Il centrocampista granata spiega l'importanza di essere tornati a vincere in campionato e racconta come si trova in Ticino
Dopo mesi molto negativi a livello di risultati, nell’ultimo turno di campionato il Bellinzona ha finalmente ritrovato un successo che mancava addirittura dallo scorso autunno. Ne parliamo con l’uruguayano Andrés Schetino, che si è unito alla truppa granata solo dopo la pausa invernale. «Nel calcio è difficile trovare spiegazioni alle crisi», ci spiega il gigante (190 cm) del centrocampo. «Per troppo tempo noi abbiamo solo perso, o al massimo pareggiato, ed è stato davvero duro. Abbiamo trascorso mesi terribili, specie a livello mentale, perché la situazione era critica. Per fortuna contro il Losanna – anche grazie al lavoro svolto nei giorni precedenti al match – siamo tornati a vincere. Erano tre punti davvero fondamentali, e ora cercheremo di proseguire su questa strada”.
Da un paio di settimane in panchina non c’è più Mister Maccoppi, terzo allenatore granata a perdere il posto quest’anno. Ora a guidare la squadra, insieme al vicecoach Fernando Cocimano, c’è il patron Pablo Bentancur, una cosa che non succede spesso. Per voi giocatori cosa è cambiato?
«Ogni allenatore lavora in maniera diversa, e noi siamo abituati ad adeguarci ai vari metodi. La decisione è stata di Pablo, che conosce bene la squadra e sa come intervenire affinché il gruppo raggiunga gli obiettivi prioritari per la società. Noi giocatori dobbiamo solo restare concentrati, una gara dopo l’altra».
Domenica al Comunale arriva il Vaduz, che in classifica è solo 1 punto dietro a voi: incontro delicatissimo, vero?
«Le partite sono tutte importanti, ma alcune lo sono ancor di più, è innegabile, e questa sarà proprio così. Vincendo, ci sentiremmo un po’ più tranquilli in vista del finale di stagione, durante il quale dovremo comunque cercare di fare più punti possibile».
A livello personale, cosa puoi dire di questi primi mesi trascorsi a Bellinzona?
«C’è voluto un po’ di tempo per trovare la condizione, ma anche per capire bene alcune dinamiche. Il calcio è sempre calcio, è vero, ma finché non conosci le caratteristiche dei tuoi compagni, è difficile rendere al massimo. Specie per un giocatore come me, centrocampista arretrato, è fondamentale innanzitutto capire bene i movimenti del centravanti o del trequartista, e imparare a servirli come preferiscono. Ora questo lavoro è stato fatto, e mi sento molto bene coi compagni in campo».
Il tuo contratto quando scade? A Bellinzona resteresti volentieri?
«L’accordo ha validità fino alla fine del 2023, quindi fino alla metà della prossima stagione. Io vorrei restare, già quando sono arrivato avrei voluto un contratto più lungo. Ad ogni modo c’è un’opzione per il prolungamento e spero proprio che possa andare in porto. Qua sono contento, il posto è tranquillo, ma la gente è comunque molto appassionata di calcio. Sento fiducia da parte del club, credo che riusciremo a metterci d’accordo».