29 anni dopo il 4-1 rifilato al Grasshopper al Wankdorf i bianconeri si ripetono battendo con lo stesso risultato il San Gallo
Il Lugano ce l’ha fatta. Ventinove anni dopo l’ultima volta e sei dopo la dolorosa sconfitta nella finale del 2016 contro lo Zurigo, i bianconeri hanno vinto la quarta Coppa Svizzera della loro storia superando 4-1 (come nel 1993, quando a cadere era stato il Grasshopper) il San Gallo in un Wankdorf trasformato dai quasi 10’000 sostenitori giunti dal Ticino in una bolgia bianconera. Una storica vittoria conquistata con grinta e cuore ma anche tanta tattica (perfette le scelte di Croci-Torti), intelligenza ed esperienza, in particolare dei giocatori più rappresentativi bianconeri, dagli insostituibili Lavanchy, Custodio e Lovric al capitano di mille battaglie Sabbatini, passando per un Bottani che si è preso infine la meritata rivincita dopo il rigore sbagliato nel 2016. Ma bravi sono stati tutti i luganesi, fuori e dentro dal campo.
Nella splendida cornice da tutto esaurito del Wankdorf (28’500 spettatori) il Lugano è sceso in campo con Saipi tra i pali (grazie all’effetto sospensivo applicato in seguito al ricorso inoltrato dal club contro le due giornate di squalifica per l’espulsione rimediata in campionato contro l’Yb). Davanti a lui una difesa a quattro composta, in assenza dell’infortunato Mijat Maric, dai centrali Ziegler e Daprelà, fiancheggiati da Valenzuela a sinistra e Rüegg (preferito quindi ad Amoura) a destra. A centrocampo in mezzo la coppia formata da Sabbatini e Lovric, con Lavanchy a destra e Custodio a sinistra, mentre Bottani si è piazzato alle spalle dell’unica punta Celar.
In casa San Gallo il tecnico Peter Zeidler ha confermato il portiere di Coppa Watkowiak, davanti al quale si sono piazzati Sutter, Stergiou, Maglica e Schmidt. Quintillà, capitan Görtler e Ruiz nel centrocampo a tre, mentre davanti è toccato al tridente Von Moos, Duah e Quintillà.
A differenza di quello che si temeva, è stato il Lugano a partire a mille, con Valenzuela entrato nell’area avversaria dopo appena 15 secondi e Custodio che al 4’ si è visto bloccare la conclusione a botta sicura da un avversario. Poco male perché sul successivo calcio d’angolo battuto da Ziegler Celar ci ha messo la testa deviando imparabilmente alle spalle di Watkowiak. Uno scenario ideale per i bianconeri non solo a livello di risultato, ma anche nello sviluppo del gioco, con i sangallesi costretti già a scoprirsi e costretti a concedere spazi ai ticinesi, molto abili e rapidi nelle ripartenze (Bottani in primis, fermato qualche minuto dopo solo dall’ultimo difensore avversario).
Con il passare dei minuti la pressione del San Gallo si è fatta più insistente e dopo un brivido per un’uscita di Saipi non perfetta e una conclusione concessa da buona posizione a Schmidt (che ha però sparato alle stelle), al 21’ si è concretizzata nel gol del pareggio: punizione (provocata da un fallo evitabile di Custodio) dalla destra battuta da Ruiz e incornata vincente dell’accorrente Maglica, che ha battuto sul tempo Ziegler e infilato Saipi, dal canto suo rimasto tra i pali quando forse avrebbe potuto tentare l’uscita. Come nel punteggio, l’equilibrio si è ristabilito anche in campo, con i biancoverdi che hanno tolto il piede dall’acceleratore e il Lugano che ha riguadagnato qualche metro. Tanto da riaffacciarsi dalle parti della porta avversaria al 37’, con un sinistro dal limite di Lovric bloccato a terra da Watkowiak. Quest’ultimo al 39’ ha poi compiuto un vero miracolo su Zelar, abilissimo a mettere a terra lo splendido lancio di Lovric per ritrovarsi a tu per tu con il portiere avversario, salvo poi non riuscire a superarlo con il tocco sotto ravvicinato.
A romperlo (l’equilibrio) è stato nuovamente il Lugano, tornato a spingere e premiato dal 2-1 realizzato da Custodio, lesto a un minuto dalla pausa a raccogliere al limite dell’area piccola una respinta corta della difesa avversaria e a scagliare un siluro alle spalle di un’impotente Watkoviak.
Dagli spogliatoi le due squadre sono rientrate con i medesimi effettivi e la squadra di Zeidler è tornata a spingere sull’acceleratore, rendendosi però pericolosa solo al 57’, oltretutto con una conclusione ciabattata da Guillemenot. Al 59’ è infine arrivata l’ora della rivincita (attesa sei anni, ossia dal rigore sbagliato nella finale persa nel 2016) di Mattia Bottani, che ha approfittato della splendida giocata di Lavanchy (traversone di controbalzo sul lancio/rinvio di Custodio) per insaccare da due passi.
La prima reazione dei sangallesi è arrivata qualche minuto dopo con l’incrocio sfiorato da Ruiz su punizione, ma è stato ancora Custodio (poco dopo sostituito da Haile-Selassie) ad avere sui piedi il pallone per chiudere l’incontro al 65’, trovando però stavolta sulla sua strada le manone del portiere tedesco. Nemmeno il tempo di disperarsi per l’occasione mancata che proprio il neoentrato ha definitivamente fatto partire la festa bianconera finalizzando una rapidissima ripartenza e l’assist di Celar. Un colpo durissimo dal quale i sangallesi non sono più riusciti a riprendersi, lasciando il campo al trionfo bianconero.
Lugano - San Gallo 4-1
Reti: 5’ Zelar 1-0. 21’ Maglica 1-1. 44’ Custodio 2-1. 58’ Bottani 3-1. 69’ Haile-Selassie 4-1.
Lugano: Saipi; Rüegg, Daprelà (85’ Hajrizi), Ziegler, Valenzuela; Lavanchy, Lovric, Sabbatini, Custodio (66’ Haile-Selassie); Bottani (79’ Amoura); Celar.
San Gallo: Watkowiak; Sutter (72’ Fazliji), Steriou, Maglica, Schmidt; Görtler, Quintillà, Ruiz (80’ Lungoyi); Von Moos (72’ Toma), Duah (72’ Schubert), Guillemenot (80’ Besio).
Arbitro: Schnyder.
Note: Stadio Wankdorf di Berna, 28’500 spettatori. Lugano senza Maric, Baumann, Facchinetti (infortunati). Ammoniti: 55’ Duah. 71’ Maglica. 77’ Görtler.