I titoli continentali a Kieran Reilly e Sasha Pardoe, mentre la rossocrociata conquista un buon terzo posto
Il clima è autunnale, ma di buonora uomini e donne sono già in pista: bisogna ultimare le qualificazioni maschili e, in seguito, focalizzare l’attenzione sulla finale. A pochi minuti da mezzogiorno ecco che si entra finalmente nel clou della rassegna. È il turno della britannica Sasha Pardoe, che sulle rampe di Cadenazzo riempie di mille sfumature la sua tela. Un’opera di rara bellezza. Le casse iniziano a pompare il remix di ‘I like it’ di Cardi B, il pubblico a entusiasmarsi. Nikita Ducarroz si lancia sul tracciato effettuando una serie di evoluzioni da pelle d’oca, senza comunque riuscire ad assumere il comando della competizione. Poco male, c’è ancora la seconda e decisiva run. La 18enne si conferma su altissimi contenuti, migliorando ulteriormente il suo punteggio (salito a 88,06) e spingendo la nostra rappresentante a rischiare. A estrarre il coniglio dal cilindro, insomma. La difficoltà e la pulizia della sua esibizione sono da titolo, ma, forse affaticata, nelle fasi conclusive appoggia malamente un 360 can-can ruzzolando a terra. Un errore costato il sorpasso della ceca Iveta Miculycova (85,33), che sconsolata ha tuttavia ceduto lo scettro a Pardoe.
La romanda – che ha ritirato la medaglia di bronzo in barella in attesa di alcuni esami, che hanno subito escluso lesioni – si è fermata così a 83,16 punti lasciando alle spalle di soli 0,05 l’altra britannica, Elsa Rendall Todd. Nella due giorni bellinzonese ha comunque mostrato di aver smaltito la delusione olimpica, dominando questa volta più efficacemente i suoi ‘demoni’ mentali. «Non ho mai smesso di lavorare su me stessa in modo da controllare questi episodi, che spesso affiorano in situazioni di forte stress». Da non riuscire a lasciare casa, la comfort zone, Nikita è passata (a bordo della sua bicicletta) a conoscere il mondo confermando di apprezzare particolarmente il parco di Cadenazzo. Sì, perché nel 2022 si era laureata campionessa svizzera. Il bronzo di Tokyo ha proposto due run solide, eccetto quella sbavatura nelle battute conclusive. «Chiusa una prova senza forzare, ho cercato di aumentare la complessità dei trick e azzardare… Non tutto ha funzionato come sperato, ma sono felice di essere tornata sul podio europeo». La qualità si è alzata in modo esponenziale, «ora è più dura conquistare una medaglia. Ciò, però, mi spinge ogni giorno a imparare nuove figure. Non è ammissibile cadere o sbagliare qualche acrobazia. Questa maggiore concorrenza è solo che positiva, permette alla nostra specialità di essere finalmente riconosciuta e apprezzata». La 28enne ormai è una delle rider più esperte del circuito, ma sostiene di non aver raggiunto il massimo del suo potenziale. Fra le giovani spicca il talento di Sasha Pardoe, seconda britannica capace di laurearsi campionessa europea qui a Cadenazzo. «È stata la run migliore della mia carriera. Non è riuscito tutto alla perfezione, ma è bastato a conquistare il titolo continentale. Un sogno diventato realtà».
Il profumo di griglia è ormai viepiù intenso, tant’è che pure il sole torna energicamente a riscaldare la buona cornice di pubblico. Chi non è solito barcamenarsi fra ‘backflip’ e ‘bunnyhop’ riceve sostegno dalla voce dello speaker, Alessandro Barbero, che in ogni run si occupa inoltre di comunicare la sabbia rimasta nella clessidra dei rider. I bassi rimbombano in tutto il centro fra Linkin Park e Nirvana, mentre ogni evoluzione sul cosiddetto spine (modulo simile a una spina dorsale, in cui le due rampe s’incontrano) sfida i principi della fisica infiammando ulteriormente la competizione. Non può essere altrimenti, soprattutto una volta sinceratisi delle condizioni di salute di Zoltan Kempf – caduto in modo rovinoso nelle qualificazioni. Il francese Anthony Jeanjean si dimostra in forma, completando una run di altissimi contenuti sinonimo di 92,63 punti. Un punteggio che mette in parziale apprensione Kieran Reilly, incapace di evitare sbavature. Le nuvole iniziano di nuovo a coprire il park: il bronzo di Parigi si conferma solido, ma non riesce a migliorarsi. Da iridato e vicecampione olimpico, il britannico compie invece un’esibizione da paura (93,23) confermando il titolo e aggiudicandosi un simpatico ricordo di questa due giorni. Il boccalino. «È stata una finale pazzesca! L’all-in è stato proficuo. Sono più che orgoglioso», ha commentato il 23enne. A completare il podio è stato il connazionale Dylan Hessey (91,33). Dal canto suo il rossocrociato Alexandre Sideris ha chiuso in dodicesima e ultima piazza, faticando a mostrare la sua classe. I membri dell'entourage impacchettano subito tutto il materiale così da salpare altrove sui loro camper e furgoncini. Già, perché i rider non hanno bisogno di strutture a cinque stelle. La prossima edizione avrà luogo a Eindhoven, Paesi Bassi, il 4 e 5 ottobre 2025.