CALCIO

L'Uefa autorizza il ritorno (parziale) dei tifosi

Per Champions ed Europa League, così come per le Nazionali, consentita la presenza di spettatori nella misura del 30% della capacità dello stadio

1 ottobre 2020
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L'Uefa ha autorizzato il ritorno immediato degli spettatori nelle competizioni europee, compresa la Champions League, fino al limite del 30% della capacità dello stadio e a discrezione delle autorità locali. Tuttavia, rimane proibita la presenza di tifosi della squadra ospite.

«Il Comitato esecutivo dell'Uefa ha deciso di consentire il parziale ritorno degli spettatori alle partite Uefa, laddove la legislazione locale lo consente, a partire dalle partite della prossima settimana delle squader nazionali», ha dichiarato la confederazione europea in un comunicato.

L'Asf ha reagito rapidamente alla decisione dell'istanza superiore. Di conseguenza, 5.000 spettatori potranno assistere alla partita amichevole di mercoledì prossimo tra la Svizzera e Croazia a San Gallo. «È una grande notizia, anche se per ora si tratta soltanto di un piccolo numero di spettatori. Con le emozioni, la gioia e la passione dei nostri tifosi, negli stati tornerà il calore», ha affermato il tecnico edlla Nazionale Vladimir Petkovic.

Naturalmente, gli spettatori dovranno seguire una serie di norme sanitarie già in vigore per le partite del San Gallo. L'uso di mascherine e la distanza sociale devono essere sempre rispettati. I tifosi dovranno registrarsi per un eventuale tracciamento.

La pervendita per la Svizzera - Croazia inizierà lunedì 5 ottobre su www.ticketmaster.ch.

In tutta Europa, la decisione permette al pubblico di tornare negli stadi di Champions League e Europa League, la fase a gironi dei quali inizierà il 20 e 22 ottobre. Si potrà assistere dal vivo anche alle amichevoli internazionali e alle partite di Nations League previste settimana prossima.

Nel suo comunicato stampa, l'Uefa ha descritto come un "successo" l'esperimento effettuato nella finale di Supercoppa europea (Bayern - Siviglia a Budapest, con il 30% dei posti occupati). «La decisione è un primo passo ragionevole che mette al primo posto la salute dei tifosi e il rispetto delle legislazioni locali – ha commentato il presidente dell'Uefa Aleksander Ceferin, citato nella dichiarazione».