Alzare un trofeo da Paese organizzatore è un evento assai raro: gli ultimi a riuscirci, ai Mondiali come agli Europei, furono i francesi
A vincere da Paese ospitante, nel corso delle sedici precedenti edizioni del torneo continentale per nazioni, sono state soltanto Spagna, Italia e Francia. E, in tutti e tre i casi, parliamo della notte dei tempi. Gli iberici alzarono infatti il trofeo davanti al proprio pubblico - in occasione del loro primo trionfo – nel lontanissimo 1964, imitati dagli azzurri 4 anni più tardi, quando la manifestazione era ancora un quadrangolare che durava in tutto 5 giorni e, se necessario, a decidere chi dovesse accedere alla finale, in caso di parità al 120’, era il lancio della monetina.
Un po’ più di recente, ma non molto, è invece la vittoria casalinga della Francia di Platini: era il 1984, e la formula era già leggermente cambiata, dato che la fase finale era ormai stata allargata a 8 compagini. Dopodiché, come detto, mai nessuno è più riuscito ad affermarsi fra le mura amiche.
Certo, non stupisce che Svezia, Svizzera, Austria, Belgio, Ucraina e Polonia – nelle cui vene, parlando di pallone, di sangue nobile non ne scorre troppo – non siano state in grado di compiere l’impresa. Ma è piuttosto singolare che l’exploit non sia riuscito a potenze calcistiche del calibro di Germania (1988), Italia (1980), Inghilterra (1996 e 2021), Olanda (2000), Francia (1960 e 2016), e mettiamoci pure il Portogallo del 2004, imbottito di fuoriclasse ma incapace di imporsi nel cortile di casa, oltretutto affrontando nella finalissima una totale underdog come la Grecia. Il fattore campo insomma, almeno per quanto attiene alla kermesse continentale, checché se ne dica si è rivelato determinante in ben poche occasioni.
E per quel che concerne invece i Campionati del mondo, come siamo messi da questo punto di vista? Di primo acchito, si potrebbe esser portati a credere che a livello planetario la situazione sia ben diversa, ma si tratta in realtà di una percezione ingannevole. Anche in questo caso, infatti, la maggior parte dei successi casalinghi risale ormai al Pleistocene, fatto salvo il caso della Francia che, dopo aver fallito la prima chance presentatasi nel 1938, seppe poi rifarsi nel 1998, ultima occasione in cui a festeggiare il titolo iridato furono gli ospitanti.
Prima dei Galletti, la performance era riuscita unicamente a Uruguay (1930), Italia (1934), Inghilterra (1966), Germania Ovest (1974) e Argentina (1978), e praticamente tutte le volte si trattò di vittorie ottenute soprattutto grazie a clamorosi aiuti arbitrali o alla compiacenza di avversari facilmente corruttibili. Dunque, anche in questo caso il trionfo casalingo si è verificato assai di rado, solo 6 volte su 22.
Nella maggior parte delle circostanze, anzi, il torneo si è concluso con ustionanti delusioni per le squadre locali e i loro supporter, basti ricordare le due occasioni in cui a fallire miseramente al cospetto della propria torcida furono i brasiliani – parliamo dei celeberrimi Maracanazo del 1950 e Mineirazo di 64 anni più tardi – oppure l’Italia del 1990 che, a dispetto di una storia che pareva già scritta col più prezioso degli inchiostri, visse notti magiche soltanto fino al primo tempo della semifinale giocata a Napoli contro l’Argentina di Maradona e Caniggia, sabotatori capaci di frantumare tutte le uova albergate nel paniere azzurro.
Per l’Euro in corso, dunque, i tifosi teutonici provvedano pure a fare tutti gli scongiuri del caso, ma sappiano bene che la probabilità che ad alzare la Coppa sia proprio la Germania - a prescindere dalle buone prestazioni fornite finora - si presenta in realtà piuttosto scarsa.