Le verdeblù domani affronteranno il Berna nella finale di Coppa Svizzera di scena in quel di Sierre
Il Gambarogno femminile U19 a inizio giugno è rincasato da Basilea con il biglietto per la finale di Coppa Svizzera. Ma non è ancora intenzionata a fermarsi: quest’oggi a Sierre affronterà il Berna per scrivere un’altra importante pagina di storia. L’allenatore René Mariano, e così molte ragazze, si è assicurato il primo ultimo atto della sua ancor giovane carriera in panchina. «È una bella sensazione – spiega –, difficile da descrivere. Questo risultato è stata ottenuto alla fine di una stagione molto intensa, in cui abbiamo affrontato momenti di forma smagliante e, altri, meno. A disposizione avrò sedici giocatrici, spero abbiano ancora qualche forza residua». Le verdeblù hanno disputato un torneo al meglio delle tre partite in terra renana. «Le sfide contro il Concordia, finita 0-0, l’Aire-le-lignon e il Terre Saint, finite entrambe 1-0 in nostro favore, sono state piuttosto combattute per il semplice motivo che sono match da trenta minuti. È difficile fare la differenza o insaccare più volte la sfera in rete e, per di più, ogni errore può costare la sconfitta. A livello di gioco penso di poter affermare che siamo stati la squadra che ha meritato di più sul campo la finale».
Il bacino di giocatrici in Ticino è molto ridotto, ma il Gambarogno ha sempre puntato sulla formazione delle giovani. «Sono fortunato perché raccolgo i frutti di tanti anni di lavoro, alcune giocatrici che scenderanno in campo durante la finale sono con noi dall’età di sette-otto anni». E, una decina più tardi, sono fra le due migliori compagine della Svizzera, pronte a effettuare il passo in prima squadra. «Credo non si rendano ancora conto di quello che hanno fatto, ma, come spesso capita nel calcio, ieri è iniziata a salire quella sana tensione agonistica... La squadra che sarà meno nervosa nel corso della partita conquisterà il trofeo. Non è una sfida come tutte le altre, conta a parecchio l’emozione: se ci paragoniamo alle squadre della Svizzera tedesca la sentiamo di più. Bisogna giocarsela con tutte le forze rimaste e, poi, come si suol dire, che vinca il migliore. Dalla nostra abbiamo la qualità che può essere determinante, ma loro sono forse un po’ più fredde». Nello staff tecnico della compagine U19 sono presenti anche giocatrici della prima squadra, classificatasi seconda nel proprio girone di Prima Lega. «È stata una mia volontà perché nel calcio femminile si ha bisogno di punti di riferimento, di persone che raccontino la loro esperienza, il loro percorso. Noi allenatori di sesso maschile abbiamo dei limiti a livello comunicativo. La loro presenza risulta fondamentale nello sviluppo della stagione e nel creare un filo conduttore fra il settore allieve e, appunto, la prima squadra. Non saranno spaesata. Sono, inoltre, fondamentali a livello di comunicazione, sono un buon supporto per le ragazze».
Dal canto suo la compagine U15 a Losanna ha invece mancato il primo posto del girone, sfiorando dunque la finale, per un solo punto.