CALCIO

Sebastian Osigwe, l'ultimo chiuda la porta

Giunto a Lugano poche settimane fa, il 26.enne ex portiere del Kriens subito in campo da titolare per l'infortunio alla spalla occorso a Noam Baumann

8 settembre 2020
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La vita di uno sportivo può cambiare nel volgere di pochi secondi. Nel bene e nel male. Un movimento sbagliato durante una partita e ti ritrovi a dover fronteggiare una situazione non preventivata. Noam Baumann, portiere titolare del Lugano, si lussa una spalla durante l’amichevole di venerdì scorso con il Lecco e dovrà assentarsi per almeno un mese. Al suo posto entra il portiere di riserva, Sebastian Osigwe. Il giocatore è appena arrivato nel mercato estivo, proveniente dal club di Challenge League del Kriens. Non solo ha terminato la partita con il Lecco, ma per le prossime 4-5 settimane, tanto dovrebbe durare l’assenza di Baumann, difenderà la porta luganese. Ma chi è Sebastian Osigwe? Per molti di noi uno sconosciuto, ma negli ultimi sei anni è stato titolare del Kriens.  «Sono nato a Lucerna – spiega il 26 enne giocatore – dove ho abitato per lungo tempo. Mio padre è nigeriano, mia madre invece è svizzera. Ho iniziato a giocare al calcio, nel Lucerna, a partire dalla U11 fino alla U21. In seguito ho vestito le maglie dell'Emmenbrücke e dello Zugo 94.  A 20 anni il cambio a Kriens, dove ho giocato per 6 anni, con due promozioni, dalla 1° Lega alla Challenge League e adesso da agosto sono arrivato in Ticino. Con i lucernesi avevo un contratto fino al 2021, che però ho voluto rescindere. Dopo l'inizio della pandemia, però, non ho più giocato come titolare».

Esperienze con le selezioni giovanili nigeriane

Come per molti portieri, anche per Osigwe, non è stato un colpo di fulmine quello con il ruolo di estremo difensore... «Inizialmente, come d’altronde mio padre quando giocava in Nigeria, ero attaccante. Questo fino alla U17 e visti i miei problemi di tenuta fisica, ho provato in porta. Mi è piaciuto, ero bravino e ho voluto continuare su questa strada».

Da giovane ha collezionato anche qualche convocazione con le diverse Nazionali giovanili svizzere: «Sì, ma la concorrenza era troppo agguerrita, con Mvogo,  Salvi e compagnia bella. Ho quindi deciso di difendere la porta della Nigeria, dove ho disputato alcune partite con la U20. Non ho perso la speranza di essere convocato anche dalla Nazionale maggiore».

Non c'è solo il calcio nella vita del nuovo portiere del Lugano, ma anche un aspetto lavorativo diverso. «Ho finito due apprendistati nel settore alimentare e di specialista al dettaglio, quest’ultimo pochi mesi fa. Ma il mio futuro è concentrato sul calcio. Desideravo fare il professionista al 100 per cento. È arrivata l’offerta del Lugano e ho accettato subito. Un club conosciuto e che in Svizzera vanta un'ottima tradizione. Mi interessava anche imparare l'italiano.  A livello sportivo potrò solo migliorare e approfittare di un club professionistico. Prendiamo l’esempio di Baumann: anche lui viene dalla stessa regione lucernese e ha fatto dei progressi enormi».

Ma arrivando a Lugano, sapevi che inizialmente eri riserva di Baumann, mentre a Kriens ti spettava il posto da titolare...  «Ma qui, soprattutto per noi portieri, è diverso: giornalmente c’è un allenamento specifico, cosa che a Kriens non era possibile fare, malgrado la società fosse di buon livello buono».

Un esordio inatteso

Adesso il caso ha voluto che Noam si infortunasse e tu venissi catapultato in una nuova avventura. Nessuna esperienza in Super League, ma fra dieci giorni ci sarà il debutto in casa con il Lucerna... «Non mi aspettavo un debutto così veloce, tutto è successo in pochi giorni: mi spiace che Noam si sia infortunato, spero di rivederlo presto in campo. Prima di Lucerna, andremo però venerdì a Sciaffusa per la Coppa Svizzera».

Squadra che Osigwe conosce per averla affrontata nello scorso campionato di Challenge: «Quest’anno sulla carta si sono rinforzati. È una compagine molto agguerrita, fa del calcio fisico la sua arma migliore, lotta fino alla fine. Si giocherà sul sintetico, per me non sarà un handicap, anche a Kriens si gioca sullo stesso tipo di terreno. Non dimentichiamo che la squadra è allenata dai fratelli Yakin, sempre bravi nel mettere in campo le giuste formazioni, con molto acume tattico».

Che tipo di portiere sei? «Sono un portiere molto mobile e per certi versi “aggressivo”. Ho dei buoni piedi e così posso aiutare la squadra anche a far ripartire l’azione». 

Da Kriens  a Lugano: due realtà completamene diverse. Il tuo impatto con Lugano? «Direi molto bene, non vedo l’ora di poter parlare meglio l’italiano. Anche se nel calcio le lingue non costituiscono mai un problema. Ci si capisce al volo. La squadra mi ha accolto benissimo, mi sono sentito subito a mio agio e questo per ambientarsi è determinante».