Euro 2024

‘Lo statuto di favoriti entra da un orecchio ed esce dall'altro’

Ousmane Dembélé relativizza sui panni di ‘testa di serie’ della Francia. Che inizia il suo percorso europeo affrontando l'insidia Austria

Ultimi ritocchi per i ‘Galletti’
(Keystone)
16 giugno 2024
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Lunedì è l'ora della Francia. Che a Düsseldorf, contro l'Austria, affronta il suo primo impegno in un torneo nel quale, come d'abitudine, i transalpini vestono i panni di favoriti. Nel loro primo impegno dovranno però fare attenzione a una squadra spesso ‘sottovalutata’ e capace di un buon pressing. Dalla loro, gli uomini di Didier Deschamps hanno comunque il favore delle statistiche, con i Bleus sistematicamente vittoriosi nella loro partita d'esordio di un grande appuntamento da 12 anni a questa parte. Finalisti tre volte su quattro negli ultimi grandi tornei (Coppe del mondo 2018 e 2022 ed Europei 2016), anche stavolta figurano tra i favoriti, unitamente ai padroni di casa della Germania e all'Inghilterra. La corazzata transalpina è però stata scalfita dai risultati delle ultime amichevoli, con due sconfitte contro la Germania (1-2 lo scorso settembre e 0-2 in marzo) e un pareggio a reti inviolate contro il Canada il 9 giugno. «Un campanello d'allarme, ma stavolta ci faremo trovare pronti», assicura Benjamin Pavard. «Lo statuto di favoriti lascia il tempo che trova: entra da un orecchio ed esce dall'altro», relativizza Ousmane Dembélé. «Lo statuto di favoriti non deve assillarci, ma dobbiamo fare in modo che questa investitura ci dia la giusta fiducia», gli fa eco Olivier Giroud. «Le ultime amichevoli non sono andate benissimo. Rispetto a quei test abbiamo corretto alcuni dettagli in vista del primo appuntamento a Euro 2024: lievi ritocchi», osserva ancora il miglior realizzatore dei Bleus (57 reti).

Di fronte ci sarà un'Austria che approda alla ribalta continentale forte di una striscia di risultati utili arrivata a quota sette partite, fra cui spiccano il 6-1 rifilato alla Turchia e il 2-0 alla Germania. È la terza volta che la Francia affronta l'Austria in occasione di un grande torneo, dopo l'ottavo di finale della Coppa del mondo 1934 (perso 2-3 al supplementare) contro la ‘Wunderteam’ del leggendario Matthias Sindelar e il successo di Platini e compagni (1-0) al Mondiale spagnolo del 1982.

Profilo più basso per i belgi. Ma nella sfida con la Slovacchia i favoriti sono loro

Diciotto mesi dopo un Mondiale in Qatar da dimenticare, il Belgio, indebolito in difesa e orfano di Thibaut Courtois, riparte all'assalto della sua prima consacrazione in un grande appuntamento. Cominciando dalla Slovacchia, con cui inaugurerà il suo cammino a Euro 2024. Una ribalta a cui arrivano in coda a un cammino tutt'altro che liscio, caratterizzato da scarse prestazioni, stelle fuori forma e palpabili disaccordi all'interno dello spogliatoio, oltre che da un selezionatore ormai giunto al termine del suo corso e a corto di idee: le insidie si sono accumulate sul cammino dei belgi nell'inverno del 2022. Alcuni elementi di quella ‘generazione d'oro’ – che non ha mai vinto un titolo – hanno dunque salutato il gruppo, seguendo le orme di Eden Hazard, ritiratosi dopo quel fiasco. «Credo che tutti siano affamati, ma dobbiamo rendere l'atmosfera il più positiva possibile, perché non è facile passare molti giorni e settimane insieme», sottolinea il nuovo selezionatore dei belgi Dominic Tedesco. Un anno e mezzo dopo l'arrivo del tecnico germano-italiano sulla panchina, il Belgio non figura più tra i possibili favoriti per la vittoria finale, e mantiene un profilo basso, scottato dalle delusioni del 2018, con la semifinale persa contro la Francia, e dalle sconfitte ai quarti di finale degli ultimi due Europei. Imbattuti nelle 14 partite agli ordini di Tedesco (10 vittorie e 4 pareggi), i belgi fanno ancora una volta affidamento sul loro attacco, capace di trovare la via del gol almeno tre volte nella metà di queste partite. Logicamente, elementi come Kevin de Bruyne, il capitano della selezione, e Romelu Lukaku saranno barometri imprescindibili per le possibilità del Belgio in questo torneo.

Sull'altro fronte ci sarà una Slovacchia, alla sua terza apparizione sulla ribalta europea, che non vuol saperne di vestire i panni della vittima sacrificale: «Il nostro portiere (Martin) Dubravka mi ha detto che se non avessi segnato due volte contro i belgi mi avrebbe preso a schiaffi – dice, abbozzando un sorriso, l'ala sinistra dello Sparta Praga Lukas Haraslin –. Ma so cosa intende: dobbiamo giocare con fiducia, anche se in questa partita non siamo noi i favoriti. Ci crediamo tutti».

Da un Iordănescu all'altro, la Romania sfida l'Ucraina

Ad aprire la giornata e inaugurare le partite valide per il gruppo E saranno Romania e Ucraina. Per i romeni si tratta della sesta partecipazione alla fase finale dei Campionati europei, ma la prima dal 2016, mentre gli ucraini sono alla loro quarta presenza. Entrambi i selezionatori, Edward Iordănescu da una parte e Serhiy Rebrov, sono al loro esordio in un grande appuntamento. Iordănescu sarà fra l'altro il primo tecnico a guidare la Romania in un Europeo dopo suo padre Anghel otto anni fa. La Romania si è guadagnata il pass per la Germania vincendo il suo girone (quello con la Svizzera, finita alle sue spalle), chiudendo imbattuta e incassando solo 5 reti in 10 partite.

L'Ucraina ci è invece arrivata passando dagli spareggi (dove aveva avuto ragione di Bosnia Erzegovina e Islanda, trovando la via del gol sempre nel secondo tempo), dopo aver chiuso al terzo posto il suo girone, alle spalle di Inghilterra e Italia.