Grazie al riconoscimento quale lega semiprofessionistica la Promotion riparte con i vodesi a caccia della promozione sfumata un anno fa a causa del covid
L’assist è arrivato a fine febbraio, quando i club di Promotion League (Bellinzona compreso) hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento da parte di Swiss Olympic quali semiprofessionisti a tutti gli effetti. Uno status che in realtà la terza categoria del calcio rossocrociato sulla carta già vantava, ma a cui all’atto pratico non corrispondevano la maggior parte dei diritti concessi invece ai professionisti della Super e della Challenge League, come ad esempio la possibilità di continuare a giocare – con le dovute precauzioni – anche in tempi di pandemia e l’accesso agli aiuti a fondo perso sbloccati dalla confederazione.
Ora, “raddrizzata” la situazione e ottenuto il permesso di poter tornare ad allenarsi senza restrizioni e soprattutto di riprendere la competizione, per l’Yverdon è il momento di fare gol. Ossia di andarsi a prendere la tanto agognata promozione in Challenge League, che proprio il coronavirus aveva fatto sfumare l’anno scorso portando alla cancellazione del campionato (e dei relativi verdetti) quando il primo posto e il conseguente salto di categoria era ormai solo una questione di tempo per i vodesi, veri e propri dominatori del campionato.
«Effettivamente quanto successo nella passata stagione non è stato facile da digerire, ma è stato giusto così perché la salute viene prima di tutto – ci racconta Jean-Michel Aeby, tecnico di un Yverdon che anche quest’anno guarda tutti dall’alto al basso (8 vittorie e 2 pareggi nelle prime dieci partite e 5 punti di vantaggio sui primi inseguitori, che hanno oltretutto tutti giocato di più) e che domani sera tornerà in campo dopo oltre quattro mesi di stop ospitando il Breitenrain –. «Chiaramente è stato un periodo difficile per tutti, durante il quale bisognava innanzitutto pensare a rimanere in salute. Ogni volta che era previsto un annuncio del consiglio federale, la speranza di tornare a vedere della luce in fondo al tunnel veniva prontamente cancellata dall’ennesimo prolungamento delle restrizioni e questo dal punto di vista mentale è stato molto faticoso. In condizioni simili non è evidente gestire un gruppo, bisogna tenerlo nel limite del possibile allenato ma anche unito. Un lavoro a distanza su più fronti che come staff abbiamo portato avanti da una parte assegnando compiti mirati e programmi di allenamento ai giocatori, dall’altra cercando di mantenere i contatti costanti e spronando i ragazzi a fare altrettanto tra loro. Fortunatamente il nostro era già un gruppo unito e composto da elementi molto professionali, per cui non ci sono stati problemi».
Tanto che dopo appena tre settimane di allenamento senza restrizioni, per Aeby la sua squadra è pronta a ripartire da dove aveva lasciato a ottobre. O quasi… «Devo dire che alla ripresa degli allenamenti i ragazzi si sono presentati in buone condizioni se pensiamo che per oltre quattro mesi non solo non hanno potuto scendere in campo, ma non si sono potuti nemmeno esercitare in gruppo. Fortunatamente poi la nostra lega è stata riconosciuta come semi professionistica – giustamente, anzi dovrebbe venir a tutti gli effetti integrata alla Swiss Football League – e questo ci ha permesso di tornare ad allenarci senza particolari restrizioni e di riprendere a giocare, tanto che abbiamo potuto svolgere anche tre match amichevoli. Chiaramente all’inizio non abbiamo forzato troppo in allenamento e ancora adesso bisognerà fare attenzione a non incappare in infortuni, per cui può essere che alla squadra servirà qualche partita per togliersi di dosso la ruggine del lungo stop».
Dal punto di vista mentale per contro, il tecnico si aspetta un gruppo subito performante… «Direi che visto l’obiettivo importante che abbiamo da raggiungere, non ci dovrebbero essere problemi a livello di motivazioni. Dopotutto la promozione rappresenta un traguardo importante non solo per la società e per la città (che hanno investito parecchio, compresi circa 8,5 milioni di franchi per il rinnovamento dello stadio comunale, ndr), anche per i singoli giocatori (praticamente tutti professionisti, ndr). La posta in gioco è molto alta, un altro anno perso avrebbe conseguenze pesanti. È vero che solo noi, l’Étoile Carouge e il Rapperswil abbiamo chiesto la licenza per la Challenge, ma non possiamo permetterci di abbassare la guardia».
Sulla scorta di quanto capitato nella scorsa stagione, Swiss Football League e Asf hanno modificato i regolamenti, inserendo l’articolo che specifica cosa succede in caso i campionati non vengono portati a termine: per omologare i risultati, attribuire il titolo di campione e procedere con promozioni e retrocessioni, devono essere stati disputati almeno la metà dei turni completi, in caso contrario i campionati e i relativi verdetti sono annullati. Nel caso specifico della Promotion League, significa che per validare il campionato tutte le squadre devono aver disputato almeno 15 partite. All’Yverdon ne mancano 5, mentre la compagine che ne ha disputate meno è l’Acb con 9. Vista così, alla compagine allenata dall’ex nazionale rossocrociato (3 presenze e un gol nel ‘91) e già tecnico di, tra le altre, Servette e Neuchâtel Xamax, manca davvero poco per centrare il suo obiettivo, ma c’è in realtà un’altra grande incognita (oltre al covid) legata sempre al regolamento: per omologare la Promotion League è necessario che anche la maggioranza delle leghe amatoriali e regionali completi almeno metà dei rispettivi campionati, dalla Prima alla Quinta Lega. Cosa che in questo momento risulta decisamente improbabile. «Effettivamente allo stato attuale la situazione sembrerebbe compromessa per quel che riguarda il calcio amatoriale, ma proprio per questo all’interno della lega si sta lavorando per trovare una soluzione, verosimilmente slegando la Promotion dagli altri campionati. Speriamo che da questo punto di vista arrivino presto buone notizie, per ora quello che possiamo fare noi è concentrarci sulle cinque partite che ci mancano per raggiungere il giro di boa e in questo senso non dovrebbero esserci particolari problemi. Poi il campionato dovrebbe continuare con la suddivisione delle squadre in due gruppi (metà alta e metà bassa della graduatoria, ndr) e la disputa di ulteriori partite (7) all’interno dei due gironi. Ma cominciamo a disputare i match che mancano per arrivare a metà, visto quanto successo negli ultimi dodici mesi sarebbe già un bel traguardo».
Il duello per la promozione tra Yverdon e Bellinzona – una di fronte all’altra al Comunale il lunedì di Pasquetta con diretta sul nostro sito (www.laregione.ch/live/acb) – che tutti pronosticavano non si è concretizzato ma non certo per colpa dei vodesi: a deludere le aspettative sono stati i granata, quart’ultimi con soli 8 punti in 9 partite… «Hanno avuto qualche problema a inizio stagione, ma sulla carta sono una squadra completa, con diversi giocatori che arrivano da esperienze a livello superiore e mai facile da affrontare, in particolare in casa. Lunedì vorranno sicuramente partire bene e dimostrare che tra noi e loro non c’è un divario così ampio come dice la classifica, ma in fondo siamo consapevoli che qualsiasi squadra ci tiene particolarmente a battere la capolista e anche per questo non possiamo assolutamente sederci sugli allori».