Il centrocampista, tornato in patria per motivi familiari, ha firmato per una stagione col Fénix, club del massimo campionato uruguayano
Dopo soltanto 11 mesi, dice addio all’Acb Andrés Schetino, centrocampista dal fisico imponente che prima di vestire la casacca granata (15 presenze lo scorso anno e 6 nella stagione corrente) aveva avuto esperienze nelle serie minori in Spagna, in Danimarca e a Cosenza, tutte piazze dove la Fiorentina – che l’aveva acquistato in Uruguay nel 2016, quando aveva 22 anni – l’aveva girato in prestito in attesa della sua maturazione, che però purtroppo non si completò mai del tutto, anche per via di un infortunio al ginocchio che ne condizionò parecchio il percorso di crescita. «Sì, lascio il Bellinzona», ci conferma al telefono il 29enne, «e ufficialmente faccio ritorno in Uruguay, dove del resto ero già sbarcato da oltre due mesi, ovviamente col permesso accordatomi dalla dirigenza granata».
Come mai avevi deciso di attraversare l’Atlantico?
Ho avuto un problema di carattere familiare, dato che mia mamma è in una difficile situazione con la sua salute, e dunque il mio desiderio era dapprima rientrare in patria e poi trovare una squadra che fosse interessata ad avermi in rosa, e ora l’ho trovata e ne sono felice.
Si tratta del Centro Atlético Fénix di Montevideo, più noto semplicemente come Fénix, club della massima serie uruguagia e squadra che tu conosci già molto bene…
Certo, è il club in cui sono cresciuto e in cui ho giocato tre stagioni prima di tentare la fortuna in Europa. Per me, dunque, era davvero la soluzione migliore.
Che tipo di contratto hai firmato?
Per il momento, mi sono accordato per una sola stagione, e poi vedremo come muoverci, anche in base a come si risolveranno i miei problemi familiari.
E ora quali sono le tue sensazioni?
Non sarà facilissimo ritrovare la forma migliore in tempi brevi, visto che in pratica sono stato senza giocare per circa tre mesi, ma sto lavorando sodo e spero di essere a disposizione del mio nuovo club al più presto.
Hai qualche rimpianto, ripensando al Bellinzona?
Mi dispiace davvero esser stato in pratica costretto a partire, perché Bellinzona è una piazza che mi piaceva molto. È con un po’ di tristezza che me ne sono andato via, ma del resto così è la vita. Serberò un buon ricordo della città , dei compagni e di tutte le persone con cui nell’ultimo anno ho avuto la fortuna di lavorare. La società mi ha sempre trattato bene, e con rispetto. E mi mancheranno ovviamente anche i tifosi, che sono stati dalla nostra parte e ci hanno sempre sostenuto malgrado i molti momenti difficili che abbiamo vissuto durante la scorsa stagione.
Al di là delle tue legittime e importanti ragioni per tornare in Sudamerica, non trovi sia un po’ un peccato lasciare i granata proprio ora che le cose, finalmente, sembrano andar bene?
Sì, certo, anche da quaggiù negli ultimi mesi ho potuto vedere in tv molte partite dei miei ex compagni, e ho davvero visto tutta un’altra squadra rispetto allo scorso anno e rispetto ai primi mesi di questa stagione. Merito, secondo me, soprattutto del cambio dello staff tecnico. A me rimane un po’ di rammarico, perché magari – se fossi rimasto – avrei potuto continuare ad aiutare la squadra. Comunque, come detto, ho dovuto prendere una decisione diversa. Mando un grande abbraccio a tutto il Ticino.