La tranquillità di René Weiler alla vigilia della finale contro il Lugano: ‘Vorrei potessero giocare tutti, ma purtroppo dovrò fare delle scelte’
In una Berna uggiosa, alla vigilia di una finale di Coppa Svizzera probabilmente bagnata, si discute molto sull’ipotetico vantaggio che l’essere già stato qui nelle ultime due edizioni garantisce al Lugano, contro un Servette che il profumo di 90 minuti così importanti – per lo meno in ambito nazionale – non lo respira da 23 anni. Una teoria che, però, non scalfisce le certezze di René Weiler, il quale, durante la conferenza stampa prima della rifinitura sul sintetico del Wankdorf, non è venuto meno alla sua tradizionale pacatezza, pur dicendosi fermamente convinto delle possibilità di successo della sua squadra… «È vero, il Lugano disputerà la terza finale consecutiva, tuttavia non ritengo vi sia un vero favorito. Quella bianconera, per quanto di valore, è una squadra contro la quale abbiamo già vinto, il che ci infonde fiducia. Una finale è sempre difficile da giocare, per noi come per gli altri, per cui il nome dell’avversario ha davvero poca importanza. Noi scenderemo in campo per vincere, alla fine tireremo le somme».
Per il 50.enne tecnico di Winterthur quella di domani sarà una sfida contro uno degli allenatori più istrionici del calcio svizzero, capace come nessuno di caricare la truppa quando il gioco si fa duro per davvero. Nelle precedenti due edizioni, al di là del risultato finale, il Mattia Croci-Torti non aveva sbagliato nulla e dopo il trionfo contro il San Gallo, la sconfitta subita dallo Young Boys si era materializzata soprattutto a seguito di due errori individuali. Weiler, però, non vuole sentir parlare di un duello tra allenatori… «Non gioco mai contro un altro tecnico. Si tratta della mia squadra contro un’altra, non è una sfida tra me e il mio omologo. Parliamo dei giocatori che è meglio, perché in campo sono loro che decideranno le sorti della finale».
Resta il fatto che per il tecnico ginevrino questa potrebbe essere la partita più importante della carriera, non solo quella da allenatore… «Non la sento in modo particolare. D’altro canto, una finale l’ho già vissuta, non come tecnico, ma in qualità di giocatore. E proprio con la maglia del Servette».
In effetti, René Weiler era stato tra i protagonisti della finale del 19 maggio 1996, persa dal Servette contro il Sion (3-2), dopo essere andato in doppio vantaggio e aver subito tre reti tra il 64’ e il 74’. L'attuale tecnico granata aveva disputato gli ultimi 21 minuti, dopo aver rilevato David Sesa. Quello era il Servette diretto da Umberto Barberis e che aveva in Marco Pascolo, David Sesa, ma soprattutto in Oliver Neuville (autore del 2-0) gli uomini più rappresentativi. Ma altrettanto denso di nomi prestigiosi era l’undici di partenza vallesano, da Lehmann a Herr, da Fournier a Lonfat, da Wicky e Sylvestre, fino al ticinese Christian Colombo, già vincitore assieme a Patrick Sylvestre nel 1993 con la maglia del Lugano.
Ma torniamo ai giorni nostri. Un anno fa le due compagini si erano ritrovate di fronte in semifinale e allo Stade de Genève il Lugano si era imposto ai rigori. Anche domani tutto potrebbe risolversi dagli undici metri… «Sarebbe pericoloso pensare già sin d’ora di doverla decidere dal dischetto. Dobbiamo fare tutto il possibile per aggiudicarci la vittoria nei 90’ regolamentari, oppure nei 120’. Se poi si dovesse davvero arrivare ai rigori, ci faremo trovare pronti».
Poter sbucare dal tunnel del Wankdorf accompagnati dall’urlo di 30’000 spettatori rappresenta un sogno per ogni calciatore svizzero, mentre l’opportunità di poter vincere un trofeo e l’entusiasmo con il quale da noi viene vissuta la Coppa Svizzera rende la finale indimenticabile anche per chi arriva da altre realtà calcistiche. Tutti vorrebbero poter essere protagonisti, ma in campo scenderanno soltanto undici giocatori… «Sono decisioni difficili da prendere. Questo gruppo è reduce da un’ottima stagione e adesso devo scegliere undici uomini da mandare in campo e relegarne altri in panchina e altri ancora in tribuna, mentre tutti loro desidererebbero poter essere protagonisti. Fosse per me, li manderei in campo tutti, ma più di undici, purtroppo, non è possibile. Dovrò per forza prendere delle decisioni e per una finale di Coppa Svizzera non saranno certo scelte facili».
Nessuna indiscrezione, come è ovvio che sia, sulla formazione iniziale. L’unica certezza è che Weiler non potrà contare sul francese Crivelli (infortunato), al momento la sola assenza di una rosa per il resto al completo.