Lo ha comunicato l'Uefa in un comunicato, dopo lo stop del medico cantonale lucernese. Pier Tami: ‘Se seguito, il protocollo funziona. Noi lo abbiamo dimostrato'
Svizzera-Ucraina, match valido per l'ultimo turno del gruppo 4 (lega A) di Nations League in programma questa sera (20.45) alla Swissporarena Lucerna, non si giocherà. Lo ha comunicato l'Uefa alla squadra ucraina. Il medico cantonale lucernese, Roger Harstall, ha infatti deciso di mettere in quarantena l'intera delegazione Ucraina dopo che nella giornata di oggi sono emersi quattro nuovi casi di positività al coronavirus (i tre giocatori Ruslan Malinovskyi, Sergei Kryvstov e Junior Moraes, nonché il fisioterapista), che si sono aggiunti ai tre elementi della selezione di Andriy Shevchenko (Makarenko, Sobol e Riznyk) già risultati positivi lunedì. Per sopperire all'assenza di questi ultimi e provare a disputare ugualmente il match, l'ex attaccante del Milan aveva convocato in fretta e furia tre elementi della U21 (debitamente testati), mentre la stessa federazione ucraina ha comunicato che l'Uefa aveva deciso di permettere a Kryvstov e Moraes di scendere in campo, in quanto i due giocatori dello Shakhtar Donetsk (così come il fisioterapista) hanno già contratto il virus nel recente passato e hanno gli anticorpi. Permesso però negato dalle autorità sanitarie lucernesi. E la stessa federazione di calcio europea ha ribadito che l'ultima parola spetta al medico cantonale lucernese. Il quale appunto ha deciso di porre in quarantena la delegazione ucraina, compromettendo di fatto la disputa del match.
"Qualsiasi altra decisione legata alla partita è di competenza dell'Uefa", ha dichiarato il responsabile sanitario del canton Lucerna, precisando che sarebbe emerso un ulteriore caso di positività di un giocatore ucraino. E l'Uefa ha diramato un comunicato nel corso del pomeriggio con il quale ha fatto sapere che la partita non si giocherà, né stasera, né domani, come in un primo tempo si era paventato. “La federazione ucraina ha confermato di non avere a disposizione un'altra squadra, quindi giocatori eleggibili e disponibili per disputare la partita oggi (martedì, ndr) o domani (mercoledì, ndr)”, ha confermato la massima istanza europea. Di conseguenza, la sfida è annullata e occorrerà trovare una soluzione per assegnare i tre punti in palio, come tutti sanno decisivi per la permanenza nella lega A di Nations League. Al momento, l'Uefa non ha fatto sapere come intende muoversi, per cui rimane plausibile più di una soluzione: è possibile immaginare un 3-0 a tavolino a favore della Svizzera, nel caso in cui la Commissione di controllo etica e disciplina dell'Uefa dovesse ritenere la federazione ucraina responsabile della situazione venutasi a creare; oppure si potrebbe arrivare al classico lancio della monetina (sorteggio), con l'assegnazione della vittoria per 1-0 alla squadra più fortunata, o ancora a un salomonico 0-0.
Per la federazione svizzera, l'annullamento della partita è stato commentato da Pier Tami, direttore delle squadre nazionali... «Siamo delusi di non poter scendere in campo. Soprattutto perché la squadra si è ben preparata, e sta attraversando una buona dinamica di gruppo. Siamo sicuri che sarebbe stato possibile raggiungere il nostro obiettivo. Da parte nostra, eravamo pronti a giocare anche domani (mercoledì, ndr), in quanto siamo convinti che il verdetto sulla classifica finale del gruppo D di Nations League, debba scaturire dal campo e non essere deciso a tavolino».
Ora tutto è nelle mani dell'Uefa... «C'è molta incertezza. È praticamente certo che il match non potrà essere disputato in data futura, in quanto le finestre internazionali sono già tutte occupate. Di conseguenza, la decisione verrà presa a tavolino e non potremo farci molto».
Una decisione a tavolino, ad esempio il sorteggio, potrebbe comportare la retrocessione in Lega B... «Parlo a titolo personale a non dell'Asf, ma ritengo che la nostra federazione non dovrebbe accettare una simile soluzione, se mai si dovesse verificare. Esiste un protocollo di ritorno alle partite stilato dall'Uefa e la Svizzera ha fatto di tutto per rispettarlo. Abbiamo investito risorse finanziarie, ma soprattutto molte energie. La mia constatazione è che noi abbiamo avuto due casi positivi nei test effettuati all'arrivo al campo d'allenamento, ma una volta nella bolla le misure di contenimento hanno retto benissimo. Ciò che dovevamo fare lo abbiamo fatto bene. Se il protocollo viene seguito e applicato, allora funziona».