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Un’occasione persa: ‘Siamo sempre stati un passo indietro’

Il Lugano non riesce mai a mettere veramente in difficoltà il Losanna e viene sconfitto meritatamente. Guerra: ‘Ma non c’è tempo per piangerci addosso’

Granlund e compagni troppo poco pungenti
15 febbraio 2023
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Otto tiri subiti e nessuno in porta nei primi dodici minuti e nessuna vera occasione da rete fino ai primi minuti del terzo tempo, quando gli avversari sono già in vantaggio per 3-0. Con queste premesse per il Lugano è impossibile tornare da Losanna con dei punti in tasca. Anche perché, mentre il Lugano è quello solito (mancanza di leadership, idee d’attacco sparute e confuse; ma è veramente necessario continuare a sottolineare sempre gli stessi elementi?), il Losanna si scopre cinico e infila la sesta vittoria nelle ultime sette partite, perdendo solo al supplementare con l’Ajoie. Genazzi supera due volte Schlegel a inizio tempo, per la precisione al 3’40" (servito libero nello slot alto da Fuchs da dietro la porta, senza nessuna vera opposizione della difesa) e al 21’19" (dopo 79 secondi di esclusivo controllo del disco da parte dei vodesi) e Panik sfrutta una ripartenza al 27’, poco dopo che Zanetti non era riuscito a fare altrettanto. A cui si aggiungono il palo di Raffl e il backhand pericoloso di Sekac.

E dopo le due occasioni per Josephs, la traversa di Connolly e il tiro alto di Morini, gli uomini di Ward pensano a legittimare ulteriormente il successo con il palo di Jäger, il contropiede di Kovacs e poi effettivamente con il gol a porta vuota di Sekac, con Guerra espulso e dopo un’occasione non sfruttata da Granlund. Per il resto del tempo il Lugano ha sì provato a fare la partita, ma spesso troppo timidamente.

Stavolta c’è il due senza il tre

E pensare che dopo due delle tre precedenti pause (a novembre e a inizio gennaio, dopo la Coppa Spengler) il Lugano aveva proprio ripreso contro il Losanna vincendo in entrambi i casi, mentre a dicembre aveva ripreso con una sconfitta rocambolesca a Friborgo. Dunque difficilmente può essere una questione di condizione fisica, anche perché nemmeno il Losanna ha dato l’impressione di essere particolarmente brillante dal punto di vista della velocità di pattinaggio. Nemmeno il powerplay ha dato veramente una mano, con due situazioni in cui non è mai veramente scattata la scintilla. Dei ventotto tiri in porta infatti pochissimi sono stati scagliati con la giusta determinazione e pericolosità. Per Laurikainen, insomma, il secondo shutout in maglia biancorossa non è stato particolarmente complicato.

Ha avuto indubbiamente il suo peso anche l’assenza di Marco Müller, con Granlund che ha iniziato l’incontro al centro ed è poi stato spostato da Gianinazzi all’ala di Morini, assieme a Josephs. Il tecnico bianconero ha infatti provato a rivoluzionare i terzetti d’attacco in corso d’opera, ma senza grande successo.

A riconoscere la superiorità degli avversari è anche, ai microfoni dell’Rsi, Samuel Guerra: «Non penso che sia stata l’ultima penalità a costarci la partita, in tutti gli aspetti il Losanna è sempre stato un passo avanti, c’è mancata quella cattiveria da playoff che sarebbe servita, non so per quale motivo, ma non c’è tempo per piangerci addosso». A proposito della penalità ricevuta, per comportamento antisportivo, il difensore ticinese fornisce la sua versione della vicenda: «Volevo spiegarmi con l’arbitro, ma lui mi ha respinto più volte e quella l’ho trovata una mancanza di rispetto nei miei confronti, a quel punto mi è partito l’embolo e gli ho detto cosa pensavo».

Fazzini e compagni hanno perso così un’occasione per togliersi forse definitivamente dall’impiccio dei giochi contro la relegazione, sabato alla Cornèr Arena ci sarà un’ulteriore possibilità per inseguire questo obiettivo e al contempo consolidare il decimo posto.