Il Locarno domani sera alle 20 sarà impegnato sul campo dell'Iliria nel ritorno dello spareggio promozione. Il presidente Mauro Cavalli: ’Sono emozionato’
A una novantina di minuti da una promozione metaforicamente parlando... storica. Il Locarno domani sera alle 20 sarà impegnato sul campo dell’Iliria nel ritorno dello spareggio di Seconda Lega. Archiviato in ‘scioltezza’ il campionato, la compagine di Frigomosca non ha mai (neppure lontanamente) pensato di allentare la presa: sette giorni or sono, fra le mura amiche del Lido, le Bianche Casacche hanno piegato 3-0 la tigliosa resistenza dei solettesi grazie alla doppietta personale di un ispirato Peyretti e alla rete di Stojanov. Un match che il presidente Mauro Cavalli, un sanguigno quando si parla di passaggi filtranti e punizioni, ha trascorso con il «defibrillatore a portata di mano – afferma sorridendo –. La squadra è stata costruita per vincere, perciò il cammino fin qui intrapreso non può ancora essere considerato pienamente soddisfacente; senza la fatidica promozione la soddisfazione si tramuterebbe in fallimento». Il responso emerso dal primo confronto sembra comunque un cuscinetto piuttosto rassicurante. «Non bisogna tuttavia mai sedersi sugli allori», evidenzia il 61enne. La bilancia pende leggermente a favore del Locarno pensando a punti, vittorie e gol messi in cascina in stagione. E, soprattutto, alla ben più complicata annata di Jahiu e compagni (in Seconda Lega dal lontano 2014), contesisi il primato in classifica sino all’ultima giornata con il Biberist. «È comunque una squadra ben organizzata, forse con meno frecce acuminate nella faretra, ma la rosa è di qualità». Nei primi quindici minuti sono infatti stati abbottonati e ordinati, «poi hanno concesso una prateria sulla corsia di capitan Ziccardi e Felitti». L’Iliria è parsa accusare il colpo, incassato il punto del kappaò dell’ex Bellinzona ancora prima della mezz’ora. A sfida conclusa il ‘pres’ era comunque rammaricato, «dovevamo segnare anche nella ripresa così da recarci nel canton Soletta con ancor più sicurezza. Ma avrei messo la firma». L’uscita di scena di Becchio non ha tuttavia facilitato il compito. Il 30enne ha sentito un indurimento muscolare e, come prassi in casa Locarno, è stato prontamente sostituito. Il cambio, unito a un pizzico di appagamento, «ha fatto calare il ritmo. Andreas è un uomo che fa reparto da solo, mancava un filtro tra la zona offensiva e quella difensiva. I suoi movimenti incidono (e parecchio) sull’operato della falange anteriore». Una ripresa di ‘ordinaria’ amministrazione, in cui le Bianche Casacche hanno comunque avuto buone chance ad esempio con Facchin o il già citato Stojanov.
L’esperienza incamerata da questi giocatori risulta spesso determinante nell’economia della squadra, e del campionato. «Le nostre certezze fino al secondo gol di Peyretti erano poche – continua sempre il 61enne –. Questo profilo di calciatore è considerato demotivato, appagato, ma da noi sono ancora tonici, affamati: vogliono conquistare il massimo». Un successo da ricondurre sì alla rosa, ma (in primis) a mister Frigomosca. «Non ha pensato solo ai tatticismi, bensì anche a far convivere tutte queste personalità; non sempre facili da gestire». E, allora, domani sera il Locarno entrerà in campo determinato a chiudere il prima possibile la sfida. D’altronde non bisogna aspettarsi nulla di altrimenti da una persona a cui è rimasto nel cuore il Milan di Van Basten e Gullit. «Una rosa di questa caratura non può limitarsi a difendere. È come possedere una macchina da cinquecento cavalli e viaggiare sempre a 40 chilometri orari, impensabile!». Durante la settimana le Bianche Casacche hanno cercato di recuperare le forze, alcuni giocatori sono spossati sia a livello fisico che emotivo, puntualizza il presidente, e fortificare l’unione creatasi nello spogliatoio, ad esempio con cene post-allenamento. Come affermato in precedenza, il Locarno è a un solo passo dalla Seconda interregionale, e l’emozione è parecchia. «L’altra sera, al Lido, mi sono accomodato di fianco ad Angelo Renzetti (che sostiene esternamente il club, ndr). Io ero un fascio di nervi mentre lui era, lì, seduto tranquillo a mangiarsi un bratwurst. Un conto è vincere un campionato di 26 partite, in cui il minimo passo falso può essere recuperato, e un altro il barrage. Non oso immaginare se dovessimo raggiungere la finale di Coppa Svizzera... Mi ricoverano».
Una promozione significativa, sicché il Locarno militava in Seconda interregionale quando è fallito. «Sì, sarebbe la chiusura del cerchio. Quando il pretore ha decretato la bancarotta ho avvertito la sensazione di aver abbandonato il club. C’è stata una raccolta fondi, ma non è facile tappare i buchi in così poco tempo per cui il vascello è affondato». La compagine sopracenerina riacquisterebbe comunque una posizione, che «a livello storico è ancora troppo poco. La Prima Lega Classic sarebbe invece più consona, permetterebbe di far scendere in campo anche i giocatori del settore giovanile. L’obiettivo principale è la promozione, poi cercheremo di dare continuità al progetto di ricostruzione». La società intende situarsi nel panorama calcistico rossocrociato lasciando tuttavia a Lugano, Bellinzona e Paradiso i palcoscenici migliori, cioè i campionati professionistici o semi. «Un conto è la boria personale, un altro la stabilità finanziaria: la nostra realtà deve proseguire anche senza uno di noi. E, attualmente, questa sicurezza ancora non c’è. Le ambizioni sportive sono importanti, ma, forse, la piazza necessita di personaggi di caratura politica ed economica maggiore rispetto alla mia. Sono conscio dei miei limiti. Non posso spingere il motore della mia due cavalli a 200 all’ora». Da un lato la ricostruzione, e dall’altro la riforma del comitato. Un comitato performante, formato da più elementi. E per questo il 27 giugno è stata convocata l’assemblea ordinaria. «Sono stanco fisicamente. Ho bisogno di riposare: non posso più portare il peso di una stagione (tutto) sulle mie spalle. Non è normale che una realtà come Locarno abbia tutte queste difficoltà», conclude il presidente, il quale, rassicura, in caso di promozione, rimarrà al timone del club, sperando di accogliere più spettatori al Lido. Quest’anno la presenza è stata scarsa.