Nonostante il secondo posto in classifica, l'obiettivo è sempre uno solo. Angelo Renzetti: ‘Se perdi due partite ti ritrovi in mezzo al gruppo’
Sedici punti in otto partite, secondo posto in classifica a due lunghezze dallo Young Boys, una striscia di sedici risultati utili a partire dalla fine del lockdown, la seconda miglior differenza reti di Super League ( a -3 dall’Yb e a +3 dallo Zurigo, le uniche squadre con un bilancio positivo), undici punti di vantaggio dal Servette ultimo (deve però recuperare una partita) e dieci dallo spareggiante Lucerna. Sembrerà strano, ma di tutti questi dati, in casa Lugano si presta attenzione soltanto agli ultimi due, quelli che riguardano il discorso salvezza. Lo aveva già fatto in maniera esplicita il tecnico Maurizio Jacobacci dopo la vittoria di tre settimane fa alla Pontaise di Losanna, si è ripetuto il presidente Angelo Renzetti dopo il successo all’ultimo respiro contro il Basilea… «È assolutamente doveroso continuare a parlare soltanto di salvezza, senza voler spingere lo sguardo al di là di quello che è sempre stato il nostro obiettivo primario. Questo è un campionato nel quale se per caso perdi due partite di fila ti ritrovi a sguazzare nel mezzo della classifica. Inutile farci illusioni, dobbiamo continuare a perseguire il nostro scopo».
Difficile pensare che il numero uno bianconero potesse esprimersi in toni diversi da quello che è sempre stato il “leitmotiv” della società. Ed è innegabile la necessità, per il Lugano, di puntare a raggiungere al più presto possibile quei 39 punti posti da Jacobacci quale ipotetica quota oltrepassata la quale la permanenza in Super League dovrebbe essere garantita. Quota per raggiungere la quale mancano ancora 23 punti, come a dire che il Lugano non ha nemmeno oltrepassato la metà del cammino. Di controcanto, ci si potrebbe chiedere se davvero si rischi lo strabismo a guardare con un occhio al fondo e con l’altro al vertice della classifica. L’obiettivo rimarrebbe uno solo, quello della salvezza, ma è lapalissiano che più a lungo si rimane attaccati allo Young Boys, prima si raggiungerà quota 39. Insomma, guardare alle zone solide della graduatoria, per allontanarsi sempre di più (e sempre più in fretta) da quelle pericolanti. D’altra parte, dalla fine del lockdown in poi, il Lugano è cresciuto in modo inatteso: in consapevolezza, solidità, autostima e rispetto da parte degli avversari. È vero, la sfida di domenica scorsa a Ginevra ha dimostrato come tra l’attuale ultima e la seconda non vi sia un baratro, ma Jacobacci ha saputo dare ai bianconeri un concetto di gioco che ognuno ha fatto suo e che sta alla base degli attuali risultati positivi… «Il gruppo è molto unito e possiede delle direttive chiave – prosegue il presidente Renzetti –. È formato da giocatori con personalità, e tutti sappiamo quanto bisogno ci sia di uomini così all’interno di una squadra, più ce ne sono e meglio è. A questo punto, però, non dobbiamo più guardare a ciò che è stato, ma a ciò che potrà essere. Stiamo facendo bene, ma non dobbiamo dimenticarci che questo è un campionato molto equilibrato: ho visto sabato sera il Lucerna vincere a Ginevra, lo Zurigo ha messo a posto la squadra, il Basilea è sempre il Basilea e lo stesso vale per lo Young Boys... In campo c’è molto equilibrio, per cui dobbiamo cercare di accumulare il maggior numero possibile di punti fin tanto che la ruota continua a girare a nostro favore: più punti significano più autostima e più autostima significa più vittorie future».
L’attuale impianto di gioco del Lugano è perfettamente oliato, tanto da permettere anche qualche cambiamento in corso d’opera quando le circostanze lo richiedono… «Non è mai un solo fattore a determinare una svolta. Jacobacci è riuscito a trovare il sistema di gioco ideale, anche grazie alla presenza di due esterni (Guerrero e Lavanchy, ndr) sempre più bravi nell’interpretazione di un ruolo i cui movimenti, grazie alla ripetitività diventano vieppiù automatizzati. E con le prestazioni arrivano i risultati e con i risultati l’autostima cresce».
La legittimità del Lugano a recitare un ruolo da protagonista sul palcoscenico della Super League è confermata da una rosa di qualità che non teme defezioni, anche importanti. Contro il Basilea, ad esempio, il centrocampo ha giostrato privo di due perni quali Sabbatini e Custodio, senza per altro concedere il fianco all’avversario. Angelo Renzetti, tassello dopo tassello, è riuscito a mettere assieme un gruppo di spessore, nonostante risorse finanziarie limitate… «Ci siamo quasi trovati costretti a tenere giocatori destinati alla cessione perché il mercato estivo è stato praticamente inesistente. Memori di quanto successo nella passata stagione, quando una rosa ampia ci aveva permesso di far bene, è stato deciso di riprovarci e l'allenatore ha capito subito che se certi giocatori fossero rimasti sarebbe stato possibile ottenere ottimi risultati. Merito di Jacobacci, ma merito anche dello staff tecnico, un gruppo che da anni lavora assieme e che ha raggiunto una grande sintonia con i giocatori, in un clima di enorme rispetto reciproco. Tutto ciò continua a fare di noi una squadra operaia, ma più passa il tempo, più i suoi componenti si trasformano in operai specializzati».
E di pari passo con la specializzazione degli operai-giocatori, evolvono anche le aspettative, dentro e fuori lo spogliatoio. In un campionato a dieci squadre chiunque è tenuto in primo luogo a preservare il suo posto nell’élite. E il Lugano non fa eccezione: nella consapevolezza però di avere in mano tutti gli attrezzi necessari (capacità tecniche e tattiche, qualità della rosa, autostima) per trasformare un pezzo di metallo in una scultura.