Niente da fare per Max Verstappen, che nel ‘suo’ Gran Premio d'Olanda si deve accontentare del piazzamento d'onore alle spalle del britannico
«Qui, a casa loro!», gridò Sebastian Vettel alla radio quando, su Ferrari, vinse il Gran Premio di Gran Bretagna nel 2015. Lo stesso avrebbe potuto fare Lando Norris, oggi, quando ha tagliato il traguardo del Gran Premio d’Olanda per primo, davanti al padrone di casa, l’impotente Max Verstappen. McLaren contro Red Bull: il responso degli ultimi GP è chiaro, tra le due case sarà guerra totale, fino alla fine, per l’aggiudicazione di entrambi i titoli mondiali.
Sulla carta, è stato un agosto di pausa per la Formula 1, con le fabbriche chiuse per lo shutdown programmato. Quasi tutte le scuderie, però, a Zandvoort si sono presentate con novità e modifiche da testare in pista. Già al giovedì, i tecnici della McLaren gongolavano: se gli aggiornamenti alle monoposto avessero funzionato, promettevano di aprire un gap con la Red Bull. Dopo un’estate passata a ragionare, specialmente in casa Ferrari, su quanto poco si possa ancora ricavare in termini di prestazioni da queste monoposto, che teoricamente avrebbero raggiunto il picco di sviluppo tecnico, l’ottimismo in casa McLaren sembrava persino sospetto. Invece hanno avuto ragione loro e il gap si è visto fin troppo palesemente sul giro secco. Norris, al sabato, ha rifilato più di 3 decimi di secondo a Verstappen, su una pista corta, da 70 secondi a giro. E ancora, alla domenica, 3 decimi alla volta, Norris, che non era scattato bene allo spegnimento dei semafori, dopo 72 giri ha messo tra sé e Verstappen ben 23 secondi di distacco. La superiorità di Norris è stata totale: si è preso anche il punto addizionale del giro veloce, uno strepitoso 1'13"817 fatto segnare all’ultimo passaggio, su un treno di gomme ormai belle che andate.
Sulla McLaren di Norris ha funzionato tutto a dovere. Lo stesso non si può dire della vettura affidata al suo compagno Oscar Piastri. L’australiano ha avuto delle difficoltà in qualifica e, fino al trentottesimo giro, quando ha iniziato a mettere sotto assedio Charles Leclerc per la terza posizione, la sua condotta di gara non aveva rubato l’occhio. Lo stesso Leclerc, e il suo compagno Carlos Sainz, si sono risvegliati quando hanno montato la gomma dura, quando sono riusciti a tenere un ritmo simile a quello di Verstappen in seconda posizione. È una Formula 1 in cui la differenza tra una buona e una cattiva prestazione si è fatta sottilissima. Un weekend dopo l’altro, a ogni Gran Premio, i piloti incontrano condizioni atmosferiche e asfalti differenti. Pirelli, il fornitore unico degli pneumatici, di volta in volta sceglie tre mescole delle cinque a disposizione. Tenere le gomme in caldo al momento buono è un fattore determinante: la finestra di utilizzo, il range di temperature entro il quale Pirelli garantisce una buona prestazione, in questo 2024 è particolarmente stretta. Lo hanno detto i boss della Mercedes e della Red Bull: al di là dei pezzi buoni portati in pista, il vantaggio di McLaren, e di Norris in particolare, è tutto lì, nel saper sfruttare le gomme meglio degli altri.
Eppure Norris non era partito bene. Per la settima volta su sette, una partenza al palo non gli garantisce la leadership alla fine del primo giro. Dai box lo rassicurano: abbiamo talmente tanta prestazione che il sorpasso può arrivare in pista. I tecnici credevano però che bisognasse aspettare la seconda parte della gara. Norris invece sentiva bene la macchina e con ottimismo si è lanciato all’inseguimento di Verstappen. Il sorpasso, completato al giro diciotto, è stata una sverniciata vera e propria. Max è parso rassegnato alla radio: ‘La macchina non risponde ai miei comandi’. Lamenta tanto sottosterzo, lui abituato ad avere un anteriore preciso, che asseconda il suo pensiero. La crisi tecnica della Red Bull, priva del guru degli ingegneri Adrian Newey, è evidente. Continua il rimpallo tra una specifica aerodinamica e l’altra, nessuna delle due in questo momento dà garanzie.
Nella seconda parte della gara, la corsa è infiammata dalla risalita di Sainz e dalla difesa disperata di Leclerc su Piastri. L’australiano, con una gomma più fresca di quasi dieci giri, non è riuscito a sopravanzare Leclerc nell’unico vero punto di sorpasso della strettissima pista olandese, la staccata di Curva 1. Un terzo posto insperato per il monegasco, che fa ben sperare per Monza. La Ferrari in Olanda non ha portato aggiornamenti, li avrà a disposizione sul circuito brianzolo. Ma anche lì, se non ci sarà accordo tra gomme e asfalto in termini di temperatura, si potrà far poco per rendere veloce la monoposto. Serve ancora un esempio? In Olanda chiudono al settimo e all’ottavo posto le due Mercedes, protagoniste assolute prima della sosta: George Russell prende 45 secondi di distacco dal primo; Lewis Hamilton quasi 50. Anche qui: una questione di gomme.
Male le due Sauber, che chiudono in fondo allo schieramento. Valtteri Bottas almeno ci prova: anticipa di molto la sosta, una mossa tentata anche da Nico Hulkenberg su Haas, per ritrovarsi davanti nel momento in cui si sarebbero fermati gli altri. Ma la prestazione della monoposto non c’è, a poco a poco Bottas è inghiottito nelle retrovie, costretto a una seconda sosta supplementare; mentre Hulkenberg siede a lungo al nono posto, solo negli ultimi giri deve arrendersi all’indiavolato Pierre Gasly e a Fernando Alonso. Guanyu Zhou ha girato in ultima posizione la maggioranza dei giri. Dalla proprietà Audi nessuna dichiarazione, si pensa già al 2026, si guarda al nuovo cambio regolamentare per avere una speranza di uscire dalla buca. Ma c’è ancora una stagione e mezza da condurre in porto.
Appuntamento tra sei giorni al Gran Premio d’Italia, nella seconda casa della Ferrari, dopo Imola. Fred Vasseur, il team principal della Ferrari, azzarda nelle dichiarazioni e rischia di rimetterci la faccia: sta arrivando una tripletta di gare favorevoli alla Rossa. Ai Tifosi non serve altro per alzare le aspettative, arriverà la vittoria che attendono dal Gran Premio di Monaco di maggio?