laR+ il dopopartita

‘Abbiamo dimostrato di saper ancora segnare’

Con il Kloten l’Ambrì ritrova il successo, trascinato da powerplay e Juvonen. Heed: ‘A Langnau un test importante per vincere anche in trasferta’.

Chlapik il match winner, Juvonen il protagonista
(Ti-Press/Golay)

Il Kloten sembra portare bene all’Ambrì, che contro gli Aviatori torna al successo (cosa che mancava alla Gottardo Arena dall’8 ottobre contro il Langnau e in assoluto dal 18 ottobre a Losanna), imponendosi con un 6-2 che ricorda per ampiezza il 6-0 ottenuto alla Stimo Arena. Come in quell’occasione però il punteggio tennistico non deve far dimenticare le difficoltà riscontrate nel corso dell’incontro. Dopo un inizio più timido il Kloten, trascinato dal solito Ang, ha saputo crearsi diverse occasioni per rimettere in dubbio l’esito della gara. Sull’altro fronte invece l’Ambrì ha ritrovato quell’efficacia offensiva messa in mostra a inizio stagione (con un Bürgler particolarmente ispirato), con tre reti cadute in powerplay. La squadra di Cereda può dunque fare il pieno d’ossigeno, fondamentale anche in vista della trasferta di stasera a Langnau. Tigrotti che dopo la pausa non hanno ancora giocato, per cui proprio il ritmo acquisito ieri può essere una delle chiavi per arginare i tigrotti e in particolare i suoi stranieri. In caso contrario la trasferta alla Ilfis può tranquillamente complicarsi parecchio. Ne è cosciente anche Time Heed «Quella con il Langnau è un’altra partita importante per noi e un interessante test per dimostrare di saper vincere anche fuori casa».

I biancoblù sono stati bravi a partire determinati e a portarsi sul 3-0 con due reti in powerplay nel primo tempo di Heed e Kneubuehler e con una deviazione di Chlapik al 27’ (dopo un’altra superiorità comunque ben orchestrata). Leventinesi bravi anche a non lasciarsi destabilizzare dalla rete di Ekestahl-Jonsson a soli sei decimi dalla seconda sirena e poi a chiudere i conti nel terzo tempo grazie alle reti di Virtanen e Bürgler e alle numerose parate decisive di Juvonen. Le reti di Nodari e Kostner (nuovamente con l’uomo in più) sono infatti giunte a giochi già fatti.

Sei reti segnate fanno comunque sempre bene al morale, «la pausa è arrivata al momento giusto per noi – continua lo svedese –, abbiamo fatto vedere che siamo ancora capaci di segnare, lo abbiamo fatto presto e siamo cresciuti da lì» e magari anche per togliere un po’ di pressione alla squadra? «Quando giochi a hockey c’è sempre pressione, nessuno vuole perdere. A inizio stagione abbiamo vinto tanto poi abbiamo cambiato strada, ma sapevamo benissimo cosa stavamo facendo, adesso abbiamo ricominciato con una vittoria e invertito la rotta».

‘Ero felice, mai nervoso’

Inoltre la squadra leventinese ha salutato il rientro di Zaccheo Dotti e il debutto stagionale di Josselin Dufey, che ha dimostrato di essere un’opzione in più a disposizione di Cereda: «Mi sento bene da quando ho ricevuto la chiamata giovedì sera, poi al warmup di ieri ero felice, mai nervoso. La vittoria è una bella sensazione, ce la siamo meritata lavorando duramente tutti quanti per sessanta minuti. Con i Rockets abbiamo comunque disputato diversi overtime e ottenuto qualche vittoria, ma poi siamo tornati a perdere. Sono contento di aver potuto giocare con un uomo d’esperienza come Zwerger e con un buon amico come Marchand».

Un’eventuale conferma del ventenne vodese stasera è sicuramente legata anche alla scelta degli stranieri e del portiere, ma indubbiamente lui il suo l’ha fatto: «Ho cercato di fornire la mia miglior prestazione possibile, non so ancora se scenderò in pista, faccio comunque tutto il possibile per giocare per l’Ambrì, vivo anche qui, a cinque minuti dalla pista».

L’annotazione

Le emozioni prima dello spettacolo

La Gottardo Arena ha ritrovato la sua squadra reduce dalla pausa per la Nazionale e da otto sconfitte consecutive. Prima ancora dell’ingaggio d’inizio però le emozioni sono salite rapidamente, in particolare per Luca Cereda e Paolo Duca, duo iconico del club leventinese e che difficilmente scorderà presto questa partita. Il tecnico, salito a quota 297 presenze in panchina (a cui se ne aggiungono 190 come giocatore) ha infatti stabilito il nuovo primato per un coach leventinese, staccando Serge Pelletier. Il Direttore sportivo ha invece ricevuto l’abbraccio dei suoi tifosi, per la prematura scomparsa di sua madre Carla, avvenuta settimana scorsa. E dopo parecchio tempo i due possono concludere la serata gustandosi i tre punti e una squadra che ha dimostrato una nuova verve e molta compattezza.