Per il francese potrebbe essere l'ultima partita di Champions League con la maglia del Psg. Il ‘muro giallo’ di Dortmund spinge il Borussia con l'Atletico
Ora o mai più. Domani sera a Barcellona nel ritorno dei quarti di finale di Champions League, Kylian Mbappé avrà su di sé gli occhi di tutti gli appassionati di calcio. Dovrà provare a porre rimedio alla sconfitta del Psg e alla prestazione personale mediocre del confronto d’andata di sei giorni fa. Il club, i tifosi, ma anche gran parte della Spagna, verosimilmente il Paese che l’accoglierà a giugno in maglia bianca del Real Madrid, si aspettano una prestazione di qualità sopraffina. Mercoledì scorso, al Parco dei Principi, il numero 7 era stato neutralizzato, addirittura cancellato dal match dalle attenzioni dedicategli dal connazionale Koundé e da Araujo. Domani dovrà fare molto di più e molto meglio per continuare a coltivare il sogno di vincere la Champions League con la maglia del Psg. L’arrivo sulla panchina parigina di uno come Luis Enrique non ha certo facilitato il suo ultimo anno nella capitale, vuoi perché lo stile di gioco impostato dall’asturiano mal si adatta alla fisicità del francese, vuoi perché Mbappé non è tipo da accettare senza batter ciglio le scelte di un allenatore (leggi panchine e uscite prima del 90’). E in effetti nel corso della stagione i momenti di frizione sono stati parecchi, almeno fino a inizio marzo, quando i due sembravano essersi riconciliati, prima però di tornare in rotta di collisione a fine mese dopo la sostituzione all’ora di gioco contro il Marsiglia. Luis Enrique, comunque, dopo la scialba prestazione dell’andata, lo ha pubblicamente difeso… «Il responsabile è sempre l’allenatore, non dobbiamo parlare di questo o quel giocatore», ha affermato.
Il Psg ha tutto il diritto di credere nella rimonta: il Barcellona ci era riuscito nel 2017 partendo dallo 0-4, non si vede perché i parigini non possano farlo con un solo gol da recuperare (2-3). Il problema è che dall’altra parte si troveranno di fronte un Barça che, nonostante in campionato continui a veleggiare con un sensibile ritardo sul Real Madrid (8 punti), nel confronto d’andata ha destato forte impressione. Soprattutto con i suoi giovani talenti, su tutti Pau Cubarsì e Pedri (semplicemente sublime l’assist per Rafinha al primo pallone toccato), mentre è in grado di fare molto meglio il sedicenne Lamine Yamal. Con un Lewandowski bravissimo nel rientrare per dar fiato alla manovra e un Rafinha incontenibile sulla fascia, il Barcellona parte senza dubbio con i favori del pronostico, anche se lo stile di gioco voluto da Xavi lascia la possibilità all'avversario di trovare spazi in transizione. Per il Psg, come detto, Mbappé è chiamato a un acuto senza stecche, ma i padroni di casa dovranno tenere d’occhio soprattutto Dembélé e Vitinha, i due uomini che più problemi hanno saputo porre nel confronto d’andata.
Come già al Parco dei Principi, anche allo stadio Olimpico di Montjuic lo spettacolo e le emozioni dovrebbero essere all’ordine del giorno.
Sconfitto 2-1 all'andata a Madrid, il Borussia Dortmund si trova nella stessa situazione del Psg, ma con il significativo vantaggio di giocare questa sfida di ritorno davanti al suo "muro giallo". Il Borussia arriva a questo cruciale appuntamento dopo la vittoria in Bundesliga contro il Borussia Mönchengladbach, ma privo dell'autore del gol dell'andata Sebastian Haller, infortunatosi proprio in apertura del confronto di sabato scorso. Il Dortmund di Gregor Kobel ha la possibilità di porre fine a una lunga siccità: i vincitori dell’edizione 1996/97 non raggiungono le semifinali di Champions League dalla primavera del 2013, quando furono battuti in finale dal Bayern Monaco. L'Atletico del Cholo Simeone, dal canto suo, attende una semifinale da sette anni. Anche in questo caso, nulla di scontato fino al 90’ (e magari oltre…).