Nel penultimo arrivo in salita lo sloveno vince e spodesta l'australiano O'Connor. Sabato salite conclusive al Picon Blanco, domenica la crono di Madrid
Dopo sedici giorni trascorsi in maglia rossa, assediato dagli attacchi di Primoz Roglic, il fortino di Ben O'Connor è caduto ai 1'500 metri dell'Alto de Moncalvillo, in quello che è stato il penultimo arrivo in salita della Vuelta a España. A tre giorni dalla conclusione di Madrid, Roglic è riuscito a scardinare la resistenza dell'australiano e a rosicchiargli anche gli ultimi cinque secondi rimastigli del bottino di 4’51” accumulato al termine della sesta frazione, sul traguardo di Yunquera. Giorno dopo giorno, il leader della Red Bull-Bora ha eroso secondo dopo secondo il tesoretto di O'Connor, fino al giorno propizio per il colpo di grazia. Lo sloveno è passato all'attacco sull'ultima salita ed ha staccato tutti, precedendo sotto lo striscione d'arrivo il francese Gaudu e il danese Skjelmose di 46”, gli spagnoli Mas (50”), Landa e Rodriguez (57”). O'Connor ha fatto tutto il possibile per difendere la maglia rossa, ma si è dovuto accontentare del 12° posto a 1’49” dal suo principale avversario. Un ritardo che sabato non gli permetterà di vestire per la 14ª volta consecutiva l'insegna del primato, ma che gli consente di mantenere il secondo posto in classifica, seppur staccato di 1’54” (c'è da tenere conto del gioco degli abbuoni) e con un margine di 26” nei confronti di Enric Mas.
Per Primoz Roglic si tratta della quindicesima affermazione sulle strade della Vuelta, corsa nella quale si appresta a calare sul tavolo verde un bel poker. Per riuscirci dovrà difendere la maglia rossa soltanto altre due volte. In particolare, molto impegnativa si presenta la frazione di sabato, con l'arrivo in quota a Picon Blanco, in una giornata che comprende due colli di terza categoria, due di seconda e tre di prima. L'ascesa finale verso Picon Blanco lunga 7,9 km con una pendenza media del 9,1%, presenta tratti che raggiungono il 18% e non scende mai al di sotto dell'8%. Una vera fucilata per le gambe già stanche dei superstiti della corsa spagnola, i quali – perlomeno chi è interessato dalla classifica generale – dovranno mettere in conto pure l'ultima frazione, non una passerella in quel di Madrid, bensì una cronometro di 24,6 km (per quanto completamente pianeggiante) che difficilmente metterà in croce Roglic, ma che potrebbe ancora stravolgere la top-10 e persino il podio alle spalle dello sloveno. Il quarto trionfo consecutivo proietterebbe Roglic nella storia della corsa iberica. Sarebbe infatti l'unico ad aver calato un poker, visto che prima di lui Tony Rominger (1992-94) e lo spagnolo Roberto Heras (2003-2005) si erano fermati a tre vittorie consecutive.