Il Lugano subisce una lezione di hockey dallo Zurigo e il 5-2 finale è ancora clemente. Morini: ‘Abbiamo lasciato Koskinen troppo solo’
Lugano – Sgombriamo subito il campo da qualsiasi incomprensione: questa partita il Lugano non l’ha giocata per nulla male, altrimenti i tre gol di scarto sarebbero tranquillamente potuti essere cinque o sei. Già, perché in particolare i primi 40’ – nonostante il vantaggio di Arcobello al primo tiro – si giocano praticamente a una porta sola, quella di Koskinen e il risultato di 2-1 per gli ospiti (pareggio di Rohrer in powerplay al 14’ e vantaggio di Malgin al 34’) è decisamente favorevole ai ticinesi. Nel terzo tempo Chris Baltisberger e Frödén danno al punteggio una dimensione più consona a quanto visto, prima della rete di Thürkauf in 5 contro 4 e la doppietta dello svedese a porta vuota nel finale. «Niente da dire, lo Zsc è una squadra molto forte e ha mostrato un ottimo hockey – osserva un frustrato Giovanni Morini –, sapevamo cosa avrebbe portato in pista. Invece noi non siamo riusciti a fare ciò che possiamo e avremmo dovuto. Ripeto, loro hanno giocato una partita superlativa, erano molto aggressivi nel forechecking, mentre noi non siamo riusciti a essere abbastanza cattivi su ogni disco, a vincere quei duelli, che poi ci avrebbero permesso di gestire meglio il disco».
Il Lugano ha infatti commesso numerosi errori in impostazione, ma questi sono spesso stati dovuti alla grande pressione degli uomini di Crawford, abili anche nelle verticalizzazioni, soprattutto nel secondo tempo, nel quale la panchina vicina ha permesso ai Leoni di costringere gli avversari nel terzo e a cambi molto più lunghi, stancandoli enormemente e vincendo sempre più duelli. Aver concesso ‘soli’ 32 tiri è dunque prova di solidità difensiva. «Abbiamo commesso molti errori nei passaggi, anche per conseguenza dell’intensità dello Zurigo, poi si arriva a situazioni, come un cambio lungo, in cui gli errori si moltiplicano. Ci siamo trovati in tante situazioni dove abbiamo dovuto rincorrere il disco e poi nel momento di giocarlo non c’erano più le gambe per poter attaccare. Gli allenatori ci chiedono di essere aggressivi in zona difensiva, per mantenere i cambi corti, ma non lo siamo stati abbastanza nei primi momenti di possesso disco nel nostro terzo. Il secondo tempo è stata una sofferenza».
L’osservato speciale Michael Joly si è visto meno che la sera precedente a Losanna, ma presto, con più ritmo nelle gambe e un avversario meno indiavolato, arriveranno indubbiamente i primi punti. Da notare come il canadese abbia disputato i primi due tempi in linea con Granlund e Ruotsalainen e il terzo con Morini e Arcobello. Con il rientro di Koskinen (senza colpe, anzi solidissimo finché la partita era in bilico) e l’esclusione di Carr, Gianinazzi ha ridisegnato i blocchi offensivi per la seconda volta consecutiva, con la squadra che fatica forse a trovare i giusti automatismi. «Mikko è stato bravo, ci ha tenuto a lungo in partita, non ha colpa sulle reti, spesso lo abbiamo lasciato solo a prendere tiri e rimbalzi. Così non va bene». Stavolta la concretezza sotto porta è stata soddisfacente, visto lo scarso numero di occasioni avute. L’inesperto portiere ospite Zumbühl (alla prima da titolare in National League a 25 anni) ha comunque offerto una buona prestazione, pur non essendo perfetto sul primo gol, e forse la sua presenza ha indotto i suoi compagni a fare uno sforzo ulteriore in sua protezione.
La 700esima partita da presidente di Vicky Mantegazza si chiude dunque senza festa.
Questa’estate il Lugano ha deciso di allungare la rosa con diversi giovani e aumentare pertanto la concorrenza interna. Ciò significa però anche che qualche errore d’inesperienza è da mettere in conto. È successo a Zanetti con la penalità di quattro minuti contro l’Ajoie, è successo ad Hausheer con la lettura sbagliata sul primo gol del Losanna. Il primo rimane in panchina per quasi 50’, mentre il secondo, rientrato in formazione dopo l’esclusione della vigilia, viene schierato per un solo cambio nel periodo centrale (1’45” di ghiaccio). Va un po’ meglio nel periodo conclusivo, con il rimescolamento delle linee che promuove l’italiano (che prova a metterci la sua rapidità) al fianco di Ruotsalainen e Granlund, mentre il difensore ex Zugo viene gratificato di qualche cambio, a risultato acquisito. Insomma una scelta decisamente forte quella di Gianinazzi, considerando oltretutto che in attacco può disporre di due giocatori sicuramente validi come Gerber e Patry, che in questa stagione non hanno ancora debuttato.