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‘Che bello giocare con delle ambizioni’

Lo Chaux-de-Fonds di Karim Del Ponte si gioca un posto in National League nello spareggio con l’Ajoie: ‘Dobbiamo continuare a imporre il nostro gioco’

I festeggiamenti dopo la finale con l’Olten: ‘Non gli abbiamo lasciato argomenti’
(Keystone)
30 marzo 2023
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C’è tanto Ticino nello spareggio tra Ajoie e Chaux-de-Fonds, che a partire da stasera mette in palio il quattordicesimo posto nella prossima National League. Sul fronte giurassiano Matteo Romanenghi e Gregory Sciaroni (assieme a vari elementi con un trascorso più o meno lungo in Ticino, partendo dagli allenatori Julien Vauclair, Ivano Zanatta e Petteri Nummelin, i portieri Damiano Ciaccio e Tim Wolf, il difensore Alain Birbaum e l’attaccante Kevin Bozon) cercheranno di difendere il loro posto nell’élite, mentre proveranno a guadagnarsi la promozione i vari Colin Fontana, Karim Del Ponte e Patrick Petrini (assieme ad altri volti noti come Viktor Östlund, Lucas Matewa, Stefan Ulmer, Adrien Lauper e l’assistente allenatore Loïc Burkhalter). Il titolo di Swiss League dei ‘Montagnards’ è arrivato dopo un percorso esaltante, per la gioia proprio del difensore Karim Del Ponte: «È una situazione molto bella, soprattutto dopo che ero stato ai Ticino Rockets e alla Zugo Academy, è stato un bel cambiamento passare a un club con altre ambizioni, tutta la stagione è stata un processo molto bello e il titolo la ciliegina sulla torta».

Dopo un inizio balbettante infatti il titolo è assolutamente meritato: «All’inizio abbiamo impiegato un attimo a ingranare, ma era anche normale visto che avevamo un nuovo allenatore, Louis Matte, anche se i nuovi acquisti non erano tantissimi. Poi da ottobre via abbiamo ingranato e imposto il nostro gioco praticamente contro chiunque. In classifica siamo sempre rimasti un po’ dietro all’Olten, che era partito meglio di noi, ma alla fine lo abbiamo sorpassato meritatamente, visto che anche in regular season lo avevamo sconfitto tre volte su cinque. Poi durante i playoff abbiamo continuato dritti sulla nostra strada».

Dopo aver eliminato Sierre e Turgovia impiegando ogni volta cinque partite, i neocastellani non hanno lasciato la minima soddisfazione ai solettesi nell’ultimo atto: «Le singole partite erano equilibrate, ma noi abbiamo sempre avuto qualcosina in più e più fortuna sul fronte infortuni. In ogni caso il quattro a zero è abbastanza netto, loro non hanno avuto particolari argomenti».

‘Nei playoff conta solo la squadra’

La prima stagione del 25enne valmaggese alle Mélèzes sta facendo registrare 38 presenze e 9 punti in regular season e 3 presenze (nessun punto) nel postseason: «Mi sono trovato bene, ho dovuto adattarmi agli obiettivi più alti del club, ma ci sono riuscito bene e ho dato il mio contributo alla squadra per tutto l’anno. Nei playoff ho giocato un po’ contro il Sierre, poi non più. Ho avuto un periodo difficile e sono anche stato ammalato, ma alla fine nei playoff conta solo la squadra e visto che chi ha giocato ha raggiunto l’obiettivo va bene così».

Per il finale di stagione si sono peraltro aggiunti diversi volti noti, giunti in tessera b. «A inizio stagione conoscevo solo dai Rockets Lucas Matewa e Viktor Östlund, con il quale avevo già un legame di forte amicizia, oltre a Damian Gehringer da Zugo, mentre gli altri erano tutti nuovi. Però abbiamo veramente un bello spogliatoio e siamo molto legati e adesso è stato bello ritrovare Colin Fontana e Adrien Lauper. Facendo i conti alla fine eravamo cinque “ticinesi” a vincere il titolo, dopo essere passati da Biasca».

A proposito dei rivieraschi, la partecipazione al prossimo campionato non è ancora certa, come vedi la situazione? «Onestamente ne so poco, attendo di vedere le notizie sull’apporto finanziario degli azionisti e degli sponsor che credo manchi ancora. Sarebbe peccato se il progetto non andasse avanti, se riuscissero a trovare una soluzione sarebbe un’ottima cosa per l’hockey ticinese e per tutta la Swiss League, visto che appunto in poco tempo siamo passati in cinque dai Rockets al titolo».

Per prima cosa però bisogna pensare allo spareggio con l’Ajoie, cosa dovrete fare per avere la meglio? «Dobbiamo continuare come abbiamo fatto fino adesso ad applicare il nostro gioco, essere pronti a livello tattico».

‘L’attesa dei tifosi è grande’

L’Ajoie è stato costretto a giocarsi la salvezza dopo aver perso il playout con il Langnau, per voi cambia qualcosa tra un avversario e l’altro? «Noi non avevamo preferenze tra Langnau e Ajoie, penso però che sia bello che ci sia questo derby (le due piste sono separate esattamente da un’ora d’automobile, ndr), anche per i tifosi saranno delle belle esperienze da vivere e vedremo cosa succederà. Sicuramente poter contare su Anthony Huguenin e Petrini, come non sarebbe stato il caso contro i Tigers, è positivo».

Le emozioni per i tifosi non dovrebbero insomma mancare: «Penso ci sia molta attesa ed eccitazione, l’avevamo già sentito l’estate scorsa in un’amichevole (vinta, per quel che conta, per 3-0 dalle Api neocastellane, ndr), per una partita che mancava al pubblico da qualche anno, tra promozione dell’Ajoie e Covid, ma non paura».


‘I Rockets fanno bene all’hockey ticinese e a tutta la Swiss League’

In ogni caso per l’hockey romando è un ottimo momento visto che, contando tra di esse il Bienne, anche l’anno prossimo saranno presenti cinque squadre in National League (due delle quali ancora impegnate negli attuali playoff) e tre in Swiss League, grazie alla promozione del Martigny: «Per la regione sono dei buoni input, noi come giocatori non ce ne rendiamo magari tanto conto adesso, ma penso che a livello giovanile sia una grossa spinta».

Inoltre questo spareggio è un’opportunità per il difensore ticinese, in scadenza di contratto, per mettersi ancora in mostra: «È qualcosa che posso aggiungere al mio palmarès e alla mia esperienza, vedremo quali porte si apriranno, al momento non so ancora cosa farò l’anno prossimo».