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‘L'obiettivo è chiaro: i playoff per via diretta’

Contro il Bienne, per Alessio Bertaggia e il suo Lugano un'altra sfida che vale doppio. 'La giusta reazione dopo lo scappellotto di giovedì’

Dieci reti e dodici assist in 36 partite come bottino personale per lui (Ti-Press)
1 marzo 2021
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Con quella di venerdì fanno trentanove. Col secondo atto della sfida tra Lugano e Ginevra, i bianconeri hanno dunque raggiunto pure loro la soglia minima per dichiarare valida la stagione regolare in caso di eventuale stop dovuto alla pandemia. Un traguardo che gli uomini di Serge Pelletier hanno tagliato al sesto posto di una classifica di comunque difficile interpretazione viste le parecchie partite riprogrammate. Ma un po' più indicativa se si guarda alla media dei punti a partita. E che, prendendo appunto in considerazione questo coefficiente (determinante nel caso poc'anzi evocato per stilare la classifica finale), vedrebbe i bianconeri scavalcati dallo stesso Servette, ora settimo, ma davanti al Davos, attuale quarta forza del campionato ma con tre partite in più rispetto a Bertaggia e compagni, e, soprattutto, con un peggior coefficiente di punti a partita.

Ma, a questa eventualità per ora non ci si pensa. Perché, nonostante la pandemia, il campionato procede a ritmo piuttosto sostenuto. E per il Lugano propone un'altra settimana particolarmente impegnativa. Tre le sfide che attendono i bianconeri, tutte sì con avversari peggio piazzati in classifica, ma ognuna delicata per un motivo o per l'altro. Cominciando dal Bienne, ospite domani alla Cornèr Arena per un'altra sfida che vale doppio in ottica accesso diretto ai playoff, passando per il Berna, di scena venerdì in riva al Ceresio e lanciato dopo la conquista della Coppa Svizzera, e finendo con il quarto derby stagionale di domenica alla Valascia. «Sì, sarà un'altra settimana bella tosta – sottolinea lo stesso Bertaggia –. Meglio allora non pensare all'insieme della settimana che ci attende, ma concentrarci sulla singola partita di volta in volta, pur sapendo che da qui alla fine della stagione regolare ogni sfida sarà molto importante. Il nostro obiettivo, ad ogni buon conto, è chiaro: vogliamo staccare il biglietto per i playoff per via diretta, senza passare dai pre-playoff... Per poterlo fare bisogna eccellere, e dimostrare di essere un'ottima squadra».  E allora sotto con la prima tappa del trittico settimanale: il Bienne. Una tappa a cui il Lugano si presenta in scia a un doppio confronto con il Ginevra Servette in cui ha mostrato due volti diametralmente opposti. Da quello forse più brutto di giovedì a quello decisamente più radioso, forse il migliore sinora, l'indomani: come te le spieghi due prestazioni così diverse fra loro contro il medesimo avversario? «La differenza maggiore sta nell'approccio alle due partite. Forse, nel primo 'round', avevamo un po' preso sotto gamba l'impegno. Poi, certo, l'inizio del Ginevra ci ha sostanzialmente tagliato le gambe: ai nostri avversari sono bastati pochi tiri per prendere subito le distanze nel punteggio; un po' per fortuna loro, un po' a causa di qualche nostra imperfezione. Nella replica, invece, siamo entrati sul ghiaccio sensibilmente meglio: dopo quel giovedì nero una reazione si imponeva, e una reazione c'è appunto stata. Anche se non era né scontato né evidente trovare il modo di controbattere a un avversario così. A maggior ragione dobbiamo essere contenti della nostra prestazione di venerdì: siamo riusciti a mostrare quello che sappiamo fare e come lo sappiamo fare». E quale fra i due volti si avvicina di più a quello del vero Lugano? «Dobbiamo comunque sempre tener presente che in pista, per una partita, ci sono sempre due squadre, e dunque di fronte hai un avversario che spinge e preme tanto quanto te, se non di più ancora. Ma nella seconda partita col Ginevra siamo riusciti a restar concentrati per tutti i sessanta minuti del confronto. Del resto avevamo un obiettivo ben chiaro davanti a noi: fare i tre punti e redimerci dalla sera precedente».

Cosa non ha funzionato giovedì: è stato più un calo mentale o fisico? «A mio modo di vedere è stato un insieme di cose a non andare per il verso giusto. Dall'approccio mentale a quello fisico. Sapevamo che il Ginevra sarebbe arrivato alla Cornèr Arena con una marcia in più e con il ritmo della competizione nelle gambe avendo giocato due giorni prima con lo Zugo, me mentre noi da diversi giorni non giocavamo più. Ci hanno dato una lezione: ci hanno... picchiato la mano sul 'coppino'. Ma quello scappellotto ci ha fatto bene e ci ha svegliati, facendoci capire che era ora di reagire. A questo punto della stagione ogni partita ha un peso ancora maggiore, ragion per cui un passo falso come quello di giovedì non fa mai piacere; speriamo che almeno ci sia servito da lezione per evitare altri scivoloni in futuro. E i risultati, del resto, si sono visti già l'indomani, quando giocando in modo più semplice più ordinato, abbiamo controllato a piacimento il confronto».

Costretto a fermarsi a metà ottobre per la positività al coronavirus, Bertaggia al suo rientro aveva subito trovato la via del gol (a Langnau): il primo centro stagionale del 27enne luganese, per un bottino personale che ora è di 22 punti (10 reti e 12 assist) in 36 partite: «Da quello stop mi sono ripreso bene; mi sento in forma e fisicamente non ravviso sintomi latenti. Ho anche avuto la 'fortuna' che quasi tutto il resto della squadra si sia a sua volta dovuto fermare per qualche giorno, mentre io ho potuto allenarmi a casa con piu calma, recuperando un po' del terreno perso. È vero che ultimamente ho avuto un lieve calo, ma per fortuna non ha avuto gravi ripercussioni sulla squadra, anche perché in momenti come questi ci sono stati altri giocatori il cui rendimento è salito di una tacca».