Lunedì di Pasquetta i bianconeri rendono visita al fanalino di coda di Super League, tre giorni prima dell’attesissima semifinale di Coppa con il Lucerna
Lunedì a Pasquetta il Lugano farà visita al Losanna (fanalino di coda della Super League con un piede già in Challenge e sempre battuto da Sabbatini e compagni nei tre precedenti stagionali), ma per quanto in casa bianconera si professi di prendere partita per partita e di non pensare alla Coppa, la semifinale contro il Lucerna in programma appena tre giorni più tardi a Cornaredo è troppo vicina per non influenzare la sfida della Tuilière, sia nelle scelte di Mattia Croci-Torti, sia nella testa dei giocatori (come peraltro già evidenziato dalla brutta prestazione costata il 3-1 casalingo incassato domenica contro il Sion). Comprensibile, normale e pure giusto a ben vedere, perché per quanto in campionato ci sia ancora un terzo posto (distante 1 punto, più difficile il secondo a 6 lunghezze) e la conseguente qualificazione alla Conference League (seppur solo al secondo turno qualificativo) per cui lottare, quello del 21 aprile per la società è, in attesa dell’eventuale finale, l’appuntamento dell’anno (e non solo), che avvicinerebbe i bianconeri a un trofeo che manca ormai da 29 anni e designato quale obiettivo stagionale dal nuovo corso societario "americano" al momento dell’insediamento lo scorso agosto.
Lo dimostra anche l’importante campagna pubblicitaria (compresi cartelloni sparsi per tutta la città) e la politica sui prezzi (più bassi rispetto al campionato) adottata dal club e che ha dato i suoi frutti, visto che per la partitissima di giovedì Cornaredo sarà tutto esaurito. Stavolta per davvero.
«Effettivamente mancano pochi biglietti (spalti, ndr) per arrivare al sold out e ci aspettiamo che ciò accada nel weekend – ci spiega il direttore operativo bianconero Michele Campana –. Un’affluenza così, ossia 6’390 spettatori, recentemente non l’abbiamo mai avuta, se non per l’amichevole contro l’Inter del 2019 (circa 7’000 persone, ndr). A differenza di altre occasioni in cui qualche buca qua e là si intravedeva, stavolta lo stadio sarà occupato in ogni ordine di posto, settore ospiti compreso. Siamo evidentemente contenti, era il nostro obiettivo sin dall’inizio, ci tenevamo a creare un bell’ambiente, la squadra se lo merita e non potrà che trarne beneficio. Tutto è pronto per vivere una bellissima serata di calcio come non se ne vedevano da anni».
La speranza è che una situazione simile in futuro diventi la norma e non l’eccezione, a maggior ragione con la realizzazione del nuovo stadio… «È un percorso lungo e in mezzo c’è anche la questione dell’impianto provvisorio, ma sarebbe certamente bello un giorno riuscire finalmente a riempire anche il nuovo stadio. Il tutto esaurito di giovedì è un bel segnale, ma bisogna anche essere oggettivi, è la prima semifinale di Coppa in casa da 52 anni (l’ultima fu il 30 marzo 1970, con la doppia sconfitta con lo Zurigo in un penultimo atto disputato tra andata e ritorno, ndr) e una partita del genere si vende da sola, non fare il tutto esaurito avrebbe voluto dire che qualcosa non andava».