Le iberiche sfideranno domenica Australia o Inghilterra, che disputeranno la seconda semifinale mercoledì a Sydney alle 12 ora svizzera
A decidere la semifinale giocata fra Spagna e Svezia, che pareva destinata ad andare ai tempi supplementari, sono state tre reti giunte negli ultimissimi minuti di una bella sfida giocata martedì a Auckland. A imporsi sono state le iberiche, che accedono così alla prima finale mondiale della propria storia e attendono ora di conoscere contro chi - domenica a Sydney - si giocheranno il titolo iridato. L’avversaria uscirà dalla sfida fra Inghilterra e Australia in programma mercoledì alle 12 ora svizzera.
Le spagnole, contro le scandinave, hanno a lungo dominato, ma ci sono voluti ben 81 minuti prima che potessero sbloccare il risultato. A firmare l’1-0 è stata la subentrata Salma Paralluelo, che aveva preso il posto della star Alexia Putellas, autrice di un match poco convincente. Il gol pareva aver stroncato definitivamente la resistenza delle svedesi, ma in realtà le gialloblù sono riuscite a trovare il pareggio sette minuti più tardi. Anche n questo caso la segnatura porta la firma di una ragazza entrata a partita in corso, cioè Rebecca Blomqvist.
A quel punto, i prolungamenti sembravano inevitabili, ma un potente tiro da lontano della capitana spagnola Olga Carmona - su cui il portiere svedese Zecira Musovic non è del tutto esente da colpe - ha ridato alle iberiche il vantaggio, quello definitivo. Si era infatti ormai al 90’, e la Svezia non è più stata in grado di pareggiare. Successo meritato quello delle Furie rosse, che sono state più propositive lungo tutta la partita, mentre le nordiche hanno pensato più che altro a difendersi a oltranza.
Per la Svezia si tratta della terza eliminazione in semifinale, dopo quelle vissute già nel 2011 e nel 2019. E dire che partivano favorite: nel corso del torneo avevano infatti eliminato gli Stati Uniti vincitori delle ultime due edizioni e il Giappone, vale a dire due avversari ritenuti più forti della Spagna. Le iberiche, che negli ottavi di finale si erano facilmente sbarazzate della nazionale rossocrociata (5-1), posso dunque finalmente iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione: un eventuale successo conferirebbe loro - considerate fin qui una nazione emergente - lo statuto di grande potenza del football muliebre. La Spagna, fra l’altro, raggiunge la finale malgrado le tensioni e le polemiche dell’ultimo anno relative ai metodi - spesso non condivisi dalle giocatrici - del selezionatore Jorge Vilda, contro il quale a un certo punto una quindicina di atlete era in pratica scesa in sciopero.