Nella finale di Budapest gli iberici hanno superato la Roma ai rigori. Decisivo il doppio tentativo di Montiel
Il Siviglia conferma la tradizione e fa sua per la settima volta l’Europa League, battendo la Roma ai rigori. Nella finale di Budapest, decisivo il rigore di Montiel, fatto ripetere dopo l’errore dell’argentino perché Rui Patricio si era mosso in anticipo.
Nel primo tempo la sfida è stata piuttosto chiusa, senza grandissime occasioni se si eccettua il bel gol di Paulo Dybala, ben servito da una verticalizzazione di Mancini. La Joya argentina, reduce da un infortunio alla caviglia, non era dato tra i titolari: Mourinho lo ha forzato e il campione del mondo ha ripagato la fiducia.
Nella ripresa, però, il Siviglia è cresciuto, ha preso in mano le redini della sfida e ha costretto la Roma sulla difensiva. Al 55’ è arrivato il pareggio degli iberici, frutto di uno sfortunato tocco di Mancini che, nel tentativo di anticipare En-Nasyri, ha infilato Rui Patricio. La pressione costante degli andalusi non ha però portato grossissime occasioni, se si fa eccezione per un rigore fischiato dall’arbitro Taylor per fallo di Ibañez su Ocampos, poi cancellato dopo un check video (il difensore giallorosso ha sfiorato il pallone). Nonostante il grande apporto di Suso e Navas in costruzione, il Siviglia ha dovuto attendere il 90+6’ per impegnare di nuovo il portiere portoghese della Roma, nell’occasione con Suso e Lamela. I giallorossi, per contro, si sono creati due enormi occasioni al 67’ e al 76’, dapprima con una deviazione da pochi passi di Abraham, poi con una girata di Belotti su schema da palla ferma, con Bounou che sfiora il pallone per mandarlo in corner (peraltro non concesso).
Nel corso dei due tempi supplementari, non è successo praticamente nulla di importante, con le due squadre preoccupate soprattutto di non sbagliare.