Chiuse in seconda piazza le qualificazioni, la romanda oggi a Cadenazzo spera di confermare il podio. Cattaneo: ’Una disciplina in evoluzione’
Qualche barspin a ‘ritmo’ di can-can e subito acquisisce la forza straordinaria di superman atterrando un tailwhip che lascia i presenti senza parole. Il tutto in sessanta piccolissimi secondi pieni zeppi di salti e acrobazie, su e giù dalle rampe. Ormai una consuetudine a Cadenazzo, soprattutto in questi giorni. Sì, perché nei pressi del centro pacchi regionale della Posta sono in corso i Campionati europei di Bmx Freestyle. Un’edizione inizialmente programmata nei Paesi Bassi, ma la macchina organizzativa si è inceppata. E, così, nel mese di luglio il presidente della Federazione continentale – Federico Della Casa – si è rivolto a Rocco Cattaneo, amico e titolare della struttura. L’imprenditore ha colto senza esitare questa opportunità, confermando la sensibilità del Ticino nei confronti del ciclismo in tutte le sue declinazioni. Questa è infatti la seconda volta che la crème de la crème del panorama europeo si contende il titolo alle nostre latitudini. D’altronde come dimenticare la storica edizione numero zero di cinque anni or sono? «Nel 2019 la manifestazione non era però ancora trasmessa in eurovisione, ciò dimostra la continua evoluzione della specialità». Una specialità che alletta soprattutto i giovani. Nel corso dei recenti Giochi olimpici «abbiamo comunque ammirato una qualità eccelsa, di tutto rispetto. Oggigiorno c’è maggiore acrobatica, atletismo e artistica». Una continua evoluzione che ha indotto Cattaneo e soci a modificare il park, ora munito di tre nuovi moduli. «Le richieste sono differenti, perciò abbiamo incorporato delle altre strutture (che io chiamo amichevolmente onde) effettuando inoltre qualche riattazione così da conformarci alle norme dell’Uec. L’investimento, che rimarrà in seguito a disposizione di tutti, ha reso il centro di Cadenazzo il più moderno in Svizzera».
Un centro realizzato in modo da esaltare la spettacolarità di questa disciplina, apprezzato dalla nostra freccia più acuminata, Nikita Ducarroz. Nelle qualificazioni la medaglia di bronzo di Tokyo ha completato due run solide (80,00 e 85,23, sinonimo di 82,61 punti totali) chiudendo solo alle spalle dell’innarivabile campionessa in carica Iveta Miculycova. A completare il podio è provvisoriamente Lara Lessmann, attardata di 0,25 dalla romanda. L’altra elvetica, Michelle Neuner, ha invece commesso qualche sbavatura mancando così l’accesso alla finale. In campo maschile occhi puntati su Alexandre Sideris, laureatosi campione nazionale proprio qui a Cadenazzo e ben posizionato nelle qualificazioni (che riprenderanno quest'oggi, con un’ora d’anticipo rispetto al programma originario, in quanto sospese a causa della rovinosa caduta di Zoltan Kempf). Non mancherà la concorrenza: a iniziare dal campione del mondo e vicecampione olimpico Kieran Reilly nonché dal bronzo di Parigi Anthony Jeanjean.
Nell’ultimo atto i rider saranno di nuovo chiamati a completare due run, ma soltanto il punteggio migliore (in base a una scala da 0,00 a 99,99) sancirà la classifica finale. I giudici focalizzano l’attenzione su difficoltà, ampiezza dei salti, flow, atterraggio e utilizzo del percorso. «Non c’è l’assillo del cronometro, o meglio, bisogna ultimare la prova entro 60 secondi. Questo, però, non determina il risultato – continua l’ex ciclista professionista –. Ognuno sceglie le sue figure in assoluta libertà, come succede ad esempio nel corpo libero. Il concetto è lo stesso». Non è comunque facile realizzare tutta una serie di trick nel breve volgere di un minuto. «È necessaria parecchia forza mentale, ma pure dinamismo e autocontrollo». Il parco di Cadenazzo è di formato… olimpico «c’è tuttavia una zona più bassa, adatta dunque a bambini e bambine. Abbiamo inoltre acquistato un gonfiabile così da esercitare la componente aerea in totale sicurezza». Non è finita qui, perché sulla facciata del centro pacchi è stato realizzato un murale. L’opera dei Nevercrew, ossia Pablo Togni e Christian Rebecchi, si estende lungo 168 metri e 6 di altezza colorando il centro. Una pennellata di modernità, e spensieratezza, a una struttura (fruibile da chiunque grazie all’associazione Freestyle Park Ticino) sita nei pressi della stazione «eppure ancora poco conosciuta. Nel 2020 la disciplina è entrata nel panorama olimpico, aggiungendosi dunque a strada, pista, mountain bike e bmx racing. Avevamo questi duemila metri di terreno senza volumetria, perciò ho contattato una ditta francese che si occupa di costruire queste rampe. Ho mandato loro tutta la planimetria, confermandomi la fattibilità». Un’idea che si è dimostrata in più circostanze azzeccata. «È nato tutto dalla passione, dalla volontà di promuovere il freestyle. Da poco esistono infatti anche i corsi G+S come monitore». Nell’ambiente del ciclismo internazionale da parecchio e da ex atleta, Cattaneo è ferreo promotore «dell’interdisciplinarità: d’accordo specializzarsi, ma sono dell’idea che un pistard o un passista debbano provare a divertirsi su queste onde; senza effettuare salti mortali, ma prendendo dimestichezza con un mezzo che non è proprio il loro così da perfezionare l’equilibrio, l’abilità, la scioltezza. Quando scatti fra 120 corridori, può risultare utile. L’importante rimane comunque dilettarsi sulle due ruote».