Dal 2000 solo cinque volte la Liga non è finita nella bacheca dei due club più prestigiosi. Catalani sul mercato nonostante la voragine finanziaria
Real Madrid contro Barcellona, Barcellona contro Real Madrid. La si può girare come si preferisce, ma la musica non cambia: nonostante qualche incursione sporadica (Atletico Madrid nel 2020-21 e nel 2013-14, Valencia nel 2003-04 e nel 2001-02, Deportivo La Coruña nel 1999-00), la Liga rimane terreno di caccia privato delle due grandi rivali. E lo sarà anche quest’anno, nonostante i problemi economici che stanno strangolando il club culé e una superiorità madridista che appare limpida. Lo scorso anno le merengues avevano chiuso con 13 punti di vantaggio sul Barça, 14 sull’Atletico e 15 sul Siviglia, le uniche capaci in qualche modo di tenere, almeno in parte, il passo della capolista.
Domani sera si comincia, con un Real rimasto pressoché invariato rispetto a quello della doppietta Liga - Champions (sono arrivati il difensore tedesco Antonio Rüdiger e il centrocampista francese Aurélien Tchouaméni, non però il sogno della Casa Blanca, vale a dire Kilian Mbappé), ma con un recupero importantissimo come quello di Eden Hazard che sembra finalmente essersi lasciato alle spalle le magagne fisiche all’origine delle sin qui deludenti stagioni al Santiago Bernabeu.
Il Barcellona, di fronte a un debito miliardario lasciato in eredità dalla precedente gestione Bartomeu, ha deciso di non abbassare la guardia e grazie ad alcuni artifici contabili (vedi la cessione dei diritti televisivi o la vendita di una quota della struttura che ne cura l’immagine video sui social) ha racimolato sufficiente liquidità per poter scendere sul mercato e piazzare una serie – invero inattesa – di colpi: da Lewandowski a Kessié (svincolato dal Milan), da Christensen a Raphinha per finire con il difensore Kounde. Il problema, però, sta nel riuscire a rientrare nei parametri di fair play della Liga, per cui prima di poter tesserare tutto questo ben di Dio (e pure alcuni canterani in attesa di rinnovo), occorrerà procedere allo sfoltimento della rosa, sacrificando anche alcuni giovani (Nico, ad esempio, è andato in prestito al Valencia). Ma non tutti vogliono andarsene, come De Jongh che sta puntando i piedi per rimanere ed evitare il trasferimento al Chelsea. C’è la concreta possibilità che per la prima di campionato, Xavi non possa schierare nemmeno uno dei nuovi acquisti. Nonostante tutto, lo scorso anno l’ex centrocampista aveva ottenuto ottimi risultati, dopo la partenza sballata della gestione Koeman, per cui è probabile che i blaugrana riescano a tenere testa al più quotato Real.
All’ombra dei due giganti, altri club restano in agguato. L’Atletico Madrid ha trascorso un’estate tranquilla, ma ha rafforzato i propri ranghi in modo silenzioso. Ha beneficiato del ritorno in prestito di Alvaro Morata (Juventus) e Saul Niguez (Chelsea), ha attirato l’esperto Axel Witsel (arrivato gratis dal Dortmund) e, soprattutto, l’argentino Nahuel Molina (20 milioni di euro dall’Udinese).
Infine, il Siviglia, privato della difesa durante l’estate, ha registrato l’arrivo del difensore brasiliano Marcao, il prestito del terzino sinistro Alex Telles (Manchester United) e, soprattutto, ha convinto il centrocampista Isco, il cui contratto con il Real Madrid era in scadenza, a tornare nella sua Andalusia. Tredicimila persone lo hanno applaudito alla presentazione di mercoledì.
Difficile che altre squadre si possano inserire nella lotta per un posto in Champions, ma sarà interessante dare un’occhiata al rendimento di un Valencia che si è affidato alle cure di Gennaro Gattuso, anche perché Ringhio avrà a disposizione Eray Cömert, alla ricerca di una conferma nella selezione rossocrociata che volerà in Qatar. E con tanti campioni internazionali inseriti nei club più prestigiosi, sarà interessante capire come si svilupperà la prima parte della stagione, quella che condurrà ai Mondiali di novembre-dicembre.