In vantaggio 2-0 dopo ventitré minuti, i bianconeri alla fine sono costretti nuovamente ad arrendersi allo Zugo. E ora sono con le spalle al muro
La sconfitta più pesante di tutte. In una partita che, invece, era partita benissimo per gli uomini di Chris McSorley, scesi in pista a Zugo senza l’infortunato Fazzini, uscito malconcio da gara 2, e con le prime due linee completamente riviste, siccome il rientrante Troy Josephs affianca in prima Thürkauf e Carr, mentre in seconda c’è Morini con Arcobello e Abdelkader.
La prima, vera ghiottissima occasione capita al quarto minuto, quando Riva trova un gran taglio in verticale per Thürkauf, il quale prende d’infilata tutti quelli dello Zugo e si presenta indisturbato davanti a Genoni, che però esce vincitore dal duello. La reazione dei campioni svizzeri non si fa attendere: poco dopo è Dario Simion a trovarsi sul bastone un disco d’oro, con Schlegel fuori causa, ma Mirco Müller riesce in extremis a metterci una pezza. Gara 3, insomma, è subito lanciata, Con il Lugano che lavora moltissimo e non ha nulla da invidiare al suo avversario. Al contrario, semmai: al nono minuto, infatti, ecco un‘altra ottima occasione per i bianconeri, con Herburger che arriva davanti a Genoni e prova a far tutto da solo invece di coinvolgere Herren, ma il portiere dello Zugo dice nuovamente di no. Poi tocca a Josephs ad andare vicino al gol su assist di Carr, al termine di un’insistita azione nel terzo, ma il tiro del canadese sfiora solo l’esterno della rete. Il Lugano insiste: ancora con la prima linea, che si crea una nuova grossissima occasione al 14’, ma al momento di concludere, davanti alla porta vuota, Thürkauf viene arpionato da Herzog: la chance sfuma, ma i bianconeri hanno la possibilità di giocare per due minuti con l’uomo in più. In cui Morini ed Herburger si creano una nuova clamorosa occasione, ma anche in quell’occasione è Genoni ad avere l’ultima parola. Nel finale, l’occasione più propizia capita sul bastone di Bachofner, con Schlegel che deve ringraziare il proprio riflesso.
In avvio di secondo tempo lo Zugo prova subito a buttarsi in avanti, e invece a colpire è il Lugano: Herren intercetta un passaggio a dir poco avventato di Bachofner a centro pista e inventa un gran lancio per Bertaggia, il cui sangue freddo è davvero esemplare, e sulla finta del numero 10 stavolta Genoni nulla può. Così, al 21‘45‘’, e per la prima volta dall’inizio di questa serie, i ticinesi vanno in vantaggio per primi. E non è tutto: passa appena un minuto e i bianconeri raddoppiano, con Abdelkader che vince un duello con Gross dietro la porta di Genoni e serve al liberissimo Morini il puck per il 2-0, al 22’43’’. Lo Zugo cerca subito di reagire, e al 28‘30’’ si ritrovano sul ghiaccio in superiorità numerica dopo una carica fischiata ad Alatalo alle assi di fondo. I campioni svizzeri impiegano 1’19’’ per sfruttare l’opportunità: tiro dalla distanza di Kovar e deviazione col braccio da parte di Herzog: è l’1-2 al 29’11’’. La partita è accesa e apertissima, tanto che al 33’34’’ lo Zugo pareggio: i bianconeri si fanno prendere in velocità sulla destra, e Allenspach riesce a mettere in mezzo un disco che il ventunenne Luca De Nisco tocca tra i gambali di Schlegel, battendolo sul tempo. Il Lugano accusa il colpo, e per la prima volta del confronto si trova in difficoltà. Anche se nel finale sono i bianconeri a crearsi l’occasione migliore di tutte, con Abdelkader che insiste fin dietro la porta di Genoni e poi serve un Arcobello che smarca Morini: lo Zugo riesce a salvarsi in qualche modo, ma Herzog è costretto ad accomodarsi in panchina per un colpo di bastone.
La parte principale (1‘41’’) di quella penalità al topscorer dello Zugo viene espiata nel terzo tempo, con i bianconeri che ci provano, ma on riescono a sfruttare la chance. I padroni di casa, invece, sul piano della concretezza hanno qualcosa in più: puck velenosissimo sulla porta di Schlegel e Riva si vede piombare addosso due avversari, con Allenspach che è il più lesto di tutti: è il gol del sorpasso, al 44‘05‘’. A quel punto, gli uomini di McSorley non hanno altra scelta se non quella di spingere per provare a rientrare. Josephs, Thürkauf, Loeffel, Arcobello ed Herburger ci provano, ma Genoni è un muro. A quelli dello Zugo, invece, basta un disco per fare la differenza, e quando Hofmann si fionda su un puck perso dai bianconeri nel terzo, con due passaggi i padroni vanno in gol: da Hofmann a Stadler, salito dalle retrovie, e poi a Kovar: è il 4-2 al 51‘14’’. La partita, in pratica, si chiude lì. Anche se c’è ancora spazio per il 5-2 di Lander al 52’20’’, per una penalità di partita inflitta ad Arcobello a sei minuti dal termine, per il terzo gol ticinese firmato da Josephs e poi pure per il sesto dello Zugo, a firma Sven Senteler.
Zugo - Lugano (0-0 2-2 4-1) 6-3
Reti: 21’45’’ Bertaggia (Herren) 0-1. 22’43’’ Morini (Abdelkader, Arcobello) 0-2. 29’11’’ Herzog (Kovar, Djoos/esp. Alatalo) 1-2. 33’34’’ De Nisco (Allenspach) 2-2. 44’05’’ Allespach (Leuenberger) 3-2. 51’14’’ Kovar (Stadler, Hofmann) 4-2. 52’20’’ Lander (Marco Müller) 5-2. 56’14’’ Josephs (esp. Arcobello!) 5-3. 58’57’’ Senteler (Marco Müller/esp. Arcobello) 6-3.
Zugo: Genoni; Cadonau, Djoos; Hansson, Stadler; Schlumpf, Kreis; Gross; Marco Müller, Lander, Bachofner; Simion, Kovar, Hofmann; Zehnder, Senteler, Herzog; Allenspach, Leuenberger, De Nisco.
Lugano: Schlegel; Loeffel, Mirco Müller; Riva, Alatalo; Guerra, Chiesa; Wolf; Josephs, Thürkauf, Carr; Morini, Arcobello, Abdelkader; Herren, Herburger, Bertaggia; Traber, Tschumi, Stoffel; Vedova.
Arbitri: Wiegand, Kaukokari (Fin); Obwegeser, Cattaneo
Note: 7‘200 spettatori (tutto esaurito). Penalità: 3 x 2’ contro lo Zugo; 2 x 2’ + 1 x 5’ (Arcobello, al 53’59’’) contro il Lugano. Tiri in porta: 37-47 (9-17, 14-18, 14-12). Zugo senza Martschini, Suri (infortunati) e Klingberg (straniero in soprannumero); Lugano privo di Fazzini, Walker (infortunati), Prince, Boedker, Irving (stranieri in soprannumero), Fadani, Chiquet, Markkanen e Villa (in soprannumero). Al 52’20’’ timeout chiesto dal Lugano. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Dario Allenspach e Troy Josephs.