1,6 punti a partita e con il 52,73% di ingaggi vinti. A titolo di confronto l’anno scorso – anche se in quel caso bisognava mettere in conto il necessario ambientamento in una nuova squadra e lega – era a quota due gol con tredici conclusioni.
Ma è anche il suo atteggiamento sul ghiaccio a essere cambiato, ora sembra avere un atteggiamento più da leader, cercando più spesso la conclusione personale, mentre l’anno scorso sembrava sempre voler in primo luogo servire il suo fido compagno. Che a sua volta con lo Sparta Praga ha segnato un solo gol in quattro partite, ma ha già fornito sei assist.