Formula 1

Nessun bavaglio nel Circus. ‘Oguno può dire ciò che pensa’

In un’intervista al britannico The Guardian, Stefano Domenicali si schiera a favore della libertà d’espressione dei piloti, invitando la Fia a chiarire

‘Senza aggressività e con rispetto, ognuno può dire la sua’
(Keystone)
8 febbraio 2023
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«La Formula 1 non metterà mai il bavaglio ai piloti». A dirlo, quando manca ormai meno di un mese all’inizio del Mondiale, domenica 5 marzo sull’asfalto del Barhain, è Stefano Domenicali, il presidente della Formula one group, che prova a rasserenare gli animi dopo che la Fia – la Federazione internazionale dell’automobile – aveva annunciato un giro di vite in merito alle esternazioni politiche fatte dagli atleti.
In un’intervista al quotidiano britannico The Guardian, Domenicali è stato inequivocabile nell’affermare che i proprietari della F1 sostengono la libertà dei piloti di parlare delle questioni in cui credono e si aspetta che la federazione internazionale chiarisca la sua posizione a breve.

A dicembre la Fia ha aveva deciso di aggiornare il suo codice sportivo, vietando ai piloti di fare dichiarazioni o commenti politici, religiosi o personali senza un’autorizzazione. Dopo che negli ultimi tempi, Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, ma non soltanto loro, avevano utilizzato i propri account sui social media per mettere in risalto questioni come la diversità, l’inclusività e le questioni ambientali. Domenicali è fermamente convinto che quel dibattito portato beneficio allo sport e alla sua organizzazione. «Tutti vogliono avere la platea per dire ciò che vogliono nel modo giusto – ha sottolineato Domenicali –. Abbiamo un’enorme opportunità grazie alla posizione del nostro sport, sempre più globale e multiculturale: stiamo parlando di 20 piloti, 10 team e tanti sponsor che hanno idee e visioni diverse. Non posso dire che uno ha ragione e un altro ha torto, ma è giusto, se necessario, offrire a tutti uno spazio per esprimere le opinioni in modo aperto. E non cambieremo questo approccio. Questa dovrebbe essere la linea del nostro sport, dare a tutti la possibilità di parlare nel modo giusto, non con toni aggressivi o per offendere, ma con rispetto»