Dopo la maledetta partita di Coppa il quasi 37enne il cui contratto con il Lugano scadrà a giugno ammette: ‘Non ho dormito, mi dispiacerebbe finire così’.
Mijat Maric seduto da solo con i suoi pensieri sulla panchina del Lugano quando ormai il quarto di finale di Coppa Svizzera con il Lucerna si era concluso già da un po’. È una delle immagini che ci sono rimaste impresse nella mente della pazza serata di martedì che ha visto i bianconeri eliminati dalla competizione al termine di una partita maledetta per i padroni di casa e nella quale lo stesso difensore numero cinque è stato assoluto protagonista nel bene e nel male: oltre alla solita imperiale presenza nelle due aree di rigore, il locarnese ha sfiorato la rete in almeno due occasioni (nel primo tempo con un destro a lato di un niente in seguito a un calcio d’angolo, nel secondo supplementare con un colpo di testa/spalla miracolosamente intercettato dal portiere avversario), ma si è anche fatto sorprendere dallo sgusciante Ndiaye in occasione del decisivo 2-1 ospite. E soprattutto al 122’ si è fatto parare da Müller il tiro dal dischetto del possibile pareggio che avrebbe rimandato il verdetto ai calci di rigore.
«Nelle notti seguenti alla partita ho dormito davvero poco, continuano a tornarmi in mente le varie situazioni del match e mi chiedo cosa avrei potuto e dovuto fare meglio – ci confida uno dei pilastri del Lugano degli ultimi anni, tornato a Cornaredo nell’agosto 2018 dopo aver già vestito la maglia bianconera agli inizi di una carriera che lo ha visto giocare anche per San Gallo, Lucerna, Eupen e Lokeren (massima lega belga) –. Già di mio sono uno che dopo le partite si riguarda sempre nella testa il film di quanto successo in campo, ovviamente a mente fredda e con il senno di poi tutto è più chiaro, ma al 122’ con la fatica in testa e nelle gambe e tutte le emozioni vissute, non è evidente essere lucidi. Ho preso la decisione di calciare da quella parte ed è andata male, anche perché è stato molto bravo il portiere avversario. Purtroppo è andata così, è difficile da accettare ma bisogna farlo perché indietro non si può tornare».
Un’eliminazione che brucia ancor di più in quanto per il quasi 37enne (il prossimo 30 aprile) quella appena sfumata potrebbe essere stata l’ultima occasione per mettere la mani sulla Coppa Svizzera, alla luce anche di un contratto in scadenza a giugno… «Esatto, a maggior ragione ci tenevo davvero tanto a passare il turno e provare a vincere il trofeo, per i miei compagni, per la società e anche per me stesso. A dire la verità non ho ancora deciso cosa farò l’anno prossimo, la voglia di andare avanti non manca e se possibile quanto capitato martedì me ne ha data ancora di più, in quanto non mi piacerebbe proprio chiudere la mia storia con la Coppa in questo modo».
Prima di pensare alla prossima stagione c’è però quella in corso da concludere e per Maric e compagni il tempo per rimuginare su quanto capitato nell’ex trofeo Sandoz è già finito visto che domenica si recheranno nella tana di uno Young Boys pronto a mettere le mani sul quarto titolo svizzero consecutivo… «Dobbiamo resettare il cervello per essere pronti domenica e finire il campionato alla grande, è il nostro obiettivo e per certi versi il secondo o il terzo posto in campionato, con conseguente accesso all’Europa, sono ben più importanti di quanto lo sarebbe stato il passaggio alle semifinali di Coppa. In questi anni di esperienza ho imparato che il modo migliore per lasciarsi alle spalle una brutta serata è buttarsi nella partita seguente, in questo caso è particolarmente difficile farlo perché quanto successo è stato davvero incredibile e la sconfitta maturata in quel modo è davvero pesante da digerire, ma sono sicuro che quando l’arbitro fischierà l’inizio del match con l’Yb saremo pronti. Loro con tre punti sarebbero matematicamente campioni e faranno di tutto per far festa in casa, noi proveremo a rovinargliela».
Nell’archiviare la partita di Coppa («siamo stati sfortunati e il loro portiere è stato molto bravo, ma se non abbiamo passato il turno significa che abbiamo anche sbagliato qualcosa, come le occasioni non sfruttate e la disattenzione sul secondo gol»), Maurizio Jacobacci ne ha approfittato per tornare sul concetto di giocare bene, rispondendo indirettamente a chi nelle settimane passate ha criticato la sua squadra proprio per il gioco espresso.
«Con il Lucerna abbiamo giocato bene ma siamo stati eliminati, avrei preferito giocare meno bene ma passare il turno – sottolinea il tecnico bianconero –. In ogni caso non penso che giochiamo male, a volte può essere che siamo più difensivi, ma ci può stare, dipende dalle situazioni e bisogna anche guardare come mettiamo in difficoltà gli avversari. Cerchiamo sempre di prepararci al meglio e di leggere sul piano tattico le mosse degli altri, non per adeguarci ma per colpirli nei loro punti vulnerabili. Siamo in grado di giostrare con diversi sistemi e cambiando modulo anche nel corso di un match, non è evidente. Abbiamo disputato delle ottime partite, penso ad esempio a quelle contro Basilea e Servette, ma anche il primo tempo con il Losanna o a Vaduz, dove abbiamo giocato offensivi contro una squadra che sta mettendo in difficoltà tutti quanti. E quando lasciamo ad esempio il pallino all’avversario dietro è per chiudere gli spazi davanti. Si può giocare bene anche senza palla ma per comprenderlo bisogna capire tatticamente come interpretiamo le partite».
Aspetto quest’ultimo che in passato ha portato l’allenatore bernese a prendere un’iniziativa originale… «All’inizio della mia carriera a Baden e a Kriens prima delle partite incontravo sponsor e vip per spiegare le scelte di formazione e il modo in cui avremmo impostato il match. Li aiutavo a leggere quanto avrebbero visto sul campo. È bello fare l’allenatore quando sul campo si vedono le cose preparate in settimana, fa piacere e si ha una bella soddisfazione, se poi arriva il risultato positivo è ancora meglio».
Risultato positivo che la squadra di Jacobacci (che dovrà fare a meno degli squalificati Covilo e Lavanchy oltre agli infortunati Baumann, Oss e probabilmente Bottani) cercherà di portare a casa dal Wankdorf per rimanere nella top-3 della Super League… «Viste le assenze qualche cambiamento è sicuro, forse anche di modulo (probabile il ritorno alla difesa a 3 più due esterni, ndr). Affronteremo la squadra che domina il campionato e che schiererà la miglior formazione possibile perché vogliono aggiudicarsi il titolo già domenica sera, ma anche noi vogliamo fare risultato in quanto puntiamo a conquistare il massimo di punti possibili da qui alla fine del campionato. Ce ne sono ancora 24 in palio e l’obiettivo è di fare meglio che l’anno scorso quando terminammo il campionato a quota 47 punti. Sarebbe bello arrivare lì, poi è chiaro che la fame vien mangiando e magari poi diremo che ne vogliamo di più, in ogni caso sono convinto di avere una bella squadra che merita di restare almeno al terzo posto che occupiamo attualmente».