Ciclismo

Mathias Flückiger difende la sua reputazione

Il trentaquattrenne biker rompe il silenzio 6 mesi dopo la sua clamorosa sospensione provvisoria per doping

2 marzo 2023
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Il bernese Mathias Flückiger, 34 anni, ha parlato giovedì nel corso di una conferenza stampa indetta sei mesi dopo la sospensione provvisoria a cui aveva dovuto sottostare a partire dallo scorso 18 agosto, quando – il giorno prima della gara di mountain bike valida per l’Europeo a Monaco di Baviera – Swiss Cycling aveva annunciato che il ciclista era stato trovato positivo allo zeranolo (anabolizzante) durante un test antidoping effettuato il 5 giugno 2022 in occasione dei Campionati svizzeri svoltisi a Leysin. Il provvedimento contro Flückiger venne poi a decadere, e l’atleta aveva infatti potuto tornare a gareggiare, la scorsa settimana, in una corsa in Spagna. Il problema, però, è che ufficialmente il bernese non risulta ancora scagionato, e dunque vuole lottare per riabilitare la sua immagine e la sua reputazione. Dopo il provvedimento nei suoi confronti, il vincitore dell’argento olimpico di Tokyo (2021) si era trincerato nel silenzio, allontanandosi dalla vita pubblica per paura delle accuse che avrebbe potuto subire. L’unico cenno, da parte sua, era giunto tramite una comunicazione divulgata tre settimane più tardi, nella quale ribadiva la propria innocenza. In seguito, Flückiger ha fatto di tutto affinché i sospetti di doping che lo riguardavano si potessero dissolvere, anche grazie all’aiuto di medici come Matthias Kamber – ex direttore dell’antidoping elvetico – e Thilo Pachmann, avvocato esperto in diritto sportivo. Entrambi erano presenti giovedì al fianco del corridore nel corso della conferenza stampa tenuta a Ittigen, vicino a Berna.

Minima quantità? Procedura scorretta?

I due difensori di Mathias Flückiger affermano che l’atleta fu vittima di un giudizio frettoloso, anche in virtù della quantità di sostanza – infinitesimale – rilevata e a causa di una procedura zeppa di errori. Parliamo di 0,3 nanogrammi rilevati quando la soglia è fissata a 5 nanogrammi per millilitro: i difensori del biker affermano dunque che si tratta di ‘atypical finding’ e non di ‘abnormal finding’. «Un risultato atipico non sta a significare un test antidoping positivo», ha detto Matthias Kamber. Con una quantità così irrilevante, bisogna essere prudenti, anche perché lo zeranolo non è un anabolizzante normalmente usato a fini di doping. Kamber è convinto dell’innocenza del ciclista. «Non voglio difendere nessuno che abbia fatto uso di doping, ma voglio difendere coloro che sono innocenti».

Da parte sua, l’avvocato Pachmann ha evocato «... chiari errori di procedura», da parte di Swiss Sport Integrity. Dopo la scoperta del risultato atipico, l’atleta avrebbe tassativamente dovuto essere informato e ascoltato, secondo il protocollo dell’Agenzia mondiale antidoping. Nel caso in questione, invece, fra il test del 5 giugno e l’annuncio del 18 agosto non vi fu alcun contatto con Flückiger, che non fu nemmeno mai sentito. Messe in discussione anche le condizioni in cui il test era stato realizzato, specie per quanto concerne il trasporto dei campioni, che fu effettuato in mezzo alla folla. «Ciò che avvenne la scorsa estate fu senza dubbio scorretto», ha detto l’avvocato, «e il pubblico non avrebbe dovuto essere informato di nulla a riguardo di questo dossier. Swiss Sport Integrity deve ammettere il proprio errore».

Coscienza tranquilla

Flückiger combatte da sei mesi per salvaguardare la propria reputazione e per dimostrare di non aver barato. «Il 18 agosto tutto è crollato», ha detto il biker, «... i miei valori e tutto ciò che avevo costruito con la mia famiglia e con la mia squadra. Non sono stato creduto: io ho sempre avuto la coscienza tranquilla, ma la gente non aveva più fiducia in me. Ho passato i cinque mesi peggiori della mia vita, senza dubbio». Il sostegno dei suoi cari, specie della sua compagna Lisa – che ha lasciato il suo lavoro d’insegnante – ha permesso a Flückiger di uscire dal tunnel in cui era sprofondato. E, ora, spera di essere liberato da ogni accusa.

Il 17 dicembre la sua sospensione provvisoria fu tolta dalla Commissione disciplinare dello sport svizzero. Non si tratta ancora di un proscioglimento, ma è un primo passo nella direzione sperata. La Commissione ha ammesso gli errori di procedura e ha riconosciuto che la sospensione non avrebbe dovuto essere pronunciata, in virtù del risultato atipico e della minima quantità di zeranolo rilevata nel test. Swiss Sport Integrity, che ha sentito Flückiger il 10 febbraio, dovrà dunque prendere una decisione. Nell’attesa, il corridore ha potuto tornare a gareggiare: si è infatti classificato sesto a Banyoles – in Spagna – lo scorso weekend, e disputerà la Swiss Cup a Gränichen (Argovia) il prossimo 19 marzo. Prima di chiudere definitivamente il caso, ad ogni modo, ci vorrà ancora del tempo.