Chiara vittoria contro il Liechtenstein nell'ultima amichevole prima di Euro 21. Non tutti i dubbi sono stati dissipati. Tripletta di Gavranovic
La Svizzera è pronta per l’Europeo 2021 che inizierà sabato 12 con la sfida di Bakou contro il Galles? Il punto interrogativo è d’obbligo dopo quanto visto nelle cinque partite di questi primi sei mesi dell’anno, in particolare le ultime due contro Stati Uniti e Liechtenstein. A San Gallo, nell’ultima amichevole prima di un weekend libero e la partenza di lunedì alla volta della capitale dell’Azerbaidjan, la Svizzera ha sì vinto (e con un sonante 7-0), ma ha convinto solo (e soltanto in parte) nella ripresa. In particolare, è stata l’attitudine a non soddisfare, soprattutto in un primo tempo giocato senza mordente. È vero che Petkovic ha mandato in campo una formazione sperimentale, cambiando nove undicesimi della squadra titolare contro gli Stati Uniti (solo Shaqiri e Schär hanno iniziato entrambe le partite), ma proprio perché per molti giocatori si trattava dell’ultima occasione per mettere il tarlo del dubbio nella testa del selezionatore, era lecito attendersi qualcosa di più.
L’entrata in campo, a inizio ripresa, di Xhaka, ma soprattutto di Vargas, ha dato una scossa alla partita. Il giovane attaccante ha saputo vivacizzare la manovra e dare quel pizzico di ritmo in più alla manovra, capace di mettere in difficoltà una squadra ovviamente calata dal profilo fisico. Ad approfittare dell’ultima amichevole, non soltanto Vargas, ma soprattutto Mario Gavranovic. Il ticinese ha ribadito di essere un vero rapace nell’area avversaria e ha finito la partita con una tripletta (per lui la prima in Nazionale) e due traverse centrate. Probabilmente, Petkovic non cambierà idea sul modulo e sugli interpreti che scenderanno in campo sabato 12 giugno nell’esordio con il Galles, ma Gavranovic ha comunque fatto capire di essere pronto, anche a un ruolo in coabitazione con Seferovic (ieri, al pari di Elvedi e Akanji, confinati in tribuna). A maggior ragione con uno Shaqiri apparso ancora a mezzo servizio e che difficilmente potrà reggere i ritmi di un Europeo sull’arco di tre partite.
Nessuna indicazione, per contro, dalla difesa, in quanto mai messa sotto pressione dagli attaccanti avversari. Ha comunque destato buona impressione la prestazione del giovane Omeragic, mostratosi presente anche nella costruzione della manovra.
Resta da capire quanto possa essere attendibile il secondo tempo giocato al Kybunpark, contro una squadra andata chiaramente in deficit di ossigeno. E, soprattutto, quanto sia servita a Petkovic per capire le reali possibilità di chi sarà chiamato a fare da possibile alternativa ai titolari.
Riassumendo, l’unica rete del primo tempo l’ha messa a segno Gavranovic al 19’, mentre nella ripresa le segnature sono iniziate dopo appena 17 secondi con Fassnacht. Al 57’ autorete di Noam Frick su corner di Zuber (un altro ad aver timbrato un più che onesto cartellino), mentre al 70’, su calcio d’angolo di Rodriguez, Fassnacht ha firmato la doppietta (per lui tre reti in sette partite). Al 75’ e al 79’ altre due reti di Gavranovic, mentre a chiudere il conto ci ha pensato all’85’ Edimilson. La Svizzera, dunque, vola all’Europeo con due vittorie nelle ultime due uscite e un 7-0 che, per quanto ottenuto contro un avversario debole, fanno sempre e comunque morale.