Nonostante i mezzi pubblici si siano finora dimostratti efficienti, spostandosi nella Città Eterna i passi si accumulano. E se in più si sbaglia fermata...
«Ti sposterai con i mezzi pubblici a Roma? Auguri». Mi aveva messo un po’ in allarme, questa frase di un collega prima di partire per la Città eterna, dove giocoforza non essendo in viaggio con la nazionale – e con l’agenzia che ne organizza gli spostamenti, proponendoli anche ai giornalisti – in qualche modo mi sarei dovuto arrangiare. In realtà, sin dal primo momento tutto si è svolto (sì me la sto tirando ma bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare) senza problemi, dal comodissimo biglietto valido una settimana per bus, tram e metro all’utilizzo poi di tali mezzi, sempre relativamente disponibili, in orario e nemmeno troppo affollati.
Ne fa eccezione il giorno della partita di apertura tra Italia e Turchia: con il collega e amico Ugo Morselli commettiamo l’errore (nostro, va detto) di scendere dalla metro con una fermata di anticipo, mancando la navetta speciale per lo stadio. Dopo una discreta camminata sotto il sole battente – con tanto di computer e armamentario sulle spalle – anche a causa delle non proprio precisissime indicazioni di un volontario, ci accontentiamo quindi di un bus “normale”, salvo poi scoprire in un secondo momento che a causa del match il percorso del mezzo è modificato. Pazienza, scendiamo dalla parte opposta rispetto al previsto del Foro Italico – complesso inaugurato nel 1932 con il nome di Foro Mussolini non proprio piccolo, visto che oltre all’Olimpico comprende lo stadio dei Marmi (atletica), le piscine olimpiche (tuffi compresi), gli impianti del tennis (dove si disputano gli Internazionali d’Italia) e molto altro –, lo attraversiamo, ritiriamo l’accredito per la partita e torniamo verso lo stadio, dove ci accomodiamo in tribuna dicendoci che i nostri chilometri (circa 15 secondo il Gps dell'orologio) "li abbiamo fatti, ora tocca a chi va in campo". Per quel che riguarda il ritorno in albergo dopo il match, si è trasformato in un'altra avventura che merita una puntata a sé (seguirà)...