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Il Sion espugna il Comunale e ritrova la massima serie

Netta la differenza fra i vallesani dominatori del torneo e un Bellinzona che comunque non ha giocato male l'ultimo match casalingo stagionale

Sostenuto a gran voce dai suoi tifosi, calati numerosi a sud delle Alpi, il Sion del tecnico Didier Tholot, del direttore Marco Degennaro e del vulcanico presidente Christian Constantin batte il Bellinzona nel penultimo turno del torneo cadetto e torna in Super League dopo un solo anno di purgatorio, con pieno merito. Troppo infatti il divario fra i vallesani e tutte le altre squadre, compreso quel Thun che ha cercato di tenergli testa fino alla fine, ma che ha dovuto arrendersi al cospetto di una formazione più completa e più efficace. I bernesi sono a tre lunghezze dal Sion, ma se anche dovessero raggiungerlo all'ultima giornata, avrebbero una differenza reti praticamente impossibile da recuperare (-14 rispetto al Sion).

A mostrarsi più propositiva, dato che cerca il successo che varrebbe la promozione nella massima serie, è ovviamente da subito la squadra ospite, che spinge con insistenza, gestisce molti più palloni e cerca maggiormente la profondità. Dopo gli iniziali otto minuti in cui le due compagini si sono a lungo studiate senza voler rischiare nulla (proibito scoprirsi), le prime due occasioni sono state dunque vallesane. Al 9‘ con un'incursione in ripartenza di Chouaref, il cui tiro – a tu per tu con Iacobucci – è facile preda del portiere granata. Un minuto più tardi è lo stesso Chouaref, approfittando di una palla persa a metà campo da Centinaro, a lanciarsi verso la porta bellinzonese: stavolta la sua conclusione da una ventina di metri si spegne sul fondo. Sono i prodromi del vantaggio della formazione diretta da Tholot, che giunge alla mezz'ora grazie a Sorgic, che tutto solo a due passi dalla porta granata raccoglie un cross dalla sinistra di Kabacalman e di testa non lascia scampo a Iacobucci. Il Sion non si accontenta, e continua a premere: al 38’ da segnalare un sinistro di Bouchlarhem, troppo centrale, che si spegne fra le braccia del portiere padrone di casa. Sull'altro fronte, invece, non succede proprio nulla, fatta eccezione per una bella inzuccata acrobatica di Sauter da corner battuto da Samba, che impegna Fayulu, autore della sua unica parata dell'intero primo tempo. Prima della pausa (44‘) c’è tempo per un'altra occasione granata: punizione dalla fascia mancina di Samba e botta ravvicinata di capitan Mihajlovic, anche in questo caso neutralizzata dall'attento Fayulu, che mostra ottimi riflessi: finalmente, dunque, si vedono anche i padroni di casa.

In apertura di ripresa, però, sono ancora gli ospiti a trovare il gol, di nuovo con Sorgic, lanciato alla perfezione dal veterano Ziegler: il nuovo capocannoniere del torneo cadetto (14 reti) mette a sedere Mihajlovic e spedisce la palla sotto la traversa. La massima serie, ormai, è in cassaforte. Il Bellinzona, generosamente, si lancia in avanti nel tentativo di accorciare il divario, e inevitabilmente lascia spazio al contropiede vallesano. E così al 57‘ il signor Huwiler fischia un rigore per fallo di Chacon su Chouaref. Sul dischetto si presenta Ziegler, il cui sinistro si stampa però sul palo mancino di Iacobucci. Non sarà l'ultima occasione per i biancorossi, intenzionati a regalare ai loro sostenitori una vittoria ancor più ampia, ma il punteggio non cambierà più. L'Acb si congeda per quest'anno dal Comunale con una sconfitta, ma in fondo senza troppo sfigurare.

La squadra piace, meno la dirigenza

Il rammarico comunque rimane, conferma il capitano di serata Dragan Mihajlovic. «Siamo entrati abbastanza bene in partita: avevamo il palleggio, mentre loro hanno aspettato nostri errori. E, purtroppo, questo è successo... Ho giocato una palla un po’ corta e, favoriti dal rimpallo, sono riusciti a segnare. Mi dispiace perché eravamo in una buona condizione e avremmo voluto chiudere meglio la stagione in casa, davanti ai nostri tifosi». Il bilancio da quando sulla panchina siede la conduzione tecnica iberica è comunque «positivo. Se qualcuno analizza le statistiche, c’è da essere contenti e fiduciosi. Per una squadra così giovane (per molti era la prima esperienza da titolare in un campionato di Challenge), allestita non per salire e non meglio posizionata di realtà come Aarau, Sion e Thun, stiamo costruendo qualcosa di positivo. Spero si possa continuare su questa strada. C’è ancora una partita da giocare e non andremo a Vaduz per fare una passeggiata». L’Acb in stagione ha dimostrato qualche difficoltà in più sul terreno amico del Comunale, su cui ha conquistato solo 19 punti, tant’è che in questa speciale classifica è secondo ‘solo’ al Baden. «Sì, rispetto all’anno scorso ci sono comunque stati dei miglioramenti. Quest’anno con pubblico e tifosi ci sono stati dei piccoli screzi che non fanno mai bene». Il 32enne è una bandiera del club, ma è in scadenza di contratto. «Questa maglia è attaccata alla mia pelle. Da tifoso del Bellinzona ci tengo e mi auguro che si possa continuare in questo modo, favoriti da un ambiente sereno; ripartire dai giocatori che hanno contribuito a questa posizione in classifica, aggiungendo qualità e magari un po’ di esperienza in più in termini di categoria in modo da raccogliere ancora maggiori soddisfazioni la prossima stagione. Il futuro non dipende da me, ma spero di rimanere (e così Matteo). I ticinesi hanno fatto il loro, poi bisogna sempre mostrarlo sul campo. Io cerco sempre di impegnarmi per ottenere risultati per la squadra».

