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‘Col calcio di strada mantengo la mia famiglia’

In Argentina i tornei amatoriali di calcio 5 contro 5, spesso giocati su campetti improvvisati, consentono di guadagnare più che discretamente

12 ottobre 2024
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In un Paese come l’Argentina in cui esiste persino una moneta parallela a quella ufficiale – il dólar blue che si cambia con il peso per le strade di Buenos Aires – non può sorprendere che ci sia anche un calcio alternativo a quello federale, un qualcosa che sta a metà tra il futsal e il concetto di potrero, il calcio in campi improvvisati.

A giocarci (cinque contro cinque) è gente che dà del tu al pallone, magari per aver fatto le giovanili in club professionistici o addirittura esordito in prima squadra. Alcuni affiancano questa attività a quella del futsal vero e proprio.

L’atmosfera è alquanto cinematografica, si gioca sul far della sera e si prosegue fin quasi al mattino, con la gente attorno al campo, più spesso dentro le linee, per cui il terreno di gioco si fa sempre più piccolo, e i muri della struttura sono spesso decadenti, anche se talvolta si gioca in palestre tenute bene e piene di murales in cui sono raffigurati Maradona, Messi o i colori di qualche club.

Partite disputate di notte

Questo calcio è diffuso da decenni, fa parte in qualche modo della tradizione argentina, anche perché alle partite succede sempre che girino soldi. Prima della gara si vedono mazzette di contanti alte così, sul match scommettono i tifosi e anche i calciatori impegnati in campo. Per questi ultimi può essere un’attività redditizia, i più bravi giocando da martedì a sabato (più di una partita a notte) mantengono moglie e figli. La suddivisione dei soldi tra i calciatori della formazione vincente viene fatta in parti completamente uguali tra tutti i componenti.

Da alcuni anni esiste una squadra leggendaria, invitata in ogni dove perché dà spettacolo e vince (quasi) sempre. Un po’ come per le altrettanto mitologiche Cebollitas di quando Diego Maradona era piccolo, non esiste una contabilità precisa delle vittorie, c’è il passaparola e i ricordi. Resta il fatto che perde raramente. La squadra si chiama La Sub 21, il nome è preso da una serie tv ambientata in carcere nella quale così si chiamava la banda dei galeotti più giovani. Giocano in maglia bianca e azzurra e da qui a fine anno hanno il calendario pieno di trasferte in località dai nomi che sembrano usciti dai libri di Osvaldo Soriano: Merlo, Wilde, Escobar, Tigre, Exaltacion de la Cruz, Rincón de Milberg. Non c’è un sobborgo di Buenos Aires dove non siano stati.

Ma in casa dove giocano? La Sub 21 va sempre in trasferta, il pubblico locale si muove per andarli a vedere, e di conseguenza girano più soldi. Sembra, ma non ci sono né video né foto, che la formazione abbia sconfitto anche un combo composto da campioni che, poco dopo, avrebbero vinto con la Selección il Mondiale in Qatar. La partita, che entrerà nella mitologia dei racconti, sembra si sia disputata a porte chiuse. Chissà se qualche soldino per gioco è stato puntato anche in quella occasione...

In generale le scommesse in Argentina vanno forte, la passione è parecchia e spesso sconfina nella ludopatia. Molti club professionistici hanno come sponsor sulle maglie portali di betting regolari: Boca Juniors e River Plate, tanto per fare due esempi emblematici. La crisi economica in corso non migliorerà di certo la situazione. Le scommesse sul potrero, però, ci sono sempre state.

Il Messi della Sub 21, conosciuto in tutto il Paese (su Instagram ha 160mila follower), si chiama Franco Roldan, che nel potrero è davvero imprendibile. Mantiene la famiglia così, dando spettacolo in campo e segnando gol a non finire. Ha un trascorso nelle giovanili di club professionistici, ma oggi sbarca il lunario in questo modo.

Leo Alderete, Lucas Nahuel, Jeremias Arcuri, Nahuel Fleita, Alen Cabrera, Leandro Arguello, Hector Nunez sono alcuni dei calciatori attuali de La Sub 21. Arcuri è nella Sub da sei anni, e contemporaneamente gioca anche al calcio a 5 ufficiale con il Nueva Chicago. Ha 28 anni, un figlio, e vive a La Tablada, nella provincia di Buenos Aires. Da quando ha 14 anni frequenta questi tornei notturni di potrero.

«Ho fatto le giovanili al Velez Sarsfield – racconta Arcuri a laRegione – poi sono passato per l’Almirante Brown e per il Liniers. Oggi, per l’aspetto professionale, preferisco giocare al futsal ufficiale, ma per l’ambiente e il divertimento è molto meglio il potrero. Per fortuna gioco con la miglior squadra che ci sia, la Sub 21. Il mio campo preferito, beh, è quello dove c’è più gente, che porta màs plata (più denaro). Ma non mi dispiacerebbe un’esperienza in Europa, se si presentasse l’opportunità».

‘Ho giocato con Maradona’

Negli anni, Jeremias ha diviso il campo con tanti campioni argentini. «Ho giocato anche con Maradona, nel campo di Villa La Nata, quello dell’ex governatore della Provincia di Buenos Aires Daniel Scioli. Poi mi vengono in mente Tevez, Agüero, Marcos Rojo, Paredes, Almeyda… Ma sono troppi per ricordarli tutti. Con Messi e Di María purtroppo no, ma sarebbe un sogno. Franco Roldan rimane comunque il più forte di tutti, nel potrero».

Il campo che diventa via via sempre più stretto per via della gente, tanto da farlo diventare un budello in cui è difficile battere un corner o una rimessa. Soldi passati di mano in mano che ballano fino al fischio finale. L’orario notturno. Chissà che tensione e che paura… «Nooo – conclude Arcuri – io sono uno del barrio, e gioco senza problemi a qualsiasi tipologia di calcio e su qualsiasi campo».

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