Il Lugano è quasi costretto a vincere stasera, con Josephs al rientro. McSorley: ‘Troy ci darà verticalità’
Dopo la sconfitta in gara 2 il Lugano non si trova con le spalle al muro, ma quasi, considerando che un passo falso è ancora ammesso. Due però no e allora la trasferta a Zugo assume già un ruolo fondamentale per le ambizioni bianconere di accedere alle semifinali. Sul ghiaccio per l’allenamento della vigilia si sono visti soltanto Vedova, Traber, Stoffel e Wolf, oltre a chi non era stato impiegato nella sfida di domenica, ovvero i portieri Markkanen, Fatton, Fadani e Irving, gli stranieri Josephs e Boedker, Villa e Chiquet. Per gli altri era invece in programma una sessione a secco, per recuperare le energie dopo la sconfitta dal pesante passivo di 6-2 della vigilia. Sconfitta che Alessio Bertaggia vuole cancellare al più presto: «Bisogna cercare di avere la memoria corta, ci sono le partite da giocare, ma una volta che suona l’ultima sirena non bisogna più pensare troppo a ciò che è successo e pensare già alla prossima partita. Ieri il sole è sorto comunque, abbiamo riordinato la mente, cerchiamo di recuperare le energie e presentarci pronti alla terza partita. La serie può essere ancora lunga, ma non dobbiamo pensare al punteggio sul quale ci troviamo. Siamo carichi come non mai e siamo pronti ad andare a fare il break, infatti non è finita finché non è finita».
Sono tre gli aspetti più urgenti che il futuro ginevrino e compagni devono sistemare: il primo e più evidente è indubbiamente limitare le penalità, come le due prese in maniera ravvicinata da Herburger e dallo stesso Bertaggia nel finale di periodo centrale e costate la seconda e la terza rete degli ospiti, «dobbiamo fare attenzione ai dettagli, non lasciarci prendere dalla foga e riflettere quel paio di secondi in più prima di effettuare una giocata», bisogna poi trovare il modo per sfruttare meglio le opportunità offensive create (meno del 4% quelle concretizzate): «Sappiamo che Genoni è un ottimo portiere, ma dobbiamo aumentare la pressione e portare più traffico davanti a lui, per poterci creare delle occasioni più concrete. Nella prima partita avevamo tirato di più e avuto più chance, per cui penso che dobbiamo semplicemente continuare a martellare e prima poi qualcosa succederà». Un aiuto per migliorare in questi due ambiti potrebbe giungere dalla fonte, ovvero gli ingaggi, spicca infatti la statistica che dice che nelle prime due partite dei quarti i centri luganesi si sono imposti solo nel 36% dei duelli: «I centri credo che stiano facendo il loro lavoro, magari siamo noi ali che possiamo aiutarli meglio».
Anche per Chris McSorley i problemi principali della sua squadra sono quelli già osservati da Bertaggia: «Sui sei tempi e mezzo giocati finora, siamo stati la squadra migliore per cinque, ma loro si sono rivelati essere esperti e letali. Dobbiamo fare uno sforzo collettivo per tornare ai livelli di gara 1 e aumentare la determinazione, per il resto non dobbiamo cambiare troppo. Ci sentiamo forti a ranghi completi, ma subendo penalità inutili ci facciamo male da soli. Speriamo che i Dei dell’hockey ci sorridano, oltre che di riuscire a rendere più difficile la vita a Leonardo Genoni. Gli ingaggi si compongono al 90% di ispirazione e al 10% di tattica e loro si stanno dimostrando molto esperti in questo ambito».
Perdere per 6-2 in casa potrebbe allora essere la scossa necessaria per cambiare definitivamente passo? «Non direi che dovremmo adottarla come tattica volontaria, ma ogni volta che perdi sei a due, contro qualsiasi avversario, arriva poi una reazione ancor più rabbiosa. Dobbiamo dirci che adesso basta così e calarci ulteriormente nel vivo della sfida e ora abbiamo sei motivi in più per essere motivati domani (oggi, ndr) a Zugo».
Dopo due sconfitte consecutive potrebbe essere giunta l’ora di mettere mano alla formazione, a scalpitare per tornare in squadra c’è per esempio Troy Josephs: «In questo momento riteniamo importante la presenza di Josephs, per cui allo stato attuale delle cose, la probabilità di vederlo sul ghiaccio alla Bossard Arena è molto alta. Ma il dubbio permane su chi dovrebbe lasciargli il posto. Con Troy, che sappiamo applicare un gioco molto verticale, speriamo di raggiungere un’alchimia migliore e che possa darci un po’ di frizzantezza in più».
D’altro canto il tecnico canadese potrebbe dover fare i conti con la possibile assenza di Luca Fazzini, uscito acciaccato dal match della Cornèr Arena: «La presenza di Fazzini sarà valutata assieme allo staff medico, aspettiamo di vedere con il passare delle ore come si evolve la situazione. È un ragazzo tosto e se potrà giocare lo farà».