Una soddisfazione parziale confermata pure da alcuni tifosi, come Roberto, contento della salvezza «ma ci aspettavamo qualcosa di più soprattutto a livello dirigenziale. La famiglia Bentancur metterà i soldi, però manca tutto il resto. Non sono nel comitato, tuttavia si percepisce che c’è qualcosa che non funziona. E, questo, mi dispiace». La mancanza di pubblico in quel del Comunale può essere ricondotta a ciò: «Il tempo non è eccezionale, ma in un match comunque importante la rispondenza non è altissima. Non ho presenziato a tutte le partite, devo ammettere, si vede comunque il pubblico calare; tanto di cappello sia chiaro a Pablo Jesus Bentancur, senza di lui nessuno può garantire che il Bellinzona sarebbe nella lega cadetta». Il direttore generale del Sion, Marco Degennaro, è una vecchia conoscenza dei sopracenerini «quella era tutt’un’altra epoca. La dirigenza era locale, conosceva la piazza» anche se pensando alla prossima stagione la fiducia rimane. «Il Bellinzona ormai è il Bellinzona – commenta Massimo –. Spero che si riesca a vendere il club in modo da cambiare pagina, secondo me il comitato nel gestire tifosi e squadra ha fallito… Non sarebbe male se arrivasse una persona come a Lugano, che mette i soldi ma ha anche idee». La rosa invece piace a quasi tutta la piazza. «C’è sicuramente bisogno qualche rinforzo, specialmente in attacco e centrocampo, ma si è comportata discretamente» come lo staff tecnico. «È stato un upgrade rispetto a Sandro Chieffo, dev’essere riconfermato».

Chi può invece essere più che soddisfatto del bottino racimolato nel corso dell'annata è il Sion di Reto Ziegler, capace di conoscere solo tre sconfitte (tutte a opera dell’immediata inseguitrice, il Thun) finora in stagione. «Una volta di più abbiamo dimostrato che la forza di questa squadra è la difesa, molto solida. L’ultimo match sarà in casa, davanti alle nostre famiglie. Sarà una festa, dunque intendiamo ben figurare in modo da chiudere in bellezza il campionato». La ‘ripromozione’ nel massimo campionato rossocrociato, trascorsa solo una stagione in purgatorio, non è ancora certificata seppure la notevole differenza reti lasci ben sperare. «È quasi fatta, manca solo la matematica. Sono molto fiero di essere il capitano di questa squadra: c’è stato parecchio sacrificio. Non abbiamo mai avuto regali, il Thun ha lottato sino alla fine; possiamo recriminare i match giocati contro di loro, ma abbiamo imparato dai nostri errori». Una serata macchiata dal rigore sbagliato, in cui ha fatto riecheggiare in tutta la capitale il suono del palo. «Già, sono un po’ deluso perché sono una persona competitiva. Ho ancora bisogno di un po’ di tempo per digerire questo errore», conclude sorridendo l'ex Lugano.

Bellinzona - Sion (0-1) 0-2
Reti: 30‘ Sorgic 0-1, 51’ Sorgic 0-2.
Arbitro: Huwiler
Bellinzona: Iacobucci; Mihajlovic, Sauter, Rodrigues, Lamy (79’ Dixon); Sörensen, Samba (68’ Alounga), Centinaro (45’ Vishi), Chacón, Seiler (68’ Neelakandan); Pollero (79’ Dieye).
Sion: Fayulu; Hefti, Ziegler, Schmied, Lavanchy; Kabacalman, Baltazar (78’ Chipperfield), Bouchlarhem (58’ Berdayes), Chouaref (78’ Rusev), Souza (69’ Kronig); Sorgic.
Arbitro: Huwiler.
Note: spettatori non comunicati. Ammoniti: 32’ Bouchlarhem, 44’ Sorgić, 46’ Sörensen, 57’ Chacón. Da segnalare il palo colpito da Ziegler su calcio di rigore a un minuto dal sessantesimo. Bellinzona senza Benguché, Maressa, Muci e Tosetti (infortunati); Sion privo di André, Bua, Itaitinga e Moubandje (infortunati).