Martin Blaser presenta le migliorie proposte dal club (a suo costo) per la nuova arena sportiva: ‘Abbiamo coinvolto i maggiori esperti del settore’
Nella cornice del Cinestar di Lugano il Ceo del Lugano Martin Blaser presenta lo stato della progettazione per il nuovo stadio, ma anche per il futuro strutturale della società: «Un momento importante per tutta la società, tutte le squadre e i dipendenti dell’azienda – esordisce Blaser –. Il progetto 2029 ha due pilastri: uno è l’Arena sportiva, l’altro la trasformazione digitale, forse meno interessante per il grande pubblico, ma importantissima per noi, anche perché dobbiamo recuperare terreno in questo campo».
Blaser passa poi alla presentazione del contesto di partenza: «In Svizzera interna la domanda standard è ‘ma cosa succede a Lugano, c’è uno stadio, una torre?’, quindi era necessario fare la massima chiarezza. Da un punto di vista commerciale le nostre sfide sono con il calcio italiano e con le altre società sportive ticinesi, in particolare i due club di hockey. Pensiamo poi a Como, dove il club è stato acquistato di recente e c’è il progetto di un nuovo stadio. Guardando i numeri del pubblico anche nell’hockey non sono diecimila persone che seguono le due squadre, per cui penso che anche per noi il massimo di pubblico possibile è attorno alle sei-settemila persone. Il progetto dello stadio è simile a quello della Stockhorn Arena di Thun».
Il Ceo bianconero procede poi al racconto delle tappe di lavoro che hanno contraddistinto gli ultimi mesi: «Quando si è insediata la nuova proprietà non volevamo mettere mano al progetto per non mettere a rischio la votazione, per noi il vero lavoro è iniziato la sera del 28 novembre, nel gennaio 2022 abbiamo incontrato il Comune e l’impresa generale. A quel punto avevamo due mesi per proporre modifiche e abbiamo creato un gruppo di lavoro con Philippe Siffert, Christian Kern e Jonas Blechschmidt – tutte persone che hanno lavorato in uno stadio svizzero – poi Doris Keller è una delle persone più brave che conosco nell’organizzazione di eventi calcistici. Abbiamo sviluppato un documento con 54 punti e domande. Vogliamo ambire a essere una vetrina del calcio europeo, costruire un impianto all’avanguardia e moderno, piccolo ma di alta qualità, uno ‘stadio boutique’, vogliamo creare le migliori condizioni commerciali possibili, per esempio per il naming e poi vogliamo avere una smart arena. Per noi la ‘bibbia’ era il catalogo Uefa per uno stadio di categoria 4, per giocare tutte le competizioni europee a Lugano. Legato a questo c’è anche il catalogo della Swiss Football League, che chiede un minimo di ottomila posti e 350 posti Vip».
Si è quindi proceduto all’ampliamento del team operativo: «Abbiamo coinvolto un architetto di arredamento d’interni, per noi il numero uno nei locali hospitality, poi un esperto per suoni e video, un fornitore di catering negli stadi, oltre a Srf per la produzione del segnale, Mauro Lustrinelli che conosce molto bene la realtà di Thun, poi con Mattia Croci-Torti e altri allenatori e quindi con lo stadio Letzigrund, uno stadio non proprio adatto al calcio, per capire quali fossero gli errori da non commettere. A oggi con il gruppo di lavoro siamo arrivati a 1’742 ore di lavoro, due degli esperti sono poi diventati fornitori, per avere una base su cui calcolare i costi. Anche per la trasformazione digitale abbiamo creato un gruppo di lavoro, a partire da agosto, anche lì ci sono delle spese, seppur più basse. A marzo 2023 siamo arrivati a formulare 56 proposte di migliorie. Dal lato Arena sportiva siamo arrivati a 12,7 milioni di investimenti e per la trasformazione digitale 3,7, il totale è di 16,4 milioni. Quindi siamo andati a presentare il progetto a Joe Mansueto, tra parentesi una tale cifra non l’ho mai vista in Svizzera, per qualcosa che non è legato al budget stagionale. La proprietà ha approvato questo investimento e per lo sviluppo del calcio in Svizzera e specialmente in Ticino e Lugano è qualcosa di eccezionale e probabilmente unico in questa realtà. È un voto di fiducia verso tutti gli attori coinvolti. A quel punto abbiamo iniziato la realizzazione. Nell’Arena avremo due livelli hospitality, per il pubblico abbiamo tre categorie, la nera sarà quella più a buon mercato, poi quella azzurra più centrale e infine quella blu. A livello hospitality avremo due tipi di poltrone. Per la squadra abbiamo fatto tutto il possibile per rendere la casa della prima squadra più confortevole possibile. Per la superficie di gioco, come Fc Lugano non eravamo del tutto convinti della scelta del sintetico e quindi abbiamo scelto un ibrido tra erba naturale, maggioritaria, e sintetica. È anche in questo caso una soluzione già diffusa in Europa».
Gli investimenti finanziari devono però andare di pari passo anche con il potenziamento delle risorse interne: «Per l’Fc Lugano Sa questi lavori dovranno essere gestiti da un gruppo superiore a quello che è il tempo a disposizione degli attuali dipendenti. Abbiamo dunque un gruppo project owners, con gli altri esperti ancora a disposizione, e inoltre creato due project team per continuare alla fine dei lavori con dipendenti dell’Sa. A lungo termine dobbiamo ancora cercare un direttore commerciale. I prossimi passi sono la conclusione dei colloqui per definire i costi del proprietario e i costi del locatario, poi la definizione dell’accordo con l’Hrs, proseguire le trattative, spero entro fine anno, per firmare con la città il contratto di locazione con la città, su 25-27 anni, poi la prossima idea è di realizzare un experience center per mostrare alla gente lo stato delle cose già durante i lavori. Come successo già a Monaco di Baviera per il nuovo palazzetto dello sport».