Dopo l'esaltante vittoria di Istanbul contro il Besiktas, il Lugano si appresta a ospitare il Servette, reduce dalla scoppola di Roma
Da un lato una squadra gasata e con il morale a mille, dall’altro una che ha fatto rientro da Roma con la coda in mezzo alle gambe. Il giovedì europeo consegna alla Super League gli opposti stati d’animo di Lugano e Servette, una di fronte all’altra domenica pomeriggio a Cornaredo.
I bianconeri sono reduci dall’impresa di Istanbul, che a livello ticinese rimarrà impressa un po’ come la sfida tra Turchia e Svizzera – per fortuna senza il corollario di violenza che aveva accompagnato quell’episodio – grazie alla quale i rossocrociati di Köbi Kuhn si erano qualificati per i Mondiali 2006. Senza tensioni e gesti inconsulti da parte dei tifosi istanbulioti, i quali, anzi, all’uscita dal campo dei festanti luganesi li hanno gratificati di un lungo applauso. A testimonianza di quanto la prestazione offerta dagli uomini di Mattia Croci-Torti sia stata apprezzata e il successo, per quanto concretizzatosi soltanto negli ultimi, folli dieci minuti, sia considerato meritato anche dai tifosi di casa. La trasferta a Istanbul, al Lugano è costata molte energie, vuoi per la distanza, vuoi per l’ingaggio fisico e mentale richiesto da un avversario di prestigio e sulla carta di caratura superiore. Ma quando prestazione e risultato sono quelli messi in mostra contro il Besiktas, la stanchezza è l’ultimo dei problemi. Al massimo, Sabbatini e compagni avranno fatto ritorno in Svizzera a corto di ore di sonno, in quanto ben difficilmente l’adrenalina rimasta in circolo per molte ore avrà permesso loro di prendere sonno. Le tre reti di Aliseda, Vladi e Grgic (con la gentile collaborazione di Bailly) rappresentano un'iniezione di fiducia e di autostima che permetterà ai bianconeri di scendere in campo contro il Servette con le batterie al cento per cento della carica.
Al di là del forcing finale, nel quale Croci-Torti ha buttato nella mischia tutte le bocche da fuoco a sua disposizione, la prestazione bianconera è stata eccellente su tutto l'arco del confronto. Con qualche errore di troppo (in particolare i due gol subiti) nei disimpegni, ma con la dimostrazione di essere andati in Turchia non per erigere muri, bensì per giocarsi la partita a viso aperto. Certo, cercando di costringere i padroni di casa a manovrare a basso regime per tutto il primo tempo, ma riuscendo poi ad alzare il ritmo quando le necessità della partita lo hanno imposto. E un risultato di tale fatta, è arrivato nonostante non tutti i protagonisti in campo abbiano reso al meglio delle loro possibilità (Hajdari, Mai, Sabbatini, Celar). Il che la dice lunga sul potenziale di una squadra alla quale la vittoria di Istanbul spalanca scenari di classifica sin qui impensabili.
Il Lugano, insomma, c’è. E ha dimostrato come la Conference League non sia una competizione al di fuori della sua portata. Considerazioni, invero, già sviluppate quindici giorni fa dopo il pareggio casalingo contro il Bodö/Glimt, al termine di una prestazione offensiva che avrebbe meritato ben altra fortuna. Ma l’Europa è l’Europa e la Super League è un’altra cosa. Tre giorni dopo la bella prova offerta contro i norvegesi, gli uomini di Croci-Torti erano stati surclassati dallo Young Boys, al termine di quella che è forse stata la peggior esibizione stagionale. Domenica a Cornaredo arriverà il Servette, che certo non è l’Yb. La squadra di René Weiler marcia a scartamento ridotto: da Roma è tornata sul Lemano con quattro pappine in saccoccia e in campionato conta già un ritardo di cinque lunghezze (e una partita in più) rispetto ai bianconeri. È reduce dal successo in rimonta sul Losanna, ma nei quattro impegni precedenti aveva messo assieme soltanto un pareggio e tre sconfitte. Sul fronte offensivo è sempre pericolosa, tuttavia dietro concede parecchio, con spazi nei quali potrebbe andare a nozze uno come Aliseda, apparso in chiara crescita a Istanbul. Per contro, il Lugano in campionato è reduce da due successi (pure per lui tutt’altro che agevoli) e nelle ultime cinque ha totalizzato nove punti. Contro i ginevrini, i favori del pronostico vanno ovviamente ai padroni di casa e Croci-Torti dovrà essere abile in questi due giorni a rifocalizzare l’attenzione dei suoi su un palcoscenico diverso da quello continentale: in questi casi più che mai è importante mettersi alle spalle ciò che è appena accaduto e scendere in campo con il giusto approccio.
Un'ultima annotazione: nel 1995, quattro giorni dopo l’impresa di San Siro, quando il Lugano eliminò l'Inter in Coppa Uefa, a Cornaredo per assistere alla sfida contro il San Gallo accorsero appena in 3'500. Sarebbe bello se, a tre giorni da una vittoria che nei libri di storia bianconera è destinata ad avere una collocazione d'onore, molto vicina a quella riservata alla sfida del Meazza, contro il Servette il rinnovato stadio luganese presentasse una cornice di pubblico degna di quanto la squadra ha mostrato a Istanbul. Chi ha orecchie per intendere